Campofranco,
ogni mese con i giovani
Debutto
dell’“Happy hour”, semplicemente di
“un’ora felice”!
Il senso della vita! Questo l’argomento affrontato
nel primo Happy Hour: l’ora felice! Reduci da un’esperienza vissuta a Marineo,
dove fummo invitati a rappresentare un mimo sull’“IRA” proprio in occasione di
un Happy Hour, abbiamo ben pensato di riproporre un evento simile qui nel
nostro paese.
L’“Happy Hour” è un momento di discussione, condivisione, di preghiera, di ascolto, ascolto
di argomenti che difficilmente ti trovi ad affrontare ma che sono necessari per una crescita spirituale, per la nostra gioia, per la nostra libertà e pace. Protagonisti sono i ragazzi, i giovani e anche i meno giovani, tutti coloro che hanno sete, tutti coloro che sentono il bisogno “di un’ora felice”. Si tiene una volta al mese, il secondo venerdì del mese con precisione, alle 21.00 (il primo si è già tenuto ad ottobre, nei locali parrocchiali).. L’evento è caratterizzato da musica dal vivo e dalla presenza di un ospite, un testimonial, mi piace definirlo così, che attraverso la sua esperienza, la sua presenza, testimonierà la verità, la vita e affronterà l’argomento specifico. Ospiti della prima serata sono stati: Fra Francesco Pio e Fra Emanuele, frati minori rinnovati della Comunità di Corleone. Hanno raccontato la loro gioventù, la loro conversione, il loro amore! Affinché tutti siate resi partecipi, vi faccio un resoconto delle loro illuminanti parole.Il giovane, il ragazzo (e non solo) si trova spesso a vivere una vita
disordinata, una vita di eccessi essenzialmente per coprire un vuoto, un vuoto
che né l’alcool, né il fumo, né il sesso, possono colmare. E lo testimonia il
fatto che dopo una serata di sballo, dopo una serata di “divertimento
sfrenato”, quando siamo soli, magari prima di dormire, nel nostro intimo, nella
parte più nascosta del nostro cuore, sentiamo di non essere felici.
Ascoltiamo troppo poco la voce del nostro cuore,
così capita di avere un primo rapporto sessuale, o farsi uno spinello, o altro
di non prudente, nonostante il nostro cuore sia lontano, nonostante non
sentiamo pace in quel che facciamo … E si sente la “non pace”! Però non ci
basta! Si fa perché si deve fare, perché non è alla moda non farlo! Perché così
si fa gruppo, si crea comunione, unità: un’ unità che ci fa più soli, però! Una
comunità che ci isola da ciò che siamo: creature semplici! Siamo noi a
complicarci la vita!
Qual è la strada, il modo per capire ciò che devo
fare, ciò che è giusto fare, come comportarmi!? Innanzitutto tenere presente
sempre le dieci parole che Gesù ci ha lasciato, i dieci comandamenti, e
Fra Pio, ad un certo punto, asserisce che nessuno,
in molti anni di studio, ci ha mai chiesto: “Ma che campiamo a fa”! Ci
ritroviamo ad aver vissuto una vita vuota perché non ci siamo posti questa
domanda, perché non ci siamo soffermati
sul senso della nostra vita!
Una volta seguito il libretto di istruzioni, e la
macchina è funzionante, allora capirò in quale strada debbo camminare: non può
una Ferrari certo esprimere le sue potenzialità in una strada di campagna, così
come non può un carretto in una pista di formula uno! Questo per dire che
ognuno ha una propria strada su cui camminare, un progetto d’amore fin dalla
nascita … dobbiamo vivere per realizzarlo!
I frati hanno anche risposto alle domande che
alcuni di noi hanno posto e partecipato al piccolo, in termini di tempo, ma
grande momento di adorazione eucaristica.
Abbiamo iniziato e concluso la serata con l’inno
dell’Happy Hour.
Grazie, davvero tante grazie, a Paolo Nicastro,
penso che senza lui e la sua mitica batteria, l’happy non sarebbe stato così
“scatenato” e divertente. Grazie a Elisabetta dalle mani d’oro, la
multi-musicista specializzata in piano. Grazie a Mauro con la sua chitarra blu
“elettrica” e al piccolo Giuseppe Giuliano (non confondetelo con il grande) che
con il suo darbuka ha dato un ritmo latino alla serata. Grazie a Padre
Bernardo, promotore dell’Happy Hour, che con il suo silenzio nella preparazione
ha detto mille parole d’amore.
Grazie a Padre Alessandro che ha appoggiato e
incitato con fiducia, a chi ha collaborato in diversi modi, a chi si è lasciato
invitare e ha accettato l’invito, agli ospiti dell’ “ultimo minuto” e al VIP,
Very Importan People per eccellenza, senza il quale l’Happy non sarebbe stato,
senza il quale nulla è il bello che è: GESU’!
Ci siamo divertiti! Abbiamo ascoltato e spero
anche sentito! La stanchezza a un certo punto si è fatta sentire , vediamola
come il residuo di una sbronza, raccontiamola con altrettanto orgoglio!
Al prossimo mese!