Ritornata all’antica bellezza la cappella dell’Immacolata del Santuario di San Calogero
Per cause ambientali, la cappella si era molto degradata e mostrava i
segni del tempo. Il restauro, promosso dal parroco Alessandro Rovello e
dal suo vice Bernardo Briganti, ha riportato la cappella
all’antico splendore. Durante i lavori, curati dalla dottoressa
Belinda Giambra di San Cataldo, sono state consolidate le malte
distaccate, la pellicola pittorica mancante e la stuccatura.
“L’intervento – dice soddisfatto don Bernardo -
andava fatto per rispetto del luogo sacro e per i numerosi fedeli e
visitatori che lo frequentano”. Pubblichiamo in esclusiva la
relazione della dottoressa Belinda Giambra.
“La chiesa di San Francesco d’Assisi in Campofranco
è stata fondata nel XVI secolo. L’impianto originario,
ancora visibile, è costituito dalla navata, dalla volta a botte
e dagli altari laterali. Le decorazioni in stucco del catino absidale
sono databili al XVIII secolo e ascrivibili allo stile neoclassico
siciliano, mentre i rimaneggiamenti delle decorazioni degli altari si
sono avvicendati reiteratamente dal XIX al XX secolo.
Le cappelle sono tutte decorate con dipinti a tempera, fatta eccezione
per l’altare di S. Calogero che è stato realizzato
nell’ultimo ventennio. Questo altare è il frutto di una
manomissione della struttura e della decorazione preesistente, di
fatti, è stata ampliata per poter contenere il simulacro e poi
decorata con un mosaico industriale.
Oltre l’altare di San Calogero, anche la cappella della Vergine
Immacolata è fornita di nicchia absidata, decorata con
dipinti al tempera dall’impianto iconografico di stampo mariano.
In alto un cartiglio con la scritta Ave Maria e festoni floreali che
circoscrivono la rappresentazione Stella Maris (Stella del mare), un
antico titolo per la Vergine Maria. Il ruolo della Vergine è
visto come segno di speranza, un riferimento celeste che protegge
chi viaggia e cerca il proprio sostentamento in mare; di fatti con
l’appellativo, Stella Maris è indicata la stella polare,
utilizzata fin dall'antichità per la navigazione astronomica.
La rappresentazione è tratta dallo scritto del IX secolo di San
Pascasio Radberto dove Maria Stella Maris è la guida verso
Cristo “per non ribaltarsi in mezzo alle onde tempestose del
mare”. Nel XII secolo anche San Bernardo di Chiaravalle scrive
una metafora descrivendo l’anima come una nave e la Vergine Maria
come una stella polare. Il dipinto murale della cappella sulla
sinistra rappresenta un piroscafo del XIX secolo in balia delle onde,
mentre nel cielo fa capolino una piccola stella luminosa; sulla destra
il vaporetto viaggia serenamente, scampato alla tempesta naviga verso
la rive dove è ben visibile un’ancora simbolo di speranza
nella vita ultraterrena. La parte superiore dell’ancora
rappresenta una croce e già nei primi secoli veniva utilizzata
come simbolo cristiano criptato, ad esempio nella catacomba di Santa
Domitilla del I secolo è stata scoperta un’iscrizione con
il simbolo dell’ancora.
Nel vano della cappella è rappresentato in alto lo Spirito Santo
che irradia la Vergine Maria circondata da una cortina blu. Lo stile
pittorico è genuinamente popolare, ma ricco di significati
simbolici.
A causa di fattori ambientali, la cappella della Vergine Immacolata era
molto degradata e lacunosa, rendendo indispensabile un intervento di
restauro. Il restauro ha previsto i consolidamenti di profondità
delle malte distaccate, i consolidamenti della pellicola pittorica, la
stuccatura delle lacune e la ripresa pittorica della decorazione
dipinta.
La cappella era stata stuccata in precedenza con del gesso sottile da
presa, che ha ulteriormente aggravato la sua condizione
conservativa. Quindi l’intervento di restauro ha previsto la
rimozione del gesso sostituendolo con una tradizionale malta.
Successivamente è stata ripresa la decorazione pittorica
ricucendo i vari frammenti esistenti con un ritocco a tono e mimetico.
Durante il restauro è stato appurato uno strato pittorico
sottostante che riproduceva una decorazione architettonica; Questa era
costituita da dentelli, ovuli, quadrature che circoscrivono gli spazi
architettonici reali in un effetto trompe l'oeil, senza nessun
attributo mariano. La cappella in basso presenta una profonda
cavità concava, necessaria per ospitare un grosso basamento. Lo
scannello della scultura dell’Immacolata è di dimensioni
davvero ridotte, mentre è il basamento di San Calogero ad essere
molto profondo.
Possiamo solo ipotizzare che la statua della Vergine Immacolata
originariamente non era custodita nell’attuale cappella e il
rifacimento della decorazione è stato realizzato in funzione
della nuova collocazione della scultura.”
Belinda Giambra
Curatrice del restauro