Testimonianza
Padre Nazareno Falletta, piccolo grande prete


Padre Nazareno è stato per me, la mia famiglia e la comunità del Villaggio Faina di Campofranco, una presenza costante e, anche se lo abbiamo riconosciuto dopo, importante. Importante perché era sempre presente a condividere i nostri avvenimenti lieti e a confortare nei momenti di afflizione; sempre disponibile e pronto a guidare il suo piccolo gregge, a volte ribelle, quale eravamo noi famiglie del Villaggio, senza desistere dal suo proposito di portarci tutti sulla via del Signore, anche coloro che non si lasciavano guidare, perché lontani dalla chiesa.
Lo ricordo da sempre, da quando, lui abbastanza giovane ed bambina, veniva a celebrare la messa nella chiesetta della Montecatini, vicino alla stazione ferroviaria di Campofranco, costituita da una grande sala che accoglieva tutti noi fedeli e cioè: le famiglie dei contadini, degli impiegati della vicina miniera di zolfo Cozzo Disi e dei dipendenti della Montecatini.
Era un rito riunirsi ogni domenica alla nove del mattino in chiesa per partecipare alla messa ed ascoltare i sermoni del nostro piccolo prete, che si accalorava tanto, durante le omelie, da alzare a tratti la voce e tuonare alla maniera del Savonarola.
Desidero, inoltre, non sottovalutare il riconoscimento della cultura di padre Nazareno. Quando mio fratello Giovanni veniva regolarmente “rimandato”, al Liceo Classico, era lui che gli dava lezioni di latino e per quanto riguarda la conoscenza delle Sacre Scritture la sua preparazione era indiscussa.
Non ci ha mai lasciati senza messa, né la domenica, né per le altre feste comandate, né per la mezzanotte del ventiquattro dicembre; abbiamo sempre visto nascere Gesù grazie alla sua disponibilità. A volte veniva a piedi da Campofranco, anzi quando veniva alla stazione, scendeva da Campofranco sempre a piedi, perché allora nessuno o quasi aveva la macchina (erano gli anni 1950-1960 n.d.r.).
L’ho ritrovato, dopo qualche anno, come parroco della chiesa “Sacra Famiglia” del Villaggio Faina e ne sono stata felice. Gli sono stata vicina e sono contenta di averlo aiutato nelle varie organizzazioni, specie nella preparazione dei canti per la messa. Veniva a casa mia per chiedere pareri e collaborazione quando invitava i presbiteri dei paesi vicini per farci seguire gli esercizi spirituali e la catechesi, nella speranza di condurre i nostri mariti, sempre restii, a partecipare alla messa domenicale o ad altre funzioni religiose.
Non è stato mai venale, anzi a volte, per alcune iniziative metteva del suo. Anche al Villaggio, specialmente quando scendeva da paese, durante la settimana, veniva e tornava a piedi con qualsiasi tempo, anche d’inverno.
Padre Nazareno, presenza costante: c’era come consolatore quando ho perduto mia madre; c’era quando un anno e mezzo dopo ho perduto mio fratello Gigi; c’era, con la sua umanità e con la sua discrezione.
Anche se queste cose si apprezzano di più dopo averle vissute, tutti noi del Villaggio dobbiamo riconoscere di avere avuto motivo di ringraziarlo per una parola buona, un gesto, un conforto. Grazie per esserci stato, Padre Nazareno. Noi che per dono divino ti abbiamo avuto vicino, non ti dimenticheremo mai. Stai ancora accanto a noi, adesso sicuramente godi della visione di Dio e gusti il suo amore e. finalmente, ti riposi e non devi più camminare a piedi.
Prega per noi, perché un giorno possiamo rivederci in Cielo.

Gaetanina Libonati
(Porto Empedocle, AG, 10.8.2010)

Domenica 29 agosto 2010, nella Chiesa di Santa Rita di Campofranco, è stata celebrata una messa di suffragio per l’anima di padre Nazareno, nel dodicesimo anno della sua morte.


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