Successo
straordinario del musical “Edith” proposto in alcuni paesi della Lombardia
Il
vescovo Russotto tra i giovani del Gruppo Teatrale Madre Teresa di Campofranco
27 gennaio, data dell'abbattimento dei
cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare
Il
Gruppo Teatrale Madre Teresa di Campofranco ha messo in scena un musical su
Edith Stein, una donna tedesca ebrea convertita al cattolicesimo e morta nel
campo di concentramento di Auschwitz. Salvatore Testa, un nostro caro amico di S. Cataldo, che presta il
suo servizio di insegnante a Tradate, in provincia di Varese, ci ha proposto di
offrire alle scuole la rappresentazione proprio in occasione del Giorno della
memoria. In realtà si tratta di fare più spettacoli al giorno e in diversi
giorni, quindi sostenere più turni per coinvolgere più scuole. Il gruppo
raggiunge il piccolo paese il 25 gennaio alle ore 20.00 circa. Solo dopo poche
ore dobbiamo essere in scena! Bene! Armati di coraggio, dopo cena, raggiungiamo
il Piccolo Teatro Cinema Nuovo di Abbiate Guazzone Tradate, una bella
struttura, accogliente, spaziosa, ciò a cui non siamo abituati, e inizia la
preparazione: montaggio scene, sistemazione Luci, stiratura abiti di scena.
Sono solo le tre del mattino e siamo appena arrivati nel “dormitoio”,
l’Oratorio di Ceppine di Tradate e dobbiamo ancora sistemarci per la notte.
Possiamo dormire all’incirca tre ore. La preparazione per lo spettacolo
richiede tempo quindi sveglia alle 6.00. Alle
Ed
eccoci all’ultimo giorno, il più ricco di “imprevisti”. In programma uno
spettacolo alle 9.00 al Piccolo Teatro Cinema Nuovo di Abbiate Guazzone e uno
alle 21.00 presso il Teatro Aurora della Parrocchia di Sant’Ippolito e Cassiano
ad Olgiate Comasco. Quindi dopo il primo spettacolo, armati di quel coraggio
iniziale, ci si rimbocca le maniche. Si procede con lo smontaggio scene,
riordino dei costumi, tutto deve essere caricato nel furgone per essere portato
alla nuova destinazione. Ed è proprio durante l’operazione di sistemazione
delle scene sul furgone che succede il primo “imprevisto”….una lastra di
metallo cade sul piede di Giovanni Stornaiuolo, il nostro primo attore! Pronto
soccorso, lastra … niente di grave, ma il piede deve stare a riposo ed è
necessario l’uso di una stampella. Proprio nell’attimo in cui ci rendiamo conto
dell’accaduto il nostro primo pensiero è: “Speriamo che non sia nulla di
grave”. Il nostro secondo pensiero:”Ops! Come facciamo con il musical”? Ma un
secondo dopo già è tutto pianificato e non resta che aspettare l’esito del
controllo. Raggiungiamo l’Oratorio per il pranzo e poco tempo dopo ci
raggiungono anche Giovanni, Padre Bernardo, Elisa e Salvatore, che lo hanno
accompagnato al pronto soccorso. Nel pomeriggio, partenza per Olgiate Comasco.
Durante il Viaggio un ulteriore “imprevisto positivo”: la neve. Giunti ad
Olgiate già il paesaggio era tutto innevato. Sistemiamo la scena e raggiungiamo
la sede dell’Associazione Amici di San Cataldo per la cena e dopo in scena!!
Non si poteva non scatenare una battaglia con le palle di neve dopo lo
spettacolo. Nel bel mezzo della battaglia altro “imprevisto”: io chiudo lo
sportello della macchina ma purtroppo non mi accorgo della manina di Giorgia
messa proprio lì. Aiuto! Gonfiore stratosferico seguito da fasciatura per 15 giorni
(ancora oggi è gonfia la mano). Non è finita qui. Durante il viaggio di ritorno
buchiamo la ruota della macchina. Ci fermiamo per cambiare la ruota e nel
frattempo c’è Giusi in un angolo che vomita (troppi dolci). Di tutto e di più!
Ma sempre con il sorriso e una gran gioia nel cuore nel sapere di condividere
tutto per amore e nell’amore tra noi. Raggiungiamo Tradate, andiamo a letto,
domani ci si risveglia e ci si prepara per la partenza. Destinazione
Campofranco.
