Giovanni Mazzara travolto da un torrente nei pressi di Castronovo
Ritornava con altri paesani da una partita di calcio dell’Atletico Campofranco

Il campofranchese Giovanni Mazzara, pensionato di 67 anni, intorno alle ore 19.00 del 22 gennaio 2017, è stato tragicamente travolto e inghiottito dal torrente Morello-fiume Platani nella zona di Castronovo di Sicilia,al chilometro 15 della statale 189 Palermo - Agrigento.Il suo corpo è stato identificato dopo alcune ore dal fratello Angelo accorso subito da Campofranco, non appena appresa la nefasta notizia. Una grossa ondata di acqua e fango e pietriti, causati dalle forti piogge delle ore e dei giorni precedenti, ha investito inesorabilmente l’Audi Q5 sulla quale Giovanni Mazzara viaggiava insieme aGiovanni Morreale, Lillo Schillaci e Franco Ricotta, che sono riusciti a mettersi in salvo. Giovanni Mazzara è stato invece trascinato più avanti per una quindicina di metri e ritrovato dopo un’ora. Immediato l’intervento di carabinieri, polizia, vigili del fuoco, sanitari del 118, tutti impegnati nelle ricerche e di coordinamento del traffico rimasto bloccato sino alle 2.
I funerali sono stati celebrati nel pomeriggio di martedì 24 gennaio nella chiesa Madre di Campofranco, strapiena di parenti, amici, conoscenti.“Perché? perché?” ripetevano continuamente la moglie Maria Virciglio e i figli Mariangela, Salvatore e Giuseppe. Mentre ai presenti affiorava alla mente la tragica immagine del fiume Platani che straripava e inghiottiva, nell’oscurità della serata di domenica, Giovanni Mazzara. “Una tragedia che ci ha sconvolto e addolorato tutti e che ci fa riflettere sul significato e sul valore della vita, - ha detto don Alessandro Rovello all’omelia -. Ma adesso bisogna vincere il dolore con l’amore e trasformare il dolore in forza per continuare a vivere. So che è difficile, ma bisogna vincere il dolore”. Tra i banchi anche i tre superstiti, che viaggiavano nella stessa auto sommersa dalla fanghiglia, Giovanni Morreale, Lillo Schillaci e Franco Ricotta, salvatisi quasi per miracolo. Poi l’intera compagine dell’Atletico Campofranco, di cui il Mazzara era un accanito tifoso e sostenitore e che proprio quel giorno ne aveva seguito la prestazione a Palermo. E tutti ritornavano in paese allegri e contenti perché la squadra aveva recuperato un risultato pieno contro il Castelbuono nel campionato di Eccellenza.
Il presidente dell’Atletico, Alessandro Di Leo, anche lui al seguito, è stato uno dei primi a esprimere dolore e commozione per la tragedia che ha colpito dirigenti, giocatori, soci e tifosi. Da alcuni anni Giovanni Mazzara si era ritirato nel proprio paese per godersi la pensione accanto alla moglie Maria e alla figlia Mariangela. Gli altri due figli, Salvatore e Giuseppe, vivono e lavorano a Milano.
L’amore per la sua squadra non lo aveva abbandonato mai e si manifestava con il concreto sostegno economico accompagnato da un indomabile “tifo”. Uomo generoso e disponibile verso tutti.
Ricorda Simona D’Amico, una docente che lo ha conosciuto a Milano durante l’annuale incontro tra campofranchesi, che “il signor Mazzara appena presentatomi ha mostrato subito gentilezza e bontà d’animo. Quando ha saputo che insegnavo in una scuola vicino al suo cantiere di lavoro, si è offerto subito di accompagnarmi ogni giorno nei pressi della scuola. Sicuramente un uomo molto socievole e stimato da tutti.” Dopo le esequie, all’uscita dalla chiesa la bara è stata accolta da un lungo e commovente applauso. Poi si è formato un lunghissimo corteo di oltre duemila persone che, attraversata la piazza Crispi, via Itria e via Buon Riposo, si è sciolto soltanto alle porte del cimitero. “Se n’è andato tragicamente un uomo buono e generoso – dice rattristato il sindaco Salvatore D’Anna- Tutta la comunità ne piange l’assurdità della dipartita. Siamo vicini alla famiglia e condividiamo il loro profondo dolore”. Anche il consuocero Rosario Giacchino, profondamente commosso, ricorda i “momenti trascorsi assieme in armonia e circondati dall’affetto dei figli e dei nipoti. Si andava d’accordo come se si fosse in un’unica famiglia”. L’assurda morte del Mazzara ha richiamato alla memoria dei campofranchesi la scomparsa, 23 anni fa, dell’appuntato dei carabinieri Calogero Bellavia, residente e in servizio a Campofranco, anche lui inghiottito da un’alluvione nei pressi della stazione di Comitini (AG). E da allora continua,ogni qualvolta accadono simili tragedie, a riecheggiare l’interrogativo: “Perché? perché”.

Vincenzo Nicastro