Don Alessandro Rovello incontra i nostri emigrati residenti ad Asti

Sin dall’inizio del mio ministero a Campofranco ho espresso il desiderio di incontrare non solo le persone che abitano in paese, ma anche i tantissimi emigrati che nel corso degli anni si sono allontanati soprattutto per cercare lavoro.

Finalmente alla fine del mese di gennaio sono riuscito ad organizzare una “due giorni” ad Asti, dove – come è noto – è presente una delle comunità numericamente più significative di campofranchesi. Accompagnato dal grande amico e collaboratore Calogero Guarino – che ha vissuto ad Asti per molti anni – siamo arrivati la sera del giovedì 23 gennaio accolti all’aeroporto di Torino da Giuseppe Guarino  che ci ha accompagnati a casa di Michela, figlia maggiore di Calogero. Si dice sempre che i campofranchesi sono molto accoglienti. Michela lo ha dimostrato non solo con una buona cena, ma lasciandoci a disposizione il suo appartamento. Il venerdì mattina ho incontrato un cicerone d’eccezione, Salvatore Bonanno.

Con l’affabilità che ben conosciamo, mi ha condotto da tanti paesani  che per motivi di salute o di età avanzata non possono uscire da casa. La gioia che ho sperimentato entrando nelle case di questi “fratelli maggiori” è la stessa che provo quando vado a visitare gli ammalati in paese. L’unica nota stonata è stata determinata dal fatto che mi ero ripromesso di scrivere i nomi delle persone incontrate, ma sono stato preso dai volti e dalle storie e… l’ho dimenticato.

Certamente ciò che non è stato scritto sulla carta è stato scritto nella mente e nel cuore. Il giro della mattina è stato completato da un altro evento particolare. Mentre camminavamo in una piazza insieme ad un altro paesano (ricordo solo il nome e la professione: Giuseppe, barbiere vicino alla stazione) si è fermato uno degli autobus di linea e alla guida c’era Salvatore Pirrello, un altro amico coinvolto nell’organizzazione dell’evento. Con lui e con la famiglia Bonanno abbiamo fatto anche un ottimo pranzo con prodotti piemontesi.

Nel pomeriggio una bella visita a Colle don Bosco, dove c’è la casa natale di San Giovanni Bosco, l’incontro con alcuni sacerdoti e la celebrazione eucaristica nella piccola chiesa di S. Sebastiano. La gustosa e allegra cena l’ho consumata con la cara paesana Angela Nicastro in Scagnetti e la sua affettuosa famiglia. La mattina del sabato è stata dedicata alla visita dei monumenti di Asti e a nuovi incontri “per la strada”. Il pranzo l’ho consumato a casa di Leonardo e Amelia Mineccia.

Anche loro erano coinvolti nell’organizzazione dell’evento. Leonardo per motivi di lavoro era fuori sede, ma Amelia è stata davvero un’ottima padrona di casa. Con lei mi sono avviato alla chiesa di San Giuseppe Marello, dove c’è stato l’incontro con tutta la comunità campofranchese.

Qui dovrei e vorrei riportare i nomi e i volti di tutti gli amici visti sin dal primissimo pomeriggio, ma come dicevo, è impossibile ricordare tutto e tutti. Il clima era davvero gioioso. Tutti si presentavano chiedendo informazioni, mandando saluti, ricordando qualche incontro, qualche amico o familiare… ed era bello che anche tra di loro si salutavano e si “riconoscevano”.

La città spesso non favorisce gli incontri e quest’occasione è servita anche per rinsaldare vincoli di amicizia tra paesani. Voglio ricordare con gratitudine, tra gli altri, alcuni  incontri: un gruppetto di amici provenienti da Milena, che saputo della mia presenza, hanno partecipato con noi alla s. messa; altri amici - campofranchesi – che mi hanno chiesto di impegnarmi per il restauro del santuario di san Calogero offrendo la loro disponibilità; Raffaella (spero di ricordare bene il suo nome, anche se in paese la chiamano Calogera) moglie di Giuseppe che ha animato i canti e coordinato la liturgia;  e  un ammalato che, dopo la mia visita nel pomeriggio precedente, era presente. Mi ha detto la moglie che non usciva da casa da circa un anno. E poi… tanti tanti amici. Alcuni visti spesso in paese, altri mai incontrati… Insieme abbiamo celebrato con gioia l’eucarestia (ho iniziato l’omelia con l’espressione “cari fratelli e sorelle.. ADA’“ suscitando grande emozione …) e vivendo poi un momento di fraternità e di amicizia.

Durante questo momento, svolto in uno dei saloni della parrocchia messoci a disposizione dal gruppo locale del RNS, abbiamo visto un filmato realizzato da alcuni nostri giovani durante il tempo natalizio. Pochi minuti,ma… le riprese delle vie del paese erano commentate con espressioni come “io abitavo lì… la mia casa è la dietro…”,ma le reazioni più belle ci sono state quando sono iniziati i saluti dei tanti campofranchesi intervistati. Ho visto tanti emozionarsi, rispondere ai saluti e agli auguri, persino applaudire quando nel video sono apparsi alcuni personaggi “tipici” della nostra comunità.

E così tra un saluto, un pezzo di pizza, un po’ di panettone (da poco era finito il tempo natalizio) si è concluso un breve, ma bellissimo incontro d’amicizia cristiana. Rientrando ho portato con me tante emozioni che ho qui voluto raccontare semplicemente. Ho voluto anche mettere i nomi di alcuni, ma la mia gratitudine e il mio affettuoso ringraziamento era ed è rivolto davvero a tutti. L’impegno è quello a intensificare le relazioni e a promuovere nuovi incontri per “camminare insieme”.

Accogliendo poi l’invito di alcuni paesani, abbiamo avviato le pratiche per fare degli interventi di restauro nelle nostre chiese in modo da rendere sempre più belle e accoglienti le case del Signore.

Don Alessandro Rovello