Successo straordinario del musical “Edith” proposto in alcuni paesi della Lombardia

Il vescovo Russotto tra i giovani del Gruppo Teatrale Madre Teresa di Campofranco

 

27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Il testo dell'articolo 1 della legge n. 211 del 20 luglio 2000 definisce così le finalità del Giorno della Memoria.

Il Gruppo Teatrale Madre Teresa di Campofranco ha messo in scena un musical su Edith Stein, una donna tedesca ebrea convertita al cattolicesimo e morta nel campo di concentramento di Auschwitz. Salvatore Testa, un nostro caro amico di S. Cataldo, che presta il suo servizio di insegnante a Tradate, in provincia di Varese, ci ha proposto di offrire alle scuole la rappresentazione proprio in occasione del Giorno della memoria. In realtà si tratta di fare più spettacoli al giorno e in diversi giorni, quindi sostenere più turni per coinvolgere più scuole. Il gruppo raggiunge il piccolo paese il 25 gennaio alle ore 20.00 circa. Solo dopo poche ore dobbiamo essere in scena! Bene! Armati di coraggio, dopo cena, raggiungiamo il Piccolo Teatro Cinema Nuovo di Abbiate Guazzone Tradate, una bella struttura, accogliente, spaziosa, ciò a cui non siamo abituati, e inizia la preparazione: montaggio scene, sistemazione Luci, stiratura abiti di scena. Sono solo le tre del mattino e siamo appena arrivati nel “dormitoio”, l’Oratorio di Ceppine di Tradate e dobbiamo ancora sistemarci per la notte. Possiamo dormire all’incirca tre ore. La preparazione per lo spettacolo richiede tempo quindi sveglia alle 6.00. Alle 8.30 in Scena! Fortunatamente per il primo giorno in programma c’è solo una rappresentazione al mattino. Così dopo pranzo tutti a nanna, non subito ovviamente, prima si deve fare, o di cerca di fare, ciò che conviene dopo una bella mangiata!!! E qui, non scendo nei particolari! Passiamo una serata piacevolissima nella mensa dell’oratorio San Luigi di Tradate che ci ha ristorati abbondantemente e con gusto per tutta la nostra permanenza. Ma a letto presto! Domani ci aspetta una dura giornata: due spettacoli consecutivi al mattino e uno alle 21.00 per il pubblico “non scolastico”, sempre al Piccolo Teatro Cinema Nuovo, per un totale di tre spettacoli.

Ed eccoci all’ultimo giorno, il più ricco di “imprevisti”. In programma uno spettacolo alle 9.00 al Piccolo Teatro Cinema Nuovo di Abbiate Guazzone e uno alle 21.00 presso il Teatro Aurora della Parrocchia di Sant’Ippolito e Cassiano ad Olgiate Comasco. Quindi dopo il primo spettacolo, armati di quel coraggio iniziale, ci si rimbocca le maniche. Si procede con lo smontaggio scene, riordino dei costumi, tutto deve essere caricato nel furgone per essere portato alla nuova destinazione. Ed è proprio durante l’operazione di sistemazione delle scene sul furgone che succede il primo “imprevisto”….una lastra di metallo cade sul piede di Giovanni Stornaiuolo, il nostro primo attore! Pronto soccorso, lastra … niente di grave, ma il piede deve stare a riposo ed è necessario l’uso di una stampella. Proprio nell’attimo in cui ci rendiamo conto dell’accaduto il nostro primo pensiero è: “Speriamo che non sia nulla di grave”. Il nostro secondo pensiero:”Ops! Come facciamo con il musical”? Ma un secondo dopo già è tutto pianificato e non resta che aspettare l’esito del controllo. Raggiungiamo l’Oratorio per il pranzo e poco tempo dopo ci raggiungono anche Giovanni, Padre Bernardo, Elisa e Salvatore, che lo hanno accompagnato al pronto soccorso. Nel pomeriggio, partenza per Olgiate Comasco. Durante il Viaggio un ulteriore “imprevisto positivo”: la neve. Giunti ad Olgiate già il paesaggio era tutto innevato. Sistemiamo la scena e raggiungiamo la sede dell’Associazione Amici di San Cataldo per la cena e dopo in scena!! Non si poteva non scatenare una battaglia con le palle di neve dopo lo spettacolo. Nel bel mezzo della battaglia altro “imprevisto”: io chiudo lo sportello della macchina ma purtroppo non mi accorgo della manina di Giorgia messa proprio lì. Aiuto! Gonfiore stratosferico seguito da fasciatura per 15 giorni (ancora oggi è gonfia la mano). Non è finita qui. Durante il viaggio di ritorno buchiamo la ruota della macchina. Ci fermiamo per cambiare la ruota e nel frattempo c’è Giusi in un angolo che vomita (troppi dolci). Di tutto e di più! Ma sempre con il sorriso e una gran gioia nel cuore nel sapere di condividere tutto per amore e nell’amore tra noi. Raggiungiamo Tradate, andiamo a letto, domani ci si risveglia e ci si prepara per la partenza. Destinazione Campofranco.

