Campofranco, cambio di responsabili in parrocchia
Don Alessandro Rovello nuovo parroco al posto di don Enzo Genova

Domenica 22 novembre 2009, don Alessandro Rovello ha assunto ufficialmente il ruolo di arciprete-parroco della Madrice di Campofranco al posto di don Vicente Genova, nominato vice rettore del Seminario diocesano.
Da quando è stato ordinato otto anni fa, il giovane sacerdote nisseno ha rivestito diversi incarichi: vice parroco a Resuttano, vice rettore del Seminario, vicario nella parrocchia S. Biagio di CL e poi, nell'ultimo biennio, a Montedoro, ma è alla sua prima esperienza come responsabile di una comunità. Durante questi anni ha molto studiato conseguendo la specializzazione in Teologia morale, disciplina che tuttora insegna all'Istituto Teologico di CL, e il Master in Bioetica; è docente di Metodologia della Ricerca Scientifica presso il Master, dove tiene anche corsi di Morale sessuale, ed infine sta ultimando la tesi sui movimenti ecclesiali del '900 per la laurea in Teologia alla facoltà di Palermo.
Ed infatti, come ama dire il novello arciprete, è proprio lo "studio", inteso come ricerca del bene del popolo di Dio, l'altro talento che il Padre gli ha affidato e che vuole fare fruttificare, unitamente al "servizio", vocazione principe della missione sacerdotale.
Nei giorni precedenti l'insediamento, don Alessandro ha frequentato la parrocchia per ricevere le consegne dal suo predecessore, conoscere le diverse realtà, avere un primo approccio con la gente, la quale è stata catturata dalla gioia che sa trasmettere, dai modi accoglienti, dalla prontezza della battuta, dalla risata sonora e dal sorriso cordiale e sincero, anche nei momenti in cui non è stato bene per la febbre. Personalmente, ho avuto anche modo di apprezzare le omelie quotidiane, concise ma profonde e ricche di spunti per la meditazione, con una lodevole attenzione al legame tra il brano dell'A.T. e la pagina evangelica.
Il rito ha seguito un cerimoniale molto suggestivo: dopo aver ricevuto le chiavi dal parroco uscente, il vescovo mons. Mario Russotto le ha consegnate a don Alessandro ed insieme hanno raggiunto prima il tabernacolo, poi il fonte battesimale ed infine il confessionale, tre punti cardine per il ministero che il nuovo parroco dovrà svolgere.
Il compito non sarà certo privo di difficoltà anche perché egli potrà avvalersi della collaborazione del vicario cooperatore don Ivan Graci soltanto nei fine settimana, ma è fuor di dubbio che Campofranco farà subito sentire il suo calore e il suo affetto al nuovo pastore che gli farà da guida a tempo pieno, come lui stesso ha detto; del resto aveva fatto così sei anni fa con don Enzo, il quale durante il breve saluto iniziale, con un filo di voce e con lunghe pause, forse dovute all'emozione, ha una volta di più sottolineato che fin dall'inizio si è sentito in famiglia e molto amato.
Dal canto suo, il Vescovo, che ha presieduto la celebrazione eucaristica, ha detto che il sacerdote cresce insieme alla sua comunità: "Se oggi don Enzo è quel che è, lo deve ai suoi parrocchiani, e viceversa". In effetti credo che non possa essere che così: è inevitabile che ci sia stata una influenza reciproca perché l'ambiente in cui viviamo e operiamo e le relazioni che costruiamo contribuiscono senza dubbio alla nostra formazione e maturazione.
