Museo “Cozzo Disi” o della vergogna
Una storia di sperpero di soldi pubblici, incuria e degrado

Sono passati 30 anni, era il 15 maggio 1991, quando la Regione Siciliana, con la legge n.17, istituiva il Museo miniera di Cozzo Disi.
La storia della miniera di Cozzo Disi è indissolubilmente legata alla storia (anche tragica) e allo sviluppo economico dei paesi vicini: Campofranco e Casteltermini.
La miniera sorse in località Monte Lungo (Pizzu Lungu), nei terreni del feudo Chipirdia, dei fratelli Gaetani Bastiglia, prima del 1839.
Scoperto il giacimento di minerale, venne data in gestione a gabella ai fratelli Pace. È stata una delle più importanti tra le miniere di zolfo siciliane.
È stata anche l'ultima delle grandi miniere siciliane di zolfo ad essere chiusa nel 1988 a seguito della legge Regionale n. 34 del 1988 - sciagurata a nostro parere.
Nel novembre del 1990 l'Ente Minerario Siciliano, che aveva il possesso di tutte le miniere di zolfo, con atto amministrativo non proprio trasparente, ha formalizzato la consegna della miniera all'Assessorato regionale, quale proprietario di tutti i beni demaniali regionali.
Allo stato attuale, dopo che la Regione Siciliana, dopo che a suo tempo ha stanziato diversi milioni di lire e ora migliaia di euro, il Museo miniera di Cozzo Disi è ancora un cantiere a cielo aperto.
Gran Sicilia chiede alle autorità preposte, in primis alla Regione Siciliana, l’immediata realizzazione e conclusione dei lavori per le opere infrastrutturali che consentiranno l’apertura del sito alla fruizione dei visitatori e degli studiosi.
Certi che tale avvenimento porterà, attraverso la creazione di un circuito turistico, notevoli benefici al già collassato sistema economico della zona. (FB, 12 aprile2021)

Enzo Castrenze Cassata
Gran Sicilia, Sezione Alto Platani