Nel 1° Centenario della nascita, 1910-2010
Inaugurato un monumento a Don Nazareno Falletta, nella splendida cornice della festa di S. Rita

Il periodo di preparazione.
Anche quest'anno, nella nostra Comunità Ecclesiale di Campofranco, è stata celebrata con solennità la festa di Santa Rita che ricorre liturgicamente il 22 maggio, preceduta innanzitutto dai "Quindici giovedì", una forma di devozione nata nel popolo cristiano quasi trecento anni fa e mai interrotta nel tempo, a ricordo degli anni duranti i quali Rita soffrì il dolore della spina, segno del suo abbandono totale e fiducioso in Gesù Crocifisso, iniziata nel mese di febbraio, dove sono state proposte alla comunità diverse meditazioni alla luce della Parola di Dio presentata nei tempi di Quaresima e di Pasqua e meditando sulla vita della Santa.
Il giorno della festa liturgica, è stato preceduto da un triduo, cominciato mercoledì 19 maggio con il canto del Rosario di Santa Rita e la Celebrazione Eucaristica, con la quale il giovane arciprete Don Alessandro Rovello, ha meditato nelle tre sere con semplicità e chiarezza che lo distinguono e direi anche con devozione tre aspetti della vita della Santa, facendo riferimento sia alla Parola di Dio che all'artistico simulacro venerato nella nostra chiesa di Santa Rita: il primo giorno del triduo ha evidenziato la bellezza degli occhi di Santa Rita che contemplano il Crocifisso sorretto tra le mani e nello stesso tempo sono rivolti alle necessità, alle preghiere, al cuore dei devoti che a lei si rivolgono; il secondo giorno ha messo in risalto le mani, ponendo Santa Rita come esempio di umile donne di famiglia e di preghiera; il terzo giorno invece, la bocca come segno non di maledizione nei confronti dei nemici, ma come strumento da cui far uscire, sgorgate dal cuore, parole di pace, di lode al Signore e di testimonianza delle meraviglie compiute nella sua vita. A preannunziare la festa sono stati lo sparo dei mortaretti di venerdì 21 maggio, giorno della vigilia, che ha visto per questa giornata due momenti importanti: la Santa Messa con i Vespri Solenni e in serata è stato presentato il bellissimo musical ideato e scritto dall'ormai prossimo sacerdote Vincenzo Giovino dal titolo "Rita: una rosa tra le spine" e realizzato dai giovani del Gruppo Teatrale "Madre Teresa" di Campofranco.
L'inaugurazione del Monumento a Don Nazareno Falletta
Il giorno della festa è stato un susseguirsi di manifestazioni religiose e tradizionali e anche storico-artistiche e culturali. Nella mattinata, la celebrazione di Sante Messe con la benedizione delle rose, simbolo di Santa Rita, celebrate dall'arciprete parroco don Alessandro Rovello e dal viceparroco don Ivan Graci; alle 10.30 è stata celebrata la Santa Messa solenne partecipata dal sindaco dott. Calogero Mazzara e dai rappresentanti dell'Amministrazione, dell'Arma dei Carabinieri e della Forestale e di Associazione e cittadini di ogni età. E' seguita la Supplica e la benedizione e distribuzione delle rose di pane sul sagrato della chiesa.
Un evento storico ha chiuso la mattinata della festa: l'attesa inaugurazione del busto e monumento dedicato a don Nazareno Falletta nel 1° centenario della nascita (1 aprile 1910-2010), offerto dall'Amministrazione Comunale di Campofranco per ricordare alle generazioni future la figura di un sacerdote umile, zelante e creativo; che ha diffuso instancabilmente nella comunità di Campofranco, per oltre sessant'anni di vita presbiterale, la Parola di Dio e amministrato i sacramenti; è stato vicino ai giovani e ai bisognosi, divulgando con profondo amore la devozione a Santa Rita, promuovendo diverse iniziative, lasciando duraturi segni del suo passaggio, impreziosendo la chiesa a lei dedicata con varie statue, dipinti realizzati dal compaesano Carmelo Scannella (1924-1994) e stucchi di Salvatore Pera, anche lui di Campofranco.
