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Festa del patrocinio di San Calogero
a Campofranco
- Quella
di quest’anno, una festa del Patrocinio di San Calogero, del tutto
particolare, che cade puntualmente l’11 gennaio, in memoria degli
scampati pericoli del terremoto avvenuto proprio in quel giorno nel
lontano 1693. La festa è stata preceduta da un triduo, ma in realtà
già dal 3 gennaio, ricorrendo la memoria liturgica del Santissimo
Nome di Gesù, diversi momenti di meditazione e di preghiera hanno
visto la comunità parrocchiale riunirsi nel Santuario diocesano di
San Calogero in San Francesco. Iniziative volute dai sacerdoti don
Luciano Calabrese e don Maurizio Nicastro, per aiutare la Comunità
ad innamorarsi sempre più del carisma del nostro Santo Patrono, che
non fu altro che portare nella mente, nel cuore e professare con le
labbra il Nome Santissimo di Gesù, quel nome che il Santo ha portato
a quanti ha incontrato sul suo cammino, quel Nome a cui il Padre ha
concesso tramite le sue preghiere di ottenere miracoli e farne di lui
un taumaturgo, quel Nome che incitava a invocare con fiducia, quel
Nome che nell’iconografia classica troviamo inciso sul petto “In
nomine Jesu”, quel Gesù che ancora oggi, San Calogero, ci invita a
seguire e a farne il Signore della nostra vita.
- Mentre,
i tre giorni precedenti la festa, oltre alla preghiera della
coroncina al Santo e alla celebrazione della Santa Messa, sono stati
caratterizzati da tre eventi particolari: martedì 8 gennaio, dalla
presentazione del simulacro di ritorno dal restauro. Un restauro
necessario, data le condizioni precarie in cui si trovava, voluto
dall’Ufficio Diocesano per i beni culturali e finanziato con le
offerte generose dei fedeli. A presentare i lavori di restauro, don
Luciano Calabrese, Arciprete; don Vincenzo Giovino, Direttore
dell’Ufficio Diocesano per i beni culturali, prof. Daniela Vullo
della Soprintendenza di Caltanissetta e il signor Vincenzo Musumeci,
restauratore. Ha concluso il sindaco Rino Pitanza.
- Mercoledì
9 gennaio, un altro momento culturale e cioè l’intitolazione del
salone attiguo al Santuario a “Fra Bonaventura Schillaci”, frate
minore convenutale originario di Campofranco (1603-1684). Una figura
locale poco nota alla memoria, ma di grande spessore religioso. Fu
infatti, per diversi anni guardiano nel Convento di San Francesco in
Campofranco; Ministro Provinciale in Transilvania, Prefetto della
missione di Valacchia e Moldavia e Maestro dei novizi al Sacro
Convento di Assisi al tempo di San Giuseppe da Copertino. Alla
scopertura dell’insegna è seguita una conferenza del parroco che
ha illustrato in maniera dettagliata la figura storica di questo
frate.
- Mentre
giovedì 10 gennaio, dopo il canto dei Primi Vespri, una particolare
processione eucaristica denominata della “Sequela” si è snodata
attorno al Santuario. Dico particolare, in quanto a seguire il
Santissimo Sacramento, insieme al popolo di Dio e alla Banda
cittadina “Michele Saia”, vi era pure la statua piccola di San
Calogero. Un’iniziativa che ci invita a seguire il Signore presente
nell’Eucaristia mettendolo al centro della nostra storia, così
come hanno fatto i nostri Santi. Questa processione si ripeterà ogni
18 del mese dopo la Santa Messa nella memoria mensile del Santo.
- Venerdì
11 gennaio, giorno della festa del patroncino, si è svolto secondo
tradizione, con la celebrazione delle Sante Messe, le due processioni
e il canto del Te Deum in ringraziamento.
- Giuseppe
Favata