Campofranco 11 gennaio 2014, Festa del Patrono San Calogero
L’apertura della festa è stata annunciata
nel pomeriggio di venerdì 10 gennaio alle 17.00, con lo sparo di
bombe e mortaretti, rullo di tamburi e sfilata per le vie del paese
della banda musicale cittadina “Saia”. A seguire vi
è stata la celebrazione della messa nel santuario di San
Calogero, dove si conserva tutto l’anno il simulacro del Santo.
Era prevista la collocazione e l’inaugurazione del monumento a
San Calogero (color bianco), utilizzando la statua che sino a
trent’anni fa sovrastava la maestosa scala interna della Casa del
Fanciullo. All’ultimo momento è stato rinviato tutto. Il
sito che in un primo tempo era stato individuato, la rotatoria
all’ingresso del paese davanti al cancello della scuola media,
non è stato ritenuto opportuno soprattutto per motivi di
sicurezza. Soddisfatti quei cittadini che avevano manifestato serie
perplessità sulla scelta.
Sabato, 11 gennaio, la riapertura dei festeggiamenti ha avuto inizio di
buon mattino, alle 6.30. Nella mattinata si sono susseguite, ogni ora,
le celebrazioni eucaristiche in preparazione della processione per le
vie del paese che si è snodata alle ore 11 e concludendosi alla
chiesa Madre.
La processione di rientro nella chiesa di San Francesco si è avuta nel pomeriggio alle 17.
“La festa, dice il parroco don Alessandro Rovello, è un
momento propizio per testimoniare la propria identità cristiana
e per implorare sempre il sostegno e l’aiuto del santo sulla vita
dei piccoli, delle famiglie, degli anziani, dei vicini e dei
lontani”. Durante le due processioni, il bellissimo simulacro
è portato a spalla dai devoti più robusti, ma sono in
molti a dare la propria disponibilità.
Il percorso delle processioni prevede delle fermate,
“pusate”, durante le quali i devoti sciolgono i loro voti e
promesse con l’offerta di denaro e di “Pupi di pane”,
che vogliono riprodurre l’intero corpo umano o suoi organi
guariti grazie all’intercessione del Santo anacoreta. I
“Pupi di pane”, dopo essere stati benedetti, vengono
distribuiti ai fedeli.
L’11 gennaio è una data storica ed indelebile dalla
memoria collettiva dei campofranchesi, poiché ricorda il
terribile terremoto dello stesso giorno del gennaio 1693. Secondo la
tradizione, per intercessione di San Calogero la cittadina fu
risparmiata dalle rovine del terremoto. Ma i campofranchesi, nel tempo,
hanno chiesto sempre la sua intercessione per essere preservati anche
da epidemie e carestie. Il prossimo appuntamento è per
l’ultima domenica di luglio, che quest’anno ricade giorno
27, per onorare il patrono con celebrazioni più ricche e
sfarzose.
Nella foto, il signor Calogero Giuliano, fu Salvatore, mentre dà
gli ultimi ritocchi al restauro della statua di San Calogero,
proveniente dalla ex Casa del Fanciullo. Sono stati ripristinati, in
particolare, le dita della mano alzata in segno di benedizione e le
dita dei piedi. La statua è stata notevolmente danneggiata dalla
pioggia e dal vento e da atti di vandalismo giovanile, essendo stata
abbandonata per tanti anni in luogo aperto ed incustodito.
Vincenzo Nicastro