A mezzogiorno, quindi, don Alessandro Rovello ha benedetto il monumento e poi ha dato lettura del messaggio fatto pervenire dal vescovo mons. Mario Russotto, impossibilitato a presenziare.
Oltre al sindaco Calogero Mazzara e ai rappresentanti dei Carabinieri e della Forestale erano presenti gli assessori Rino Pitanza, vice sindaco, Pamela Nobile, Vincenzo D'Anna e Alessandro Di Leo, il presidente del consiglio comunale Lillo Guagenti e i consiglieri comunali, la dirigente scolastica Carolina Taibi, don Salvatore Falzone, già vice parroco a Campofranco, numerosi cittadini.
Significativa la presenza dell'architetto professore Vincenzo Lucchese Salati dell'Università di Venezia, cittadino onorario di Campofranco e principale donatore degli oggetti esposti nel Museo di Storia Locale, che ha redatto e proposto il progetto del monumento con impegno e dedizione, con il solo scopo di voler donare qualcosa di artisticamente importante alla comunità locale.
Presenza doverosa e obbligata quella del prof. Vincenzo Nicastro, presidente dell'Associazione Culturale Don Pio Sorce e direttore responsabile de La Voce di Campofranco, che ha seguito e curato l'iter burocratico, l'organizzazione della manifestazione e la realizzazione dell'opera artistica in ogni sua fase, con la collaborazione dell'Amministrazione Comunale.
L'inaugurazione è stata seguita in tutto il mondo in contemporanea Italiaonline.Tv. Il servizio è stato curato dallo staff redazionale diretto dal giornalista Flavio Nicastro. A conclusione sono state mandate in onda alcune interviste che hanno coinvolto diverse persone presenti all'evento.
La processione verso il Villaggio e quella di rientro.
Nel pomeriggio invece, si è snodata la processione con il simulacro della Santa per le vie del paese e con il proseguimento per il Villaggio Faina, accompagnata dalle note della Banda cittadina "Michele Saia", diretta dal maestro Giovan Battista Favata; giunti al Villaggio è stata celebrata la Santa Messa e contemporaneamente il simulacro ha proseguito per la visita e la benedizione dei luoghi di lavoro che sorgono nelle vicinanze.
Il simulacro di Santa Rita è rimasto nella chiesa Sacra Famiglia fino a domenica 30 maggio. Durante la settimana il diacono Vincenzo Esposito Pellitteri ha presieduto nella chiesa del Villaggio vari momenti di preghiera, di ascolto e di meditazione della Parola di Dio, risultando veri e propri incontri di "famiglia" e dove Santa Rita si è posta, quale vera missione dei Santi, come mezzo che ci ha portato a seguire ed imitare Cristo.
Domenica 23 maggio, in paese, si sono svolte due manifestazioni aggregative: nella mattinata l'ormai immancabile sfilata di macchine d'epoca organizzata dal Club Auto e Moto d'epoca con il suo presidente Enzo Favata e nella serata in Piazza Santa Rita è stata proposta grazie ad un contributo della Provincia Regionale di Caltanissetta, una commedia della Compagnia Teatrale "Luigi Capuana" di Campofranco.
L'ultimo giorno di festa è stato domenica 30 maggio con la Celebrazione Eucaristica alle ore 19.30 sul sagrato della chiesa del Villaggio, la processione, i giochi pirotecnici e il rientro del simulacro in paese con una lungo coda di macchine che hanno accompagnato Santa Rita nella sua "abituale" chiesa.
A chiudere la serata sono state la benedizione delle macchine e un Festival della canzone anni '60 e '70 offerto dall'Amministrazione Comunale, con la partecipazione del gruppo musicale locale "The Ucla", che ha registrato la partecipazione venti giovani cantanti provenienti da varie parti della Sicilia. Presentatore Biagio Di Martino, il noto conduttore del programma televisivo di Teleacras "In…canto".
L'insegnamento di Santa Rita da Cascia
Come ogni anno voglio proporre agli affezionati lettori di questo mensile un pensiero non solo alle manifestazioni religiose e ricreative della festa, ma anche sulla figura di Santa Rita, sulla sua testimonianza di fede e sul messaggio che ancora oggi vuole trasmetterci e questo voglio farlo prendendo qualche riferimento dal Vangelo.
