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Il Fonte
battesimale della Madrice di Campofranco
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arricchito da 5
artistiche terracotte di Hemschermann
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L’ordinamento generale del Messale
romano, al n. 318, indica una nota essenziale del progetto
iconografico di una chiesa, chiede infatti che le sacre immagini
«siano disposte in modo che conducano i fedeli verso i misteri della
fede che vi si celebrano». Si tratta di un’iconografia di qualità
mistagogica, che accompagna cioè i fedeli a ciò che si celebra, li
conduce per mano, manudeducant,
nella realtà dei Sacramenti che si amministrano e si ricevono in
quel luogo.
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Sulla parete del Battistero della
Matrice di Campofranco si trovano delle terrecotte, opera dello
scultore tedesco Martin Hemschermann, che intendono aiutare quanti si
accostano al Fonte a cogliere il valore e il senso teologico
dell’evento del Battesimo. Ecco il percorso di lettura:
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1) La
sepoltura di Gesù. La
terracotta della fascia centrale rappresenta il seppellimento del
Cristo in una tomba che ha la forma dello stesso fonte battesimale.
L’Apostolo San Paolo insegna: «Non sapete che quanti siamo stati
battezzati in Cristo Gesù siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del Battesimo siamo
dunque stati sepolti
insieme a lui nella
morte, perché come Cristo fu
risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche
noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati
completamente uniti a lui con una morte simile alla sua lo saremo
anche con la sua risurrezione» (Rm 6, 3-5). I due personaggi che
stanno seppellendo il corpo del Signore, poi, hanno le sembianze di
San Calogero e di Santa Rita, i due santi identificativi del popolo
campofranchese. I santi sono tali perché nella loro vita la
sepoltura battesimale si è realizzata in pienezza. Anche Calogero e
Rita sono stati battezzati, sepolti con Cristo, e sono risorti con
Lui nella vita nuova! Essi ci incoraggiano e ci guidano a vivere la
sepoltura che per noi è iniziata in quel fonte, per risorgere della
risurrezione quotidiana, di quella al momento della morte e
dell’ultima, alla fine dei tempi. Ecco il senso della scultura
bronzea di Gesù risorto, dello stesso artista, installata al centro
della conca battesimale. Siamo sepolti con Cristo, per risorgere con
Lui.
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2) L’annunciazione
ad Abramo. A destra e a
sinistra del pannello centrale, si trovano due annunciazioni
raccontate nella Sacra Scrittura. Queste due immagini ci descrivono
le caratteristiche del sepolcro/fonte. La prima annunciazione è
quella al vecchio Abramo, vissuto circa nel 1800 a. C.: «Abram si
prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: “Sarai padre di
una moltitudine di popoli”… Abramo si prostrò con la faccia a
terra e rise e pensò: “Ad uno di cento anni può nascere un
figlio? E Sara all’età di novanta anni potrà partorire?”…
“Sara ti partorirà a questa data l’anno venturo”» (Gn 17).
Dio promette ad Abramo una discendenza più numerosa delle stelle e
finalmente nasce Isacco. Quando Isacco è cresciuto, Abramo è
chiamato dallo stesso Dio a sacrificarlo (Gn 22,16-18), e Abramo
obbedisce perché crede che Dio è un Dio vivente, talmente vivente
che può risuscitare i morti (Eb 11,19). La sua fede è già
orientata, interiormente, verso il sepolcro pasquale di Gesù Cristo.
La Parola che è stata capace
di suscitare un figlio nel suo corpo “come morto” e “nel seno
morto” di Sara sterile (Rm 4,19), sarà anche capace di garantire
la promessa di un futuro al di là di ogni minaccia o pericolo.
La Lettera agli Ebrei
commenta così: «Per fede Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette
la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che
glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già
segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le
stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la
spiaggia del mare» (Eb 11, 11-12). Il fonte battesimale, perciò,
somiglia al grembo di Sara, conforme a sua volta alla tomba di
Cristo, perché da lì Dio ha tirato fuori la vita. Proprio da questo
grembo nasce la discendenza di Abramo, infatti egli «è padre di
tutti i credenti…; è nostro
padre davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti»
(Rm 4, 11.16-17). La fede di coloro che credono nel Cristo morto e
risorto fa di essi la discendenza spirituale di Abramo
il credente: «Se appartenete
a Cristo, siete discendenza di Abramo» (Gal 3,28).
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3) L’annunciazione
a Maria Santissima. Il
fonte/sepolcro, poi, è simile al grembo di Maria Santissima.
Infatti, come da esso, vergine, venne al mondo il Salvatore (cf Lc
1,26-38), così dal sepolcro vergine, «nel
quale nessuno era stato ancora deposto»,
lo stesso Cristo uscì vittorioso (cf. Gv 19, 41-42). Sul battistero
del Laterano, a Roma, si trova scritto: «La Chiesa genera in modo
verginale da queste acque figli, dopo averli concepiti come embrioni
tramite il soffio divino». Il parallelo tra il Battesimo e il
concepimento e la nascita del Verbo fatto carne in Maria è lampante.
In lei, per opera dello Spirito Santo, il Figlio Dio si fa uomo. Nel
grembo verginale della Chiesa, l’uomo diventa figlio di Dio.
Predicava il santo pontefice Leone Magno: «Per ogni uomo che arriva
alla rinascita, l’acqua del Battesimo è l’immagine del grembo
verginale, lo Spirito che feconda il fonte battesimale (rappresentato
nella calotta della cappella in gesso, in forma di colomba n.
d. r.) è il medesimo che ha
fecondato la Vergine… Cristo diede all’acqua del fonte ciò che
conferì alla Madre. Perché la potenza dell’Altissimo e la
fecondazione dello Spirito Santo, che fecero sì che Maria generasse
il Salvatore, fanno anche sì che l’onda della rinascita crei il
credente» (Sermo XXIV;
XXVIII). Quello che per i
credenti avviene nel Battesimo ha la sua forza iniziale nel grembo di
Maria, perciò - come scrive il biblista francese Frédéric Manns -
«accanto a ogni fonte battesimale della Chiesa che genera nuovi
cristiani sta la Madre di Gesù che diventa la madre dei battezzati:
“Ecco la tua madre” (Gv 9,27)» (Nuova
evangelizzazione. La riscoperta del battesimo,
Milano 2012, p. 88). E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù
dai morti abita in noi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti
darà la vita anche ai nostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito
che abita in noi (Rm 8,11).
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4) Gli
Apostoli Pietro e Giovanni.
Nelle due fasce esterne, infine, si trovano le terrecotte di Pietro e
Giovanni, nell’atto di correre verso il sepolcro del Maestro, il
mattino di Pasqua, dopo aver ricevuto l’annunzio da parte di Maria
di Magdala: «Uscì Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si
recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro
discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al
sepolcro. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed
entrò nel sepolcro e vide le bende per terra. Allora entrò
anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e
vide e credette» (Gv 20,1-8). Il movimento della fede nasce
dall’annuncio (cf. Rom 10,17), che conduce a entrare nella Pasqua
di Cristo, ad essere inseriti nella sua morte e risurrezione. In ciò
consiste la rinascita battesimale, per quelli che accolgono il Figlio
di Dio i quali, come lui nel grembo di Maria, così anche loro nel
grembo della Chiesa sono stati generati «non da sangue, né da
volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio» (Gv 1,13), «non
da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva
ed eterna» (1Pt 1,23).
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Don Luciano
Calabrese
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Foto in alto,
da sinistra: sepoltura di Gesù, annunciazione ad Abramo,
annunciazione a Maria Santissima, apostolo Pietro, apostolo Giovanni.