Carmeliadi a Sutera, i giochi nel giardino di Dio 

"Cosa si fa nel giardino di Dio?": sono queste le parole che l'arc. Miserendino ha utilizzato giorno 16 luglio per riassumere al vicario La Placa, che ha celebrato la santa messa in onore della festa patronale suterese della Madonna del Carmelo, quello che quest'anno è stato il cuore dei festeggiamenti.

Per la seconda volta, infatti, la festa della patrona si è ampliata fino a ricoprire ben dieci serate che sebbene animate in modo sempre nuovo e diverso hanno avuto un unico tema centrale: il giardino di Dio. La scelta non è stata certo casuale come potrebbe sembrare ad una prima impressione poiché è proprio il nome Carmelo che tradotto dall'ebraico significa proprio giardino di Dio.

Quindi ritornando alle parole dell'arciprete "cosa si fa nel giardino di Dio?" o meglio cosa si è fatto?

Ovviamente si prega ma non per forza questa preghiera deve essere fatta nel modo tradizionale, ci sono molti modi per avvicinarsi a Dio uno dei quali è senza dubbio il gioco. Il gioco è il modo migliore per comprendere Dio soprattutto se i protagonisti di questa conoscenza sono i bambini.

A fare da apripista alle serate sono stati giorno 7 luglio i "giochi senza quartiere" che con il loro stesso nome hanno indicato come per la comunità suterese la cosa più importante sia quella di mantenere l'unità perché l'insegnamento che Dio offre con il suo amore è quello di superare le differenze e le barriere perché, come le prove stesse dei diversi giochi ( ripetuti in una seconda parte giorno 9) hanno dimostrato, solo l'unità può portare a vincere le sfide che la vita presenta.

La serata di giorno 8 luglio è stata invece dedicata alla musica che ormai da molto tempo è considerata dai più uno dei modi migliori per pregare; anche qui il tema del giardino di Dio è stato mantenuto attraverso delle famose canzoni che parlano appunto degli svariati elementi  che compongono un giardino, il tutto inserito all'interno di giochi divertenti.

Ha riscosso un particolare successo anche il gioco dell'oca gigante svoltosi giovedì 10 luglio, nel quale gli stessi componenti delle squadre facendo da pedine hanno superato diverse prove per raggiungere il traguardo; come lo stesso padre Miserendino ha spiegato il gioco dell'oca ha rappresentato in modo simbolico come la fede e l'amore di Dio aiutino a superare gli ostacoli, piccoli o grandi, che ogni giorno si possono incontrare.

Nel fine settimana la comunità suterese ha fatto un salto indietro di circa duemila anni con i giochi medievali che sono stati accolti molto benevolmente non solo dai piccoli ma anche dai più grandi, che per tutte le serate hanno partecipato attivamente ai diversi giochi. Perché il Medioevo? Come spiega l'arc. Miserendino perché solo attraverso la conoscenza di ieri sarà possibile migliorare il domani, infatti nessun uomo può vivere senza una storia alle spalle.

Infine lunedì 14 luglio le diverse squadre si sono "sfidate" nella caccia al tesoro, anche questa con un significato simbolico: il tesoro che nella vita di tutti i giorni si cerca non è altro che Dio e anche in questo caso le prove da superare non sono sempre semplici.

A conclusione delle diverse serate di giochi la veglia nella serata di martedì nella quale la comunità è ritornata a forme di preghiera più tradizionali ma non per questo meno efficace e suggestiva; come ormai da copione a conclusione della parte religiosa la serata ha riservato un buffet di torte e musica per intrattenere ulteriormente gli intervenuti.

Dell'organizzazione delle diverse serate si è occupato, sotto la supervisione di padre Francesco Miserendino, un gruppo di giovani suteresi che si è dato un nome alquanto originale: A' mbresa.

Questi giovani nel corso delle diverse serate si sono impegnati non soltanto  a organizzare nel minimo particolare ogni gioco ma anche a coordinare bambini e non nelle varie attività soprattutto affinché tutti potessero divertirsi il più possibile e tutto nella massima sicurezza.

Giorno 16 luglio si è svolta la festa vera e propria con la Messa solenne nella chiesa di Maria SS del Carmelo, celebrata dal vicario diocesano padre La Placa, seguita dalla tradizionale processione per le vie del paese. A concludere la festa i giochi pirotecnici che hanno dato un degno finale ai dieci giorni che hanno ancora una volta espresso la volontà della comunità di Sutera di avvicinarsi a Dio attraverso il culto, sempre molto sentito, della patrona.

Giovanna Ingrascì