Gesù nel Vangelo ci ha parlato di cose piccole, per la vita eterna, vincenti nella vita e nella storia: il granello di senapa che diventa un grande arbusto dove si annidano gli uccelli del cielo, i piccoli ai quali è data la sapienza del Regno di Dio, la sua Parola che genera la vita eterna, la Croce stoltezza per i pagani, ma segno di salvezza e di gloria per noi cristiani, gli spiccioli della vedova, il bicchiere d'acqua dato all'assetato.
Dio Padre, nella sua continua bontà e misericordia chiama ancora oggi come nel passato uomini e donne capaci di accoglierlo, predicarlo e testimoniarlo con la vita perché sceglie nel mondo ciò che è stolto per confondere i sapienti e ciò che è debole per confondere i forti.
Anche Rita, come l'apostolo Paolo potrebbe dire: "…mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi , nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo perché quando sono debole è allora che sono forte" (2 Cor. 12,10), perché lei, non sapiente secondo la carne, non potente, non nobile è stata quel granello di senapa, quel pugnetto di lievito nella Chiesa e per la Chiesa e particolarmente per la terra di Cascia e dei paesi vicini dove lei è vissuta e dove Dio l'ha voluta per essere segno di speranza, là dove cresceva più zizzania che buon grano e regnavano la superstizione, il lusso, la miseria, il delitto e la vendetta.
Santa Rita con la sua testimonianza di fede ci insegna principalmente tre cose: ad amare, seguire e pregare il Signore: amarlo, non avendo nei confronti del Signore sentimenti di affetto e di stima, ma abbandonandosi completamente nelle sue mani manifestando la nostra obbedienza nella fede; seguirlo, non ricordandolo o interpellandolo solo e quando ne abbiamo bisogno, ma rispondendo con tutto noi stessi, con tutta la nostra vita al suo richiamo e alla sua volontà; pregarlo, invece, non dando a Dio l'indicazione di cosa deve fare, ma rimettendo nelle sue mani e nel suo Cuore di Padre tutti i problemi e le difficoltà nella vita.
Oltre a questi tre insegnamenti che ci indicano quale deve essere il nostro rapporto con Dio, ripercorrendo la vita di Santa Rita ci si accorge che ad ognuno voglia dire qualcosa e questo lo si può riassumere con un espressione che viene riportata nel prefazio della Messa del giorno della festa: "…la sua forza vitale era l'amore e da questa fu guidata nei vari stati della sua vita". Con questa forza verso il suo Signore Gesù Cristo, poté santificarsi prima come giovane, poi come donna, sposa, madre, vedova e religiosa.
Sant'Agostino, in un suo discorso rivolto ai fedeli d'Ippona, diceva: "…onorare i Santi e non imitarli è vana lusinga. Nella Chiesa le celebrazioni dei Santi sono state istituite alfine di stimolare i cristiani raccolti insieme all'imitazione… contemplare il volto dei Santi è lasciarsi illuminare da quella luce che essi riflettono".
La santità di Rita, non sta soltanto nella potente preghiera d'intercessione che la devozione popolare le attribuisce, quanto più nella sua vita ordinaria e normale.
Oggi, viviamo in un mondo in cui tanti valori sono cambiati e spesso si sperimenta l'incertezza e il disorientamento; tante mamme sperimentano la preoccupazione per i figli e si ha il bisogno di qualcuno che possa riaprire il sentiero della speranza, e chi meglio di Santa Rita può aiutarci, lei che ha vissuto in semplicità e con la coerenza di cristiana tutti gli stati di vita?
Rita, vissuta alla scuola dell'unico e vero Maestro, Gesù Cristo, prima come figlia, poi come sposa rivelandosi un vero "angelo" del focolare e trasformando radicalmente la vita del marito; poi come madre sollecita e prudente di due figli, per i quali dopo l'uccisione del padre chiede la morte per timore che in loro assalisse l'ombra della vendetta, successivamente come vedova e infine come religiosa ci insegna innanzitutto l'amore verso il prossimo con la generosità del perdono; che tante volte risulta piuttosto difficile, ma da Rita che prende come modello Gesù che perdona dalla Croce ci accorgiamo che senza l'aiuto e la grazia di Dio tutto è impossibile.
