Festa di S. Rita, fede, religione e folclore e grande partecipazione

 

Anche quest’anno è tornato il mese di maggio, tanto caro al popolo di Dio per rinnovare l’amore verso Maria, Madre di Gesù e Madre nostra e Santa Rita. E’ tornato per rinnovare la nostra devozione a due “donne di Dio” così lontane nel tempo, ma nello stesso tempo così vicine alla nostra realtà, alla nostra esperienza di fede.

Maria, come Madre ci conduce, ci ama, ci consiglia il vero bene, ci consegna nelle mani sicure del suo Figlio Gesù; Rita, che ha vissuto una vita di fede tra violenza, odio, contraddizioni ci indica la via che Gesù ha tracciato con la sua Croce per raggiungere il dono della pace e della santità.

E, come consuetudine, nella nostra Comunità Ecclesiale di Campofranco, la festa di Santa Rita è stata celebrata con solennità e grande partecipazione di fedeli che sin dai giovedì del mese di febbraio si è riunita nell’omonima chiesa per la celebrazione dei “Quindici giovedì”, dove sono state proposte diverse meditazioni alla luce della Parola di Dio presentata nel tempo forte di Quaresima e di Pasqua e meditando sulla vita e le virtù della Santa.

Il giorno della festa liturgica, è stato preceduto da un triduo, cominciato giovedì 19 maggio con il canto del Rosario di Santa Rita e la Celebrazione Eucaristica.

Momento toccante e nuovo della festa è stata la Fiaccolata con il Reliquiario di venerdì 20 maggio con al partecipazione straordinaria di un corteo realizzato dal gruppo giovani della Parrocchia con la rappresentazione vivente della vita della Santa, che in diverse soste hanno contribuito, grazie anche alle meditazioni di Don Alessandro a vedere anche in maniera pratica le virtù e i doni di Dio dati alla Santa di Cascia. 

A preannunziare la festa sono stati lo sparo dei mortaretti di sabato 21 maggio, giorno della vigilia, che ha visto per questa giornata due momenti importanti: la Santa Messa con i Vespri Solenni e in serata è stato realizzato un momento ricreativo per i nostri bambini che nella “Passeggiata…in bicicletta” hanno rallegrato le nostre strade.

Il giorno della festa, anche se quest’anno caratterizzato da una pioggia battente per tutta la giornata e che per la prima volta non ha permesso la tradizionale processione al Villaggio, non ha scoraggiato  i fedeli a partecipare numerosi alle Celebrazioni delle Sante Messe con la benedizione delle rose, simbolo di Santa Rita, celebrate dal parroco Don Alessandro Rovello e dal viceparroco Don Bernardo Briganti; alle 10.30 è stata celebrata la Santa Messa solenne seguita dalla Supplica e dalla benedizione e distribuzione  delle “rose di pane” nel salone attiguo alla chiesa.

La tradizionale processione, così come detto prima a causa della pioggia è stata rinviata al pomeriggio di domenica 29 maggio che ha visto ugualmente tanta partecipazione di fedeli che insieme alla Banda cittadina “Michele Saia” diretta dal maestro Giovan Battista Favata, hanno accompagnato il simulacro della Santa per le vie del paese fino al Villaggio, dove giunti è stata celebrata la Santa Messa e contemporaneamente il simulacro ha proseguito per la visita e la benedizione da parte del Parroco dei luoghi di lavoro che sorgono nelle vicinanze.

Terminata la benedizione dei luoghi di lavoro il simulacro è tornato al Villaggio per la processione interna, i giochi d’artificio e il rientro in paese, dove la benedizione delle macchine e un bellissimo spettacolo realizzato dal Gruppo Folkloristico “Sicilia ‘nu cori” di Campofranco hanno concluso i festeggiamenti.

