A 91 anni dalla nascita
RICORDO DI PADRE NAZARENO


don Salvatore Nazareno Falletta Il 1° Aprile del 1910, da genitori anziani nasce a Campofranco un bambino cui è dato il nome Salvatore Nazareno, figlio di Santa Buscemi e Vincenzo Falletta, ultimo di cinque fratelli, tutti morti in tenerissima età. Al 90° anno dalla nascita dopo quasi due anni dalla morte, viene collocata una lapide in sua memoria. Ci si chiede, cosa determina l'esigenza di porre un ricordo di tale specie? Credo di interpretare il pensiero degli organizzatori dicendo che fu certamente il desiderio di voler tramandare alle genti future il ricordo di un uomo, uomo di Dio, Sacerdote, al servizio delle anime per ben 63 anni, dei quali, la maggior parte dedicati alla comunità di Campofranco. Uomo dal carattere forte e battagliero, aperto alle novità, spirito profetico; alcune iniziative precorrono i tempi ; sacerdote fino al midollo delle ossa, spesso era solito dire: "Io lu parrino aie fari (Io devo fare il sacerdote)". Nel 1924 entra nel seminario di Caltanissetta, dopo essere stato avviato agli studi da Don Pio Sorce, originario di Mussomeli, e della stessa chiesa, ed è pensabile che sia stato anche lui ad avviarlo e sostenerlo nella vocazione al sacerdozio, ed è lui che per primo pone le fondamenta del culto a Santa Rita, che ai tempi era un oratorio di circa 30 metri quadri, mentre sarà poi Padre Nazareno, come tutti lo chiamavano, a seguirne le orme, ingrandendo la chiesa a continuarne il culto. Sacerdote dal 1935, egli, fu molto prolifico sia nel ministero sia nelle attività comuni della sua vita, andò sempre alla ricerca di una Chiesa dove poter svolgere il suo ministero sacerdotale, ciò fino al completamento della chiesa dedicata a santa Rita da Cascia, nella omonima piazza, che realizza lavorando personalmente, fino a battere la pietra per farne il gesso per l'intonaco. I lavori andarono avanti con molti sacrifici e stenti, fino a che nel 1953, ebbe fine la costruzione della Chiesa, e lì, egli, ha potuto esercitare il suo ministero sacerdotale, con una relativa calma fino alla morte, ma prete dallo spirito realistico si dedica ai giovani, ai lavoratori dirigendo in prima persona il locale circolo delle A.C.L.I., il primo locale con il televisore, con accesso libero è allestito nei locali delle Acli, lì coglie l'occasione per incontrare e parlare di Dio con quanti, attratti dalla novità, si recano per vedere "lascia o raddoppia", "Il musichiere, o un festival. La sua opera si rivolge particolarmente ai poveri e bisognosi, ai giovani, quale assistente dell'Azione Cattolica, ai contadini per mezzo delle Acli, e gli operai, diventando Assistente Spirituale dei lavoratori della miniera di zolfo "Cozzo Disi" e della fabbrica di Sali Alcalini "Montecatini". Fiore all'occhiello delle sue iniziative, per mantenere i contatti con gli emigrati nel 1961, fu la fondazione di un giornalino mensile: "La Voce di Campofranco", che curò personalmente fin dal suo nascere. Riprendo ciò che di lui scrisse il Parroco Don Vincenzo Antinoro, nel 50° di sacerdozio: "Cinquant'anni orsono P. Nazareno dalle mani di Mons. Giovanni Iacono, Vescovo diocesano veniva consacrato Sacerdote in eterno, alter Cristus. Da allora dal suo cuore sacerdotale si è innalzato, ogni giorno, l'inno della lode perenne a Dio; da allora con la celebrazione dell'Eucarestia ha confermato con la parola e l'esempio il gregge del Signore; da allora ogni campo delle attività pastorali e sociali lo hanno visto sempre in prima fila pieno di zelo, di amore e di entusiasmo amante del nuovo e del bello" ( "La Voce di Campofranco", Numero Speciale, Campofranco, Giugno 1985. Nel suo cuore trovano un posto privilegiato i giovani, con loro e per loro nei locali della chiesa allestisce corsi di taglio e cucito, e fra preghiere e lavoro ha poco tempo per la cura della sua persona, egli è tutto proteso al miglioramento delle condizioni di vita del prossimo, stabilisce contatti con tutti e, coglie sempre l'occasione per portare la Parola di Dio. Il suo campo d'azione si allarga ulteriormente, allorché nel Dicembre del 1962 viene eretta da Mons. Monaco a Parrocchia la Chiesa "Sacra Famiglia" del Villaggio Faina (Le case del villaggio sono quelle degli operai della Montecatini); dove egli svolge l'attività di parroco. Curò con grande perspicacia il collegamento fra il comune di Campofranco ed il Villaggio, facendo si che la festa di Santa Rita fosse la festa sia per Campofranco sia per il Villaggio, dove la processione del Simulacro della Santa veniva portata con un gran seguito di macchine e motorette il 22 Maggio per risalire la Domenica successiva. La Visita ai posti di lavoro del Simulacro di santa Rita, che dura tuttora, anche dopo la sua morte, è stato un altro modo per stabilire contatti e buoni rapporti con il mondo operaio. Fino a quando fu in buona salute, non cessò mai di recarsi nella chiesa di Santa Rita per la celebrazione quotidiana della Santa Messa, tutti lo ricordano, seduto alla porta della chiesa, corona in mano per una recita del Rosario quasi in modo incessante. Gioviale, uomo dalla battuta facile, e dalla sferzata quando necessario, seppe sempre trovare sia il tempo per le visite agli ammalati sia il tempo per le confessioni, lo si poteva sempre trovare lì sempre disponibile, quando non era richiesto per altri servizi parrocchiali. Di lui si può dire senza ombra di dubbio che fu certamente ottimo e zelante sacerdote dalle grandi vedute e dal cuore d'oro.
Diac. Vincenzo Esposito