Ci insegna ad essere costruttori di pace nel rispetto della dignità della persona e "itineranti missionari" di riconciliazione, come lei ha fatto tra le famiglie dei suoi parenti e con quelli del marito; ci insegna anche ad amare in tutta la sua divinità e umanità, Gesù, che pur essendo Dio, si fa uomo come noi, per condividere con noi le ansie, le preoccupazioni, la sofferenza, donando totalmente se stesso morendo sulla Croce e risorgendo per ridarci la vita.
Rita offrendo la sua vita al Signore nella preghiera, nella penitenza, al servizio dei fratelli, partecipando misticamente alla sua Passione con il segno della spina sulla fronte ci insegna anche a dare valore alla sofferenza offrendola con amore, ben sapendo che "…le sofferenze di questo mondo non sono paragonabili alla gloria futura".
Con questo programma di vita, Santa Rita, esorta i giovani ad essere responsabili della propria dignità umana e cristiana, liberi interiormente, generosi e gioiosi nel seguire le ispirazioni dell'anima verso il bene; esorta le spose alla fedeltà e all'accoglienza della diversità perché con la costanza, la preghiera, l'amore vicendevole, ma soprattutto con l'esemplarità della propria testimonianza, sappiano divenire luce nei momenti bui della vita; esorta le mamme ad educare ed aiutare a crescere i propri figli prendendosi cura non solo delle esigenze materiali, ma anche e principalmente di quelle spirituali; dinanzi, al dolore di chi resta solo, avendo perso i propri cari, Santa Rita esorta l'importanza di saper trovare nella fede e fissando lo sguardo a Gesù sofferente sulla Croce, la forza per proseguire il cammino terreno; ed infine, alle religiose esorta a vivere il carisma dell'Ordine, basato sul rispetto della persona umana, della diversità, uniti dalla carità nella comunione fraterna.
Ringraziamenti In quanto membro del Comitato dei festeggiamenti, concludo ringraziando quanti in diverso modo hanno collaborato alla buona riuscita dell'organizzazione della festa: il parroco don Alessandro Rovello per aver dimostrato tanta disponibilità e simpatia, il viceparroco don Ivan Graci, Calogero Cannella, Gianna Cannella, Antonino Costanzo, Osvaldo Di Bona, Coniugi Di Carlo-Restivo, diacono Vincenzo Esposito Pellitteri, Alessandro Favata, Enza Favata, Giuseppe Favata "l'olandese" per il servizio fotografico, Giuseppe Favata di Vincenzo, Ersilia Lipari, Maria Lo Curcio, Vincenzo Morreale per la guida del mezzo di trasporto che ha portato in processione Santa Rita per le strade di Campofranco e del Villaggio, Rosalia Palumbo, Gaetano Schillaci, Mimma Vitellaro, lo Staff di "ItaliaOnline", il prof. Vincenzo Nicastro, direttore de "La Voce di Campofranco" e la famiglia Calogero Falletta con tutti i devoti del Villaggio Faina.
Santa Rita, la quale si mostra a tutti i suoi devoti come dolce e dolente figura amica, sempre pronta a spalancare il suo cuore alle lacrime e ai bisogni di quanti la invocano con cuore sincero, ci ottenga dalla Santissima Trinità, la sua stessa forza nel compiere con semplicità il cammino della vita e ci sia di sostegno quando le sofferenze e le difficoltà ci inducono a voltarci indietro.

Giuseppe Favata


Don Nazareno, un prete zelante e caritatevole
Caltanissetta, 21 maggio 2010
Carissimo Arciprete,
non sono presente fisicamente alla bella festa di S. Rita e all'inaugurazione del monumento a padre Nazareno Falletta. Sono accanto a voi, però, con la mia preghiera e con la mia benedizione e ti chiedo di farti portavoce presso la comunità tutta dei sentimenti di gioia e di comunione nel Signore che provo in questo momento.