Cosi come ogni anno voglio proporre agli affezionati lettori di questo mensile un pensiero non solo alle manifestazioni religiose e ricreative della festa, ma anche sulla figura di Santa Rita, e vorrei farlo donando a questo un titolo: “La fede, la speranza e la carità di una moglie e madre”.

Nella vita di Santa Rita sicuramente una parte molto importante è stata rappresentata dai diciotto anni di vita matrimoniale con Paolo di Ferdinando Mancino.

Sappiamo che Paolo era un uomo d’armi, dal carattere difficile e aspro, coinvolto nelle passioni politiche e terrene; il suo cuore era come un terreno inaridito dall’odio e dalla violenza. I primi tempi della vita matrimoniale non dovettero essere certamente semplici.

Rita proveniva infatti da una famiglia di “pacieri” in cui aveva vissuto gli insegnamenti del Vangelo, concretizzati dall’amore coniugale tra i suoi genitori e dall’amore per il prossimo, che essi le avevano insegnato a vivere fino in fondo. Trovarsi inserita in un contesto totalmente opposto a quello in cui aveva vissuto fino alle nozze, non fu sicuramente motivo di serenità, ma di dolore e sofferenza morale.

Ma, dopo aver raggiunto nella casa di Rita la serenità, poiché Paolo aveva abbandonato la passione politica e le armi per seguire la via indicata nel Vangelo, si abbatté il momento doloroso della prova: Paolo venne assassinato nei pressi del mulino dove viveva e lavorava.

Rita probabilmente sentì o vide dalle finestre del mulinaccio quanto stava avvenendo, corse in aiuto del marito ormai morente, ma non le restò che nasconderne la camicia insanguinata, perché i figli vedendola non volessero vendicare il padre.  Si può ben immaginare quanto il cuore di Rita sia stato straziato dal dolore, ma la sua Fede, la spinse subito ad un primo atto di Carità: nascondere quella camicia insanguinata e tacere il nome degli assassini, per evitare odio e delitti.

Il suo silenzio è dunque la prova di una Fede profonda. Solo abbandonata completamente all’amore ed alla volontà di Dio, Rita poté infatti trovare conforto in un dolore tanto grande e la forza per indicare agli altri la via dell’Amore.

Non è facile pensare umanamente ad una azione simile, ma la si può solo capire nella prospettiva di una Fede vissuta in maniera intensa e concreta. Soltanto la Fede può alimentare l’amore per Dio e per il prossimo e nel caso della Santa di Cascia tutto questo diventa una testimonianza quanto mai viva, proprio in quel delicato periodo. La sua Carità, generata dalla Fede, si esercitò infatti nell’indicare la via del perdono non solo ai figli, ma anche ai parenti del marito.

Sappiamo anche che proprio da parte di questi ultimi non venne compresa e considerata, per questa sua silenziosa offerta d’amore. Il dolore per la perdita del marito venne accresciuto dalle umiliazioni, dall’ emarginazione, dalle ansie per la sorte dei figli. In tanta sofferenza,  Rita trovò ancora un unico spiraglio di luce: volgere lo sguardo a Gesù Misericordioso che perdona dalla Croce.

Tuttavia, come da questa sua Fede “provata” nacque la Carità,  per quanti vennero coinvolti nella delittuosa vicenda e nella vendetta contro gli assassini di Paolo, così da essa maturò anche la viva Speranza di raggiungere il perdono e la pace tra le famiglie in lotta. Tale Speranza fu talmente generata dalla Fede e legata all’Amore che, proprio in nome del perdono, spinse Rita a compiere un secondo atto di Carità: offrire a Dio l’innocenza dei figli; il Signore, infatti, li chiamò a se prima che si macchiassero le mani di sangue.

Non si può negare che questo nuovo lutto fu certamente causa di un ulteriore strazio; anch’esso però trovò la sua prospettiva nelle tre virtù che si intrecciano l’una con l’altra nella vita della Santa: credere, amare e sperare.