Ritorniamo al nostro piccolo paese, riconoscenti di ciò che abbiamo, con un vuoto nel cuore. Il vuoto del nostro io che da spazio alla grazia di Dio! Non posso certo dire cosa abbiamo saputo donare e se ci siamo riusciti in qualche modo. Posso testimoniare ciò che noi abbiamo ricevuto in dono in una parola che racchiude tutto: AMORE. Ci tengo a dirvi che tutto è stato gestito e organizzato da Salvatore Testa. Non è certo facile programmare la partenza di 25 persone, provvedere al loro alloggio, pensare proprio a tutto, alle macchine che dovevano accompagnarci, a letti, coperte, sostegno. E’ stato aiutato da persone gentilissime che ci hanno fatto sentire  a casa e mai, dico mai a disagio. Salvo ha anticipato il costo dei nostri biglietti aerei. Con l’incasso della vendita dei biglietti dello spettacolo e grazie a un contributo scolastico speriamo sia riuscito a coprire tutte le spese che consistono in: spese di viaggio del gruppo e dello staff tecnico audio luci che è partito giorni prima via terra con tutta l’attrezzatura e i bagagli dei nostri vestiti di scena (con il rischio di non partire a causa dello sciopero dei forconi in Sicilia); compenso al service per le 6 prestazioni; Spese varie giornaliere (pasti, trasporto, ecc….).

Noi siamo partiti con una sola intenzione: ricevere il compenso in cielo. E se dei contributi ci sono stati donati saranno destinati per la causa di Dio che sentiamo, anche inconsapevolmente, tutta nostra: alcuni si fanno impressionare dalla parola “evangelizzare”, allora diciamo più semplicemente, che la nostra causa è mettere a nudo le nostre potenzialità nelle nostre fragilità, di coltivare con sacrificio d’amore l’amicizia tra noi nell’offerta all’altro. E cosa possiamo offrire se non l’amore ricevuto nel rapporto tra noi attraverso le nostre capacità umanamente imperfette ma che in Dio divengono unione e meraviglia! Mi commuove tutto questo, e lo sono anche adesso, perché non si può avere la presunzione di capire e di spiegare il grande mistero dell’amore. So solo che insieme in Dio, si cammina meglio e con il sorriso nel cuore. Gesù ha preso le nostre mani, le ha unite per formare un unico cerchio d’amore, che né la tribolazione, né l’angoscia potrà mai spezzare.

E’ stata un’esperienza unica. Ogni giorno si generava amore su amore, nel confronto, nella correzione, nella stanchezza, nella condivisione. Come non dire grazie a coloro che ci hanno accompagnato: prima fra tutti Padre Mario Russotto, il nostro amato Vescovo, e non dico “amato” per modo di dire e non è un amore nato adesso, perché nelle fibre dell’Amore tutto ha un senso e una storia a noi comprensibile solo se abbandoniamo la presunzione della conoscenza ad ogni costo; Padre Bernardo Briganti, Padre Biagio Biancheri, Padre Vincenzo Giovino che ha dato vita in musica a una storia di santità nella maniera più naturale e efficiente possibile. Ci hanno accompagnato ogni giorno come padri, amici, fratelli tra noi. Grazie ai genitori e alle persone che hanno voluto condividere con noi quei giorni e che collaboravano in tutto, dietro le quinte, nella sistemazione delle camere, nella preparazione della colazione. Un ringraziamento va anche alle scuole che hanno partecipato al progetto, all’Associazione Amici di San Cataldo e al nostro mitico “Service”, cioè allo Staff tecnico, che ha collaborato in tutto e per tutto risparmiandoci un bel po’ di lavoro. Grazie a Pino semplicemente perché c’è e a Salvatore Testa che in quei giorni, per non far mancare nulla, non mangiava né dormiva e ha permesso che tutto ciò avvenisse.

Grazie! Grazie a tutti i nostri fratelli campofranchesi emigrati che non hanno perso l’occasione di venire a vederci, alcuni nonostante il cattivo tempo del sabato sera. Abbiamo sentito tutto l’affetto e l’orgoglio di appartenere alla stessa famiglia, alla stessa terra, allo stesso cuore.

Grazie!

Sandra Modica