Sutera. La benedizione delle uova di Pasqua
Numerosi li “adduzza cu l’uvu” e le uova di
cioccolato che bambini ed adulti hanno fatto benedire il giorno di
Pasqua dall’arc. P. Francesco M. Miserendino, nella piazza
antistante la Chiesa Madre di Sutera.
Qual è il senso dell’uovo regalato e mangiato a Pasqua?
Presso i pagani le uova erano simbolo del ritorno alla vita, dato che
le due metà dello stesso uovo erano rispettivamente considerate
il cielo e la terra. I Romani solevano dire che la vita proviene
dall’uovo, simbolo quindi di fertilità. Proprio per questo
i contadini seppellivano un uovo colorato di rosso nella terra
per avere un buon raccolto.
L’uovo, oggi, è il simbolo della Creazione e della pasqua,
poiché è espressione della Resurrezione di Cristo: come
dall’uovo esce il pulcino vivo così Gesù risorge
dal sepolcro.
La tradizione di donare le uova si fa, in genere, risalire al periodo
del Medioevo , quando venivano decorate e regalate ai servi. Nello
stesso periodo storico furono realizzate uova con materiali preziosi,
per simboleggiare la primavera. Nei Paesi nordici si cominciò ad
allestire l’albero pasquale con le uova decorate. Le uova di
cioccolato sono nate presso la regia di Luigi XIV, e si sono diffuse
nel ‘900, specie nel secondo Dopoguerra.
I nostri nonni ricordano che da bambini le loro mamme preparavano
i dolci pasquali, i quali per motivi legati al digiuno quaresimale
venivano gelosamente nascosti per poi essere consumati il giorno della
Risurrezione di Cristo.
A Sutera, in particolare, a pasqua si preparano la borsetta e il
“galletto” con l’uovo e non la colomba come nei paesi
viciniori. Colomba o galletto indicano la stessa cosa. Tutti hanno una
comune origine, la colomba e il galletto, maschio o femmina che sia
(sono nomi di genere promiscuo) nascono dall’uovo. Così il
cristiano rinasce a pasqua a nuova vita con Cristo.
Carmelina Sanfilippo
Foto sopra di Juan Esperanza: “Due fratelli, uno nato in AFRICA
l'altro nato in EUROPA ma dalla stessa madre, vi augurano una
bellissima Pasqua e abbracci per tutti.”