E il Signore non mancò di premiare queste sue virtù: porgendo ascolto alla sua preghiera, accogliendo i frutti della sua Carità e coronando la sua Speranza: ispirò sentimenti di pace nei cuori agitati dall’odio.

In questo difficile momento della vita di Santa Rita, appare con tutta forza l’attualità della sua testimonianza e la forza della sua esemplarità di cristiana autentica.

A noi, spesso viene spontaneo chiederci: come ci sia riuscita? Sicuramente la condizione necessaria è stata la sua Fede forte.  Rita infatti non si è mai vergognata, fin dai primi momenti della vita coniugale, di portare sulle labbra il nome di Gesù, di parlarne e indicarne gli insegnamenti a Paolo.

La Fede nel Signore inoltre le ha permesso di leggere e vivere in modo cristiano le asprezze del carattere del marito e le sofferenze morali di un cammino familiare difficile e con la sua preghiera e le sue lacrime ha ottenuto che il suo cuore si sciogliesse dalla durezza.

Così come la Fede e la preghiera sono state le armi della Santa di Cascia per “disarmare” materialmente e spiritualmente il marito, tanto più possono esserlo oggi nelle difficoltà e tentazioni che in tante famiglie si devono affrontare. 

Nel manifestare la sua profonda Fede in Cristo, Santa Rita,  ha inoltre realizzato pienamente la Carità nelle mura domestiche, perché ha amato veramente e pienamente Paolo e i figli, guidandoli spiritualmente, con l’esempio di una coerente e autentica sposa e madre cristiana, amando Dio e il prossimo e con la sua stessa testimonianza di sofferenza, di fede, di preghiera e di conversione del marito, lascia a tutti un messaggio importante: l’invito alla Speranza.

Sembra quasi voler indicare con la sua esperienza la strada da percorrere, sicuri che, forti nella fede, la speranza non sarà mai delusa perché la sua fonte è Dio stesso.

In quanto membro del Comitato dei festeggiamenti, concludo elencando e ringraziando quanti in diverso modo hanno collaborato alla buona riuscita dell’organizzazione della festa: il parroco Don Alessandro Rovello e il viceparroco Don Bernardo Briganti  per aver dimostrato tanta disponibilità, Calogero Cannella, Antonino Costanzo, Osvaldo Di Bona, Coniugi Di Carlo-Restivo, diacono Vincenzo Esposito Pellitteri, Alessandro Favata, Enza Favata, Giuseppe Favata “Olandese”, Giuseppe Favata di Vincenzo, Attilio Giambrone, Ersilia Lipari, Maria Liuzzo, Maria Lo Curcio, Antonio Favata per la guida del mezzo di trasporto che ha portato in processione Santa Rita per le strade della nostra Campofranco e del Villaggio, Rosalia Palumbo, Ermelinda Restivo, Lillina Valentino, Mimma Vitellaro, il Direttore de “La Voce di Campofranco” Vincenzo Nicastro e la famiglia Falletta con tutti i devoti che abitano nel Villaggio Faina.

Un ringraziamento va anche alle proff. Francesca Taibi e Maria Galioto per lo spettacolo folkloristico del gruppo Sicilia ‘nu cori e ad Enzo Favata presidente del Club Auto Moto d’Epoca di Campofranco per il raduno e la sfilata di macchine d’epoca nella mattinata di domenica 29 maggio.

Santa Rita, la quale si mostra a tutti i suoi devoti come dolce e dolente figura amica, sempre pronta a spalancare il suo cuore e ad accogliere le lacrime e i bisogni di quanti a lei si rivolgono, ci ottenga dal Signore, la sua stessa forza nel compiere con semplicità il cammino della vita e la benedizione alle nostre famiglie, ai nostri emigrati, ai lettori di questo mensile, perché non manchino nelle nostre case e nei nostri cuori la Fede, la Speranza e la Carità.

Giuseppe Favata