Campofranco, popolazione al di sotto dei 3000 residenti
Il dato più basso dal 1901
Al 31 dicembre 2017 la popolazione residente a Campofranco è stata di 2996 unità, il dato più basso dal censimento del 10 febbraio 1901, quando la popolazione censita fu di 3004 abitanti. Il dato più alto si ebbe nel censimento del 15 ottobre 1961, con 5113 abitanti. Allora erano attive alcune fonti di lavoro quali la miniera di zolfo Cozzo Disi e la Montecatini-Edison in piena espansione, che consentivano un certo benessere economico e la popolazione in minima parte emigrava verso il Nord d’Italia o all’Estero. Dal 1961 ad ogni successivo censimento, effettuato nel mese di ottobre, si è registrato un sensibile calo della popolazione residente: 4832 nel 1971; 4582 nel 1981; 4150 nel 1991; 3632 nel 2001; 3218 al 9 ottobre 2011 e 3204 al 31 dicembre.
Dal 1 gennaio 2012 ad oggi 31 dicembre 2017, in sei anni, la popolazione è calata di 208 unità con una media annua di -35.
Ancora, nel 2017 sono stati registrati 54 decessi e appena 16 nascite (-38), 13 matrimoni e un saldo migratorio di -18 (emigrati 69, immigrati 51). Quindi, la popolazione di Campofranco in un solo anno, il 2017 è di minuita di 56 persone (-38 + -18). Le previsioni sono: ancora meno nascite, ancora meno matrimoni, ancora flusso migratorio negativo e ancora morti.
Non sono dati incoraggianti. Nonostante il rispettabile ottimismo di alcuni, la tendenza è quella di una progressiva e costante diminuzione degli abitanti, a meno che non accadano dei miracoli che, però, negli ultimi tempi sono sempre più rari.
Del resto le prospettive economiche non lasciano sperare bene. Molte attività produttive e commerciali che assicuravano il lavoro a centinaia di famiglie sono in crisi o sono scomparse del tutto. Ricordiamo la miniera di zolfo della Cozzo Disi, l’Italkali-ex Montecatini Edison e la Pro-Farm. La Sud-Gessi ha ridotto i dipendenti a poche unità. Ha chiuso la biglietteria della Stazione Ferroviaria, dove si effettuano da alcuni anni solo le fermate dei treni, senza la presenza di personale come una volta. Soppressa anche la Dirigenza dell’Istituto scolastico comprensivo, passata a Milena e poi, discutibilmente, a Mussomeli: scuola dell’infanzia con una sola sezione, scuola primaria e scuola secondaria 1° grado (Media), con un solo corso. Anche la Scuola dell’Infanzia delle Suore Domenicane, ha chiuso per mancanza di bambini. La Piscina comunale ormai è in totale stato di abbandono e ricettacolo di rifiuti. E poi la Casa del Fanciullo, nella foto, da circa trent’anni ha chiuso i battenti. Una volta grande risorsa economica per il paese con i suoi 250 ragazzi, provenienti da altri comuni della Sicilia, che settimanalmente ricevevano la visita dei propri genitori o parenti, con grande beneficio per le attività commerciali locali e per l’istituzione scolastica, che aveva nel proprio organico molti alunni, molte classi e tanti insegnanti.
Ci si augura che il progetto in fase di attuazione, che prevede la riqualificazione del complesso edilizio della “Casa del Fanciullo”, ex orfanotrofio ecclesiastico, possa realizzare la “Casa di riposo per anziani" e dare alcuni posti di lavoro e incrementare le attività commerciali.
Un’altra prospettiva potrebbe essere l’incremento del turismo con il potenziamento del flusso di visitatori che percorrono la Via Francigena. Ma fino a quando i pellegrini - turisti si limiteranno soltanto ad attraversare e a non sostare per qualche giorno nel nostro territorio non si potrà avere alcun riscontro economico positivo per la popolazione.
Il sindaco Rosario Pitanza si è impegnato con tutto il suo staff amministrativo a far ripartire il paese in tutti i campi, sinceramente glielo auguriamo e ce lo auguriamo.
L’impresa è difficile, non impossibile!
Vincenzo Nicastro