100 anni fa nasceva lo scrittore Angelo Petyx

Ricorre il centenario della nascita dello scrittore Angelo Petyx, nato a Montedoro il 12 novembre 1912 da Giuseppe e Vincenza. A sei anni rimase orfano della giovanissima madre morta a 28 anni. Angelo venne affidato alle cure della nonna materna Antonietta Spitaleri e, poi, della zia paterna Giuseppina con la quale visse fino alla sua morte. Dopo la scuola elementare non potendo frequentare un corso regolare di studi superiori, con impegno e costanza, e con l’aiuto di padre Calogero Piccillo consegue il diploma di maestro elementare. A 18 anni si arruola volontario nell’esercito e vi rimane per due anni. Nel 1941 è demandato al Reclusorio militare di Gaeta per insegnare ai reclusi, di lì passa in Emilia, a Modena, Cavezzo, Vignola dove ricopre la carica di furiere. Partecipa con la IV Armata alla campagna di guerra nel sud della Francia e l’8 settembre 1943, con lo scioglimento dell’Armata peregrina, come  “sbandato” in Piemonte, nella provincia di Cuneo e trova ospitalità a Tarantasca per quasi due anni. Partecipa alla vita partigiana nella formazione Giustizia e Libertà di Ferruccio Parri e fa parte del C.L.N. Dopo la ritirata dei tedeschi assume la carica di segretario comunale di Tarantasca ed ha l’opportunità di conoscere Maria Maddalena Galfrè . Ritorna in Sicilia ed insegna nelle scuole di Ciolino, Mustigarufi, Milena e Montedoro. Ritorna a Tarantasca e sposa Maria Maddalena Galfrè l’ 8 settembre 1948. Dal matrimonio nasce la figlia Enza.

 Inizia la sua attività di scrittore collaborando con giornali e riviste sin dal 1941 su “Gente nostra”. Vinto il Concorso Magistrale nella provincia di Cuneo, insegna a Villafalletto per undici anni e, quindi a Cuneo, fino alla quiescenza. Angelo Petyx muore a Cuneo il 30 marzo 1997.

 Il suo primo romanzo “La miniera occupata” è stata pubblicata da Mondatori Editore nel 1957, per la Collana La Medusa degli italiani. Pubblicazione voluta da Elio Vittorini e molto apprezzata da Italo Calvino, Pietro Cimatti, Giorgio Barberi Squarotti,  Alberto Bevilacqua, Geno Pampaloni, Sebastiano Addamo, Giuseppe Ravegnani.  Riceve a Caltanissetta il Premio Luigi Monaco per il suo romanzo ed in seguito non partecipa a premi letterari di alcun genere. La sua produzione letteraria, con gli anni, diventa sempre più numerosa.

Nel 1971 pubblica “Gli sbandati”- Rebellato Editore di Padova. Nel 1976, “Liillà ed altri racconti”- Todariana Editrice Milano. Nel 1979 “Il Sogno di un pazzo”- Todariana Editrice Milano. Nel 1984 “Le notti insonni di Liillà”-Todariana Editrice Milano. Nel 1986 “Il lungo viaggio” per Selezioni Editrice Bologna. Nel 1991 “Anna è felice” - Todariana Editrice Milano. Nel 1994 “L’amore respinto”-A.G.A di Cuneo.

Nel 2002 Racconti – S.Sciascia editore CL-Roma. Nel 2002 La miniera occupata - ristampa- S.Sciascia editore CL-Roma.

Tutte le opere di Angelo Petyx rappresentano “dal di dentro”, in modo particolare, il mondo della piccola umanità di Montedoro. La quotidianità degli ultimi che rappresenta i grandi problemi vitali, le lamentazioni, i sacrifici, i dolori, le speranze, il desiderio di riscatto, in un contesto storico – il primo mezzo secolo del 1900 – fatto di miseria, di sfruttamento, di precarietà sociale, dove gli sprazzi di luminosità sono costituiti dagli elementi della natura che spesso si svelano ai semplici, ai poveri, a tutte quelle persone che non sono sovrastate dagli effetti perversi del benessere e della civiltà.

Il Comune di Montedoro l’11 aprile del 2010 ha intitolato il Museo della zolfara ad Angelo Petyx con la partecipazione della figlia Vincenza, venuta da Cuneo dove vive con la madre Lena Galfrè, del prof. Salvatore La Ferlita, del prof. Giovanni Milazzo, del sindaco Federico Messana che hanno illustrato aspetti della vita dello scrittore montedorese, del valore e del significato delle sue opere nella letteratura italiana e nella storia di Montedoro. Per l’occasione è stato inaugurato un busto in bronzo dello scrittore montedorese all’interno del Museo.

Nel centenario della nascita di Angelo Petyx si vuole ricordare l’uomo e lo scrittore che, in modo eccellente, rappresenta una delle figure più importanti della identità montedorese che merita di essere conosciuto e studiato dalle nuove generazioni.

Lillo Paruzzo