Sutera, padre Miserendino è il nuovo arciprete
(Foto,didascalia: il solenne insediamento di padre Francesco, a destra del vescovo mons. Russotto)
P. Francesco Maria Miserendino è stato ordinato sacerdote da S.E. Mons. Mario Russotto, presso la cattedrale di Caltanissetta il 29 gennaio 2005, ed ha guidato la comunità della parrocchia S. Pio X di Caltanissetta, in qualità di Vicario parrocchiale, per due anni.
Il primo settembre 2008 è stato nominato Amministratore della Parrocchia Sant’Agata di Sutera nonché Rettore del Santuario Diocesano di San Paolino.
Il quattro settembre 2009 è stato nominato Parroco di Sant’Agata e il 22 giugno 2010, festa di S. Paolino compatrono, a seguito delle dimissioni di P. Giuseppe Carruba, Arciprete della comunità suterese, la quale ha la possibilità di riunirsi e partecipare al Sacrificio Eucaristico in ben sei chiese.
Il novello arciprete, oggi, come quando ha iniziato il suo servizio ministeriale a Sutera, si propone di far crescere i fedeli attraverso un percorso caratterizzato da tre corsie, in sintonia con i canoni del Concilio Vaticano II.
Una corsia è la catechesi, che ci arricchisce e ci permette di vivere il nostro essere cristiani in maniera sempre più consapevole. La Parola arriva a tutti, attraverso non solo le omelie, ma anche per mezzo delle lectio bibliche del giovedì e la formazione specifica per ogni gruppo interparrocchiale. Essa permette di cogliere e vivere la dimensione della comunità-Chiesa come unico gruppo familiare, che si fortifica, attingendo alla stessa fonte, e porta la medesima acqua a chi è prossimo.
Attraverso la catechesi, P. Francesco sottolinea regolarmente che la fede va vissuta nel concreto, nei luoghi dove ciascuno si trova ad operare (casa, strada, mondo del lavoro, scuola, …), e puntando sull’essenziale.
Per fede, ciascuno ogni giorno porta la croce personale alla sequela di Cristo e vive nella gioia del Risorto.
I cristiani, che vivono così la fede, si fanno veri testimoni di Cristo e catechizzano con l’esempio l’intera comunità.
Per affrontare la fatica quotidiana, si viene fortificati dall’Eucaristia e dalla preghiera, personale e comunitaria, a cui il novello arciprete è presente regolarmente e con puntualità. Egli, insieme alla comunità, prima di ogni Celebrazione Eucaristica affida i fedeli a Maria, recitando il S. Rosario, e settimanalmente, ogni venerdì, si pone in adorazione davanti al Santissimo.
Non dimentica di presentare ai fedeli i santi come nostri modelli di vita e di fare riscoprire la fede che ha accompagnato i suteresi di secolo in secolo, purificando i racconti da credenze e fantasie, che oggi non aiutano più le persone a crescere spiritualmente, per far cogliere la sostanza della vita vissuta evangelicamente.
Il suo è, infatti, un costante invito ad operare le scelte di vita all’insegna della consapevolezza, dell’obiettività, della maturità, perché nulla sia fondato sulla tradizione del <>, in quanto il passato è fondamento del presente, ma esso va valutato in relazione alle attuali esigenze dell’uomo, che cambiano nel tempo.
Un’altra corsia è quella dell’unione, delle relazioni positive, dell’amore fraterno che contraddistingue i seguaci di Cristo. Oggi più di prima ciascuna persona della comunità ha bisogno di sentirsi membro di un unico gregge alla cui guida sta un solo pastore.
Invita costantemente a vivere la vita cristiana, il perdono, la carità, non apparenza ma dono dell’intimo rapporto con Dio, che supera limiti di pensiero, di scelte e di territorio, poiché, al di là delle umane diversità, tutti siamo chiamati allo stesso destino, l’incontro gioioso con il Padre.
Altra corsia dell’unico percorso di vita cristiana è legata al bello, curato attraverso la salvaguardia e la fruizione delle bellezze, mezzo di evangelizzazione e frutto della fede. Le bellezze, infatti, in qualità di arte statuaria ed artistica, trasmettono la fede che si fa vita, unificando l’essere e il vivere.
In diverse occasioni, egli trova spunto di riflessione nei quadri di cui sono ricche le nostre chiese e dei quali talvolta non conosciamo i soggetti e la storia. Così riscopriamo nelle opere quella che si suol definire la Bibbia dei poveri, che un tempo alla gente scarsamente alfabetizzata dava l’opportunità di conoscere le cose di Dio attraverso la lettura di immagini. L’uomo di oggi, invece, pur possedendo adeguati alfabeti per leggere scritti di vario genere, a causa della distrazione, non si ferma a focalizzarli, per trarne validi insegnamenti.
Il bello curato da P. Francesco, comunque, è legato in primo luogo alle celebrazioni liturgiche, massime espressioni di fede, le quali devono essere partecipate in maniera viva e vivificante. Tale partecipazione è vera solo nell’incontro personale e comunitario con il Risorto, e si esterna nell’accoglienza dei diversi carismi dei vari fedeli, che insieme formano l’unico Corpo il cui capo è Cristo.
Ovviamente adeguate condizioni esterne aiutano il fedele a meglio collegarsi con l’Altissimo e proprio per questo P. Francesco, oltre a lucidare e far brillare ogni tempio, a decorarlo con piante e fiori, si è impegnato, con il sostegno della popolazione suterese, ad acquistare nuovi banchi sia per la chiesa di Sant’Agata che per il Santuario di San Paolino (facendo portare i vecchi banchi nella chiesa di San Francesco), a far restaurare sia la chiesa che la sacrestia di Sant’Agata, il lampadario, a comprare il confessionile, a rinnovare l’impianto di illuminazione, l’amplificazione, le campane e l’orologio, nonché gli addobbi degli altari.
Nella chiesa di San Giovanni ha provveduto a mettere in sicurezza cornicioni e grondaie, a far restaurare i numerosi quadri ed a progettare l’ex convento.
Nel Santuario di San Paolino, sito sul monte omonimo, oltre all’acquisto dei banchi, ha provveduto alla sistemazione del tetto, all’amplificazione, al sistema di allarme ed agli addobbi sacri.
Nella chiesa della Madonna del Carmelo ha fatto potenziare l’amplificazione, ha messo a nuovo le campane e si sta cimentando a far sistemare l’impianto di illuminazione.
Non mancano progetti da realizzare, sempre con la generosa collaborazione dei fedeli, che sostengono le idee dell’arciprete. Le corsie di detto percorso vogliono raggiungere un’unica meta: la realizzazione del Regno di Dio nella nostra vita, la santità, l’eterno giubilo!
Da qui la necessità di operai instancabili, semplici, umili e servizievoli. Buon lavoro!
Carmelina Sanfilippo
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