Ricordare, in quest'anno sacerdotale, un prete zelante e caritatevole come padre Nazareno, è un segno per tutti (giovani e meno giovani, vicini e lontani) dell'Amore di Dio che si manifesta anche attraverso i sacerdoti, suoi ministri chiamati a testimoniare la verità e la bellezza del messaggio cristiano.
Porgi allora i miei più calorosi saluti e auguri a tutte le persone presenti, alle autorità, a quanti con impegno costante hanno operato per la realizzazione di quest'evento e a tutto il popolo di Dio che è in Campofranco.
Su tutti scenda copiosa la benedizione del Signore.
Saluto anche te con rinnovata fiducia e affetto filiale.

Mario Russotto vescovo


Grazie a tutti

Ringrazio nella qualità di presidente dell'Associazione Culturale Don Pio Sorce e di direttore responsabile de La Voce di Campofranco:
l'Amministrazione comunale guidata dal sindaco dott. Calogero Mazzara, che ha promosso la realizzazione del monumento;
gli assessori Rino Pitanza, vice sindaco; Pamela Nobile, Vincenzo D'Anna e Alessandro Di Leo;
il presidente del Consiglio comunale Lillo Guagenti e tutti i Consiglieri;
il prof. architetto Vincenzo Lucchese Salati, cittadino onorario di Campofranco, che ha elaborato e proposto il disegno del monumento, senza alcun compenso;
il sig. Giuseppe Ilardo, titolare del Laboratorio di Marmi di Vallelunga Pratameno, che ha realizzato e collocato il monumento con precisione e rispettando i tempi della consegna dell'opera;
l'ing. Salvatore Di Giuseppe e tutto lo staff dell'Ufficio Tecnico del Comune, che hanno seguito attentamente l'iter burocratico e l'abbellimento della piazzetta;
il sig.Gaetano D'Amico, che ha collocato gratuitamente la base di marmo;
i sigg. Rosario Vitellaro e Angelo Mazzara, che con i loro mezzi meccanici, si sono messi a disposizione per collocare il monumento;.
il geom. Calogero Nicastro, il geom. Salvatore Favata e il tecn. i.m. Giuseppe Favata con i giovani del Comitato dei festeggiamenti;
il sig. Girolamo Nicastro, che nelle prime ore del mattinata ha collocato il busto di bronzo;
lo Staff di Italiaonline.tv del Vallone, che si è impegnato a trasmettere in diretta la manifestazione;
i soci dell'Associazione Culturale Don Pio Sorce e i collaboratori de La Voce di Campofranco, per il supporto consultivo e di incoraggiamento;
Gli Ausiliari del traffico Camilla D'Agrò, Salvatore Nicastro e il loro collaboratore Maurizio D'Agrò, che hanno collaborato per uno svolgimento ordinato della manifestazione;
Un ringraziamento particolare, infine, al giovane arciprete don Alessandro Rovello per essere stato vicino, aiutando a superare alcune difficoltà che non mancano mai quando si organizzano simili eventi storici.
UNA NOTA TECNICA ED ESPLICATIVA:
II busto in bronzo di Don Nazareno Falletta è stato scolpito da "Scaramella Studio di Scultura" di Front (Torino) sulla base di una decina di fotografie di padre Nazareno. Tecnica di esecuzione: fusione a cera persa. E' stato finanziato dall'Amministrazione Comunale.
Il monumento è stato costruito in pietra di Tunisi e pesa circa 2.500 Kg (due tonnellate e mezza). Il costo è stato affrontato dall'Associazione Culturale Don Pio Sorce e da La Voce di Campofranco.
Le lettere D. ed M., incise e in color nero, poste in alto sulla parte anteriore, stanno a significare: "Al Signore Massimo" (Domino Maximo), come a voler dire "rendiamo grazie a Dio". Per il mondo pagano la lettura era "Dis Manibus", cioè "Agli Dei Mani", spiriti benigni che venivano venerati come divinità.
All'interno degli angoli della Croce, incisa sul davanti e di colore rosso porpora, sono incise e in color nero le lettere D.N.F., iniziali di Don Nazareno Falletta. Chiude la dedica: "L'Amministrazione Comunale di Campofranco I ?IV MCMX ? MMX".

Vincenzo Nicastro

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