«Inizialmente
preso per gioco, poi dopo essere stato valorizzato è diventato
un impegno settimanale». Si chiama Loris Insinna il
«Giornalista in erba» studente dell'Istituto Carducci di
Comiso.
Uno studente che si alza la mattina presto per raggiungere Comiso, qui
frequenta la VA I C, cioè la sezione di architettura e ceramica.
Un percorso scolastico come tanti altri ma il giovane gelese lo scorso
anno ha riscoperto una dote: la scrittura. Una sfida nuova per la sua
giovane carriera perché «mi piacerebbe proseguire gli
studi in architettura al Politecnico di Torino ed insegnare a livello
universitario. E se i miei progetti dovessero andare avanti non
è escluso che possa iniziare il proseguire con il mondo della
scrittura attraverso la scuola Holden».
Ha le idee chiare Insinna tant'è che lo scorso anno nel momento
in cui il suo docente Angelo Mancuso gli ha chiesto di partecipare al
concorso indetto dal portale Diregioni. it non si è tirato
indietro.
«Un gioco che mi ha appassionato tantissimo - racconta con
un pizzico d'orgoglio -. Ho iniziato quasi per scherzo, durante la
settimana preparavo gli articoli, le poesie ed i racconti».
Il mercoledì sera, poi, il battito di cuore perché
l'indomani sul portale sarebbe comparsa la prima pagina con gli
articoli più belli. «Ed uno spazio di rilievo - racconta
-era riservato ai miei elaborati». Dopo qualche settimana quel
gioco è diventato un impegno. «Una sfida diversa ha
aggiunto e poi la voglia di fare sempre meglio.
Di rinunce ne ho fatte tante, ho rinunciato a qualche uscita con gli
amici. Ora con soddisfazione posso dire di aver raggiunto
l'obiettivo».
La cerimonia di premiazione si è svolta presto il Liceo Classico
"Giulio Cesare" di Roma. Loris Insinna è risultato vincitore
della categoria racconto del concorso "Giornalisti in Erba", con il
testo "Una finestra sul mare" ed ha ricevuto in dono un tablet.
Il racconto di Loris è stato pubblicato in un volume Edizione
Magi consegnato ai vincitori, ai loro docenti ed ai dirigenti.
"Nel racconto, come ispirato alla poetica sensistica e ai testi
avidamente letti e abilmente analizzati in classe - ha commentato il
professor Angelo Mancuso -, si avverte una notevole tensione espressiva
che si traduce in pagine mirabilmente icastiche. Insinna è stato
capace di esprimere l'ineffabile, un dialogo a distanza velatamente
malinconico con un altro sé stesso, non uno sterile gioco
stilistico, ma una raffinata evocazione della labilità del tempo
e della fugacità dell'esistenza". (L. M. – La Sicilia)
Una finestra sul mare
Dopo alcuni istanti di esitazione le due mani si accingono ad aprire la
finestra. Con un leggero scatto di polso, la maniglia si alza e le
tende incominciano a svolazzare irrequiete, felici.
Dopo lunghi anni il vento fresco ha il permesso di entrare nella
stanza, circolando tra scaffali di libri e vecchi ricordi. Velocemente
legge poesie di Whitman e Rimbaud e guarda profili di persone e
compleanni all’interno delle cornici. Libera ogni oggetto che
sfiora del fitto strato di polvere che vi si è accumulato per
troppo tempo, restituendo ad ognuno di quegli oggetti il suo originario
colore. L’odore di stantio lentamente svanisce, dando spazio
all’aroma del vento che arriva da lontano, che ha attraversato
frutteti e pendii erbosi.
Le quattro pareti si stanno progressivamente riscaldando bagnate dai
raggi del sole. All’interno della stanza entrano delle voci calme
di uomini che collaborano tra di loro.
Affacciandosi, una distesa azzurra si estende a perdita d’occhio.
Nel cielo limpido i gabbiani, con destrezza, compiono difficili
acrobazie mentre un gruppo di uomini, giù al porto, si dà
un gran daffare. La loro giornata è iniziata presto: levate le
ancore, si sono diretti in mare aperto, con le canne da pesca issate
sulle loro schiene. Le barche, con gli scafi corrosi dalla salsedine,
ondeggiano lentamente al tremolare delle onde. Hanno indugiato,
scambiandosi qualche parola tra di loro, per rendere meno tediosa
l’attesa.
Poi le loro lenze hanno incominciato a muoversi tirando verso il mare.
La loro pazienza è stata ricompensata, felici hanno pescato in
gran quantità calamari, spigole e sardine. Carichi di gioia,
ritornano al porto posizionando su alcuni banchi di legno il loro
bottino. I pesci con dei piccoli saltelli cercano di immergersi
nuovamente nel fondo blu. Il paio di occhi che hanno osservato il
gruppo di uomini adesso ritorna a ispezionare attentamente la stanza.
Tutto è rimasto uguale. Un disegno che ritrae due mulini
diroccati, incorniciato accanto alla poltrona pende ancora verso
sinistra e il cuscino conserva ancora l'incavo come se qualcuno ci si
fosse appena seduto.
Il vento che ha scompigliato ogni cosa ha spostato via la polvere che
adesso galleggia a mezz’aria. Quelle stesse mani che hanno aperto
la finestra, incominciano a toccare i dorsi dei libri rilegati. Ne apre
uno. I due occhi incominciano a leggere: “M’affaccio alla
finestra, e vedo il mar:/ vanno le stelle, tremolano l’onde./
Vedo stelle passare, onde passare:/ un guizzo chiama, un palpito
risponde”.
Nuovamente lo sguardo irrequieto si sposta verso un gruppo di
fotografie poggiate sopra dei centrini ricamati a mano: un bambino in
bianco e nero si appresta a soffiare su delle candeline. Su di
un’altra quello stesso bambino, ormai cresciuto, siede sopra la
sua bici. Il ricordo ritorna senza preavviso, scorre nelle vene e si
tramuta in un sorriso che prende vita sul viso della persona. Le mani
riprendono il libro che avevano lasciato aperto e le gambe si dirigono
verso la poltrona con il cuscino ancora piegato.
Si siede e la voce incomincia a leggere da dove si era fermata poco
prima: “Ecco sospira l’acqua, alita il vento:/ sul mare
è apparso un bel ponte d’argento./ Ponte gettato sui laghi
sereni,/ per chi dunque sei fatto e dove meni?”
Loris Insinna
Loris
Insinna, frequenta l’ultimo anno del Liceo artistico G. Carducci
di Comiso (RG). Risiede a Gela con il papà Giacomo, la mamma
Rosalia Nicastro e la sorella Federica. Durante l’anno spesso con
tutta la famiglia fa visita ai nonni e ai parenti che abitano a
Vallelunga Pratameno e a Campofranco.