Ritorniamo
al nostro piccolo paese, riconoscenti di ciò che abbiamo, con un vuoto nel
cuore. Il vuoto del nostro io che da spazio alla grazia di Dio! Non posso certo
dire cosa abbiamo saputo donare e se ci siamo riusciti in qualche modo. Posso
testimoniare ciò che noi abbiamo ricevuto in dono in una parola che racchiude
tutto: AMORE. Ci tengo a dirvi che tutto è stato gestito e organizzato da
Salvatore Testa. Non è certo facile programmare la partenza di 25 persone,
provvedere al loro alloggio, pensare proprio a tutto, alle macchine che dovevano
accompagnarci, a letti, coperte, sostegno. E’ stato aiutato da persone
gentilissime che ci hanno fatto sentire
a casa e mai, dico mai a disagio. Salvo ha anticipato il costo dei
nostri biglietti aerei. Con l’incasso della vendita dei biglietti dello spettacolo
e grazie a un contributo scolastico speriamo sia riuscito a coprire tutte le
spese che consistono in: spese di viaggio del gruppo e dello staff tecnico
audio luci che è partito giorni prima via terra con tutta l’attrezzatura e i
bagagli dei nostri vestiti di scena (con il rischio di non partire a causa
dello sciopero dei forconi in Sicilia); compenso al service per le 6
prestazioni; Spese varie giornaliere (pasti, trasporto, ecc….).
Noi
siamo partiti con una sola intenzione: ricevere il compenso in cielo. E se dei
contributi ci sono stati donati saranno destinati per la causa di Dio che
sentiamo, anche inconsapevolmente, tutta nostra: alcuni si fanno impressionare
dalla parola “evangelizzare”, allora diciamo più semplicemente, che la nostra
causa è mettere a nudo le nostre potenzialità nelle nostre fragilità, di
coltivare con sacrificio d’amore l’amicizia tra noi nell’offerta all’altro. E
cosa possiamo offrire se non l’amore ricevuto nel rapporto tra noi attraverso
le nostre capacità umanamente imperfette ma che in Dio divengono unione e
meraviglia! Mi commuove tutto questo, e lo sono anche adesso, perché non si può
avere la presunzione di capire e di spiegare il grande mistero dell’amore. So
solo che insieme in Dio, si cammina meglio e con il sorriso nel cuore. Gesù ha
preso le nostre mani, le ha unite per formare un unico cerchio d’amore, che né
la tribolazione, né l’angoscia potrà mai spezzare.
E’ stata un’esperienza unica. Ogni giorno si generava amore su amore, nel confronto, nella correzione, nella stanchezza, nella condivisione. Come non dire grazie a coloro che ci hanno accompagnato: prima fra tutti Padre Mario Russotto, il nostro amato Vescovo, e non dico “amato” per modo di dire e non è un amore nato adesso, perché nelle fibre dell’Amore tutto ha un senso e una storia a noi comprensibile solo se abbandoniamo la presunzione della conoscenza ad ogni costo; Padre Bernardo Briganti, Padre Biagio Biancheri, Padre Vincenzo Giovino che ha dato vita in musica a una storia di santità nella maniera più naturale e efficiente possibile. Ci hanno accompagnato ogni giorno come padri, amici, fratelli tra noi. Grazie ai genitori e alle persone che hanno voluto condividere con noi quei giorni e che collaboravano in tutto, dietro le quinte, nella sistemazione delle camere, nella preparazione della colazione. Un ringraziamento va anche alle scuole che hanno partecipato al progetto, all’Associazione Amici di San Cataldo e al nostro mitico “Service”, cioè allo Staff tecnico, che ha collaborato in tutto e per tutto risparmiandoci un bel po’ di lavoro. Grazie a Pino semplicemente perché c’è e a Salvatore Testa che in quei giorni, per non far mancare nulla, non mangiava né dormiva e ha permesso che tutto ciò avvenisse.
Grazie!
Grazie a tutti i nostri fratelli campofranchesi emigrati che non hanno perso
l’occasione di venire a vederci, alcuni nonostante il cattivo tempo del sabato
sera. Abbiamo sentito tutto l’affetto e l’orgoglio di appartenere alla stessa
famiglia, alla stessa terra, allo stesso cuore.
Grazie!