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1969
luglio
2019
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Mentre l’uomo
atterrava sulla Luna a Campofranco si festeggiava San Calogero
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Oggi, invece,
l’uomo guarda a Marte e a Campofranco si festeggia sempre San
Calogero Eremita.
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È l’antica
tradizione secolare legata alla Terra e al Grano che si rinnova a
Campofranco. Si celebra da sempre l’ultima domenica di luglio. I
contadini campofranchesi affidano le fatiche del lavoro contadino a
San Calogero Eremita e accanto ai contadini c’è anche EcoMulo.
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Il Mulo è stato
compagno di ogni giorno degli uomini che affidavano le loro sorti e
offrivano il frutto del duro lavoro della Terra a San Calogero
Eremita. A lui si rivolgevano per proteggere loro e le loro famiglie.
Il Mulo era componente della famiglia e insieme al contadino
provvedeva al suo sostentamento grazie al frumento, l’oro
estratto dalla terra grazie al quale le famiglie potevano sperare di
superare un altro anno, di crescere i figli, di ambire alla salute.
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La storia di
Campofranco, e di moltissimi altri centri Sicani, è legata a San
Calogero Eremita e il “tripudio di fede dell’ultima domenica di
luglio” coinvolgeva anche i centri contadini vicini, Sutera,
Mussomeli, Milena, Acquaviva Platani, Montedoro, Casteltermini. Lo
spettacolo di fede che coinvolgeva tanti pellegrini è rievocato
ancora oggi. “Gente
umile che recava nel volto i segni della sofferenza non rassegnata ma
ostinata, aperta ad una speranza di sollievo”.
E, in fondo, queste parole scritte nel 1961 da “La
Voce di Campofranco” sono
rese ancora più vive oggi, che i tempi sono cambiati e stiamo tutti
un po’ meglio.
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“Una teoria
di Muli bardati a festa e carichi di frumento hanno dato un tono
suggestivo ad un inno di ringraziamento che in quei giorni di gran
festa si è elevato al cuore di un popolo che osannante gridava Viva
San Caloiaru”.
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Era il luglio del
1961, esattamente un anno prima l’uomo atterrava sulla Luna. Non
riesco ad immaginare cosa questo dovesse significare per un contadino
che ogni giorno si apprestava all’alba in groppa al suo mulo, ad
affrontare una giornata di duro lavoro. Significativamente oggi si
rinnova una tradizione, certamente, ma si rinnova anche la
congiunzione della storia con l’evoluzione dell’uomo che è già
arrivato a far posare una macchina su Marte e che ci metterà piede
presto e, nonostante ciò, quello stesso uomo ha capito che non potrà
mai fare a meno della Terra e dei suoi frutti come il Frumento. Il
significato odierno di una rinnovata festa contadina come quella
dell’ultima domenica di luglio a Campofranco, e della celebrazione
di San Calogero Eremita, è questa.
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“Nel tempo
dei voli spaziali in cui anche le cose del più recente passato
sembrano primitive e anacronistiche, queste manifestazioni tanto
tradizionali portano con se ancora quella genuina originalità che a
tutti sembra naturale e logica che sia così. Così è avvenuto da
secoli, così è nel ricordo dei nostri antenati, così gelosamente
piace riviverlo ogni anno questo patrimonio spirituale che racchiude
quanto di più sacro e meraviglioso c’è nella fede, nella leggenda
e nella storia di un popolo”.
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Dopo 51 anni
possiamo senz’altro sottoscrivere le sagge parole scritte
dall’insegnante Francesco
D’Anna (su
La Voce di Campofranco, di
cui è stato uno dei primi collaboratori,
n.d.r.),
in un’altra, preziosa, ultima domenica di luglio, consapevoli del
significato profondo delle sue parole, dopo gli anni della sbornia
degli ipertecnologismi, quando qualcuno pensava che il buon vino o la
buona pasta si potessero sottrarre alla Terra e riprodurre in
laboratorio e che, dopo la Luna, grazie a questo, l’uomo non
avrebbe più avuto bisogno di sudare, zappare, faticare e, maturo,
avrebbe potuto abbandonare la terra e addirittura disprezzarla.
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Oggi guardiamo a
Marte ma siamo tornati alla Terra e al Frumento. Con la Tecnologia,
quella sana, curiamo la terra e produciamo il Frumento buono. Adesso,
con il Mulo portiamo la gente alla scoperta dei Monti, delle Valli,
dei Fiumi che ci attendono placidi con la loro bellezza naturale. Non
c’è più bisogno di sudare, faticare, spaccarsi la schiena. C’è
solo bisogno di lavorare con saggezza e con intelligenza. Oggi
possiamo immergerci nella natura e stiamo imparando di nuovo a
riscoprire che la natura è Madre
e si rispetta. Domenica 27 luglio 2019, a Campofranco, ancora dopo
secoli, si fa questo.
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Roberto
Conigliaro