Pur non risparmiando una qualche simpatica e bonaria ironia sui campofranchesi, il nostro Vescovo ha affermato di apprezzare la maturità che ha dimostrato nell'accettare senza recriminazioni l'avvicendamento dei sacerdoti ad anno pastorale già iniziato; un tale atteggiamento è di esempio per gli altri: "Siete la città sul monte" ha detto. Ha anche sottolineato che nella nostra comunità credente ci sono diversi carismi, ha dato rilievo ai giovani del Gruppo Madre Teresa che trasmettono la loro fede con il canto e la danza, ha ricordato il nostro diacono Vincenzo che presto diventerà sacerdote e il seminarista Massimo ed ha incoraggiato don Alessandro a valorizzare tutte le risorse umane e materiali presenti nel paese. Ha inoltre ammesso con semplicità che non si sentiva di trasferire qui un parroco da altra sede ed ha preferito nominare a questa carica un presbitero giovane ma molto preparato e "ricco di titoli accademici", anche se ha rilevato che la cultura non è la condizione fondamentale per essere un buon sacerdote, come dimostra la scelta di Pietro, umile e rozzo pescatore, da parte di Gesù. Quando ha preso la parola, il nuovo parroco appariva visibilmente commosso e, con voce a tratti rotta dal pianto, ha ringraziato le comunità in cui ha operato, sottolineando quanto importanti siano state per lui, quanto amore egli abbia dato loro e quanto ne abbia ricevuto; si è rivolto con gratitudine e tenerezza alla propria famiglia che, emozionata, partecipava alla celebrazione ed, infine, ha manifestato il suo fermo proposito di servire e amare il nuovo popolo di Dio che gli è stato affidato, contento di poter condividere la sua nuova esperienza con don Ivan.
Tutti gli interventi sono stati accolti con lunghi e calorosi applausi dalla folla silenziosa e attenta che gremiva la chiesa e che così manifestava l'affetto per i suoi pastori.
Prima della benedizione finale, un membro del Consiglio pastorale ha letto un breve messaggio di benvenuto a don Alessandro e di ringraziamento a don Enzo, per il clima di accoglienza e di serenità che ha saputo creare e la dolcezza con cui ha guidato e fatto crescere nella fede la comunità.
Anche il Sindaco, dott. Calogero Mazzara. ha espresso la sua stima nei riguardi del parroco uscente per la sua seria e sincera collaborazione nell'affrontare e cercare di risolvere alcune problematiche sociali, dicendosi certo di poter continuare su questa scia anche col nuovo parroco.
Dopo la S. Messa ci siamo trasferiti nel salone adiacente alla chiesa per assistere ad uno spassosissimo spettacolo ideato ed allestito dai giovani della parrocchia che ancora una volta hanno dato prova di inventiva ed abilità. Il ruolo determinante è stato quello di Giuseppe Giuliano, provetto imitatore, che ha rivestito i panni di un giornalista di una tv locale divenuto famoso per il particolare tono della voce e per le facezie che ama intercalare quando trasmette le notizie. Il TG che ha condotto ruotava ovviamente su un unico importante avvenimento, il trasferimento del parroco, e a questo proposito venivano intervistati alcuni parrocchiani e i diversi sacerdoti che hanno svolto il proprio compito a Campofranco. Marta Termini e Loris Santo Stornaiuolo erano gli inviati, Giuseppe ha fatto anche le caricature di don Ivan, don Salvatore Pignatone, don Salvatore Falzone, don Enzo, Massimiliano Giambrone, Salvatore Giuliano e Giovanna Favata, Valentina Di Carlo ha imitato me, Giovanni Stornaiuolo ha indossato i panni di don Ignazio Carruba e Calogero Randazzo, Elisabetta Termini è stata Valentina Di Carlo e l'accolito Nino Giambrone, Beatrice Nicastro, ancora Giuseppe Giuliano, Federica Randazzo, Carla Lamattina ed Emanuela Liuzzo rispettivamente Maria Modica, Ersilia e Francesca Di Giovanni, Rosalia Nicastro e Lilli Favata, simpaticamente definite "le cinque sorelle", e poi, insieme agli altri, anche Giuseppe Di Giovanni, Carola Modica, Letizia Randazzo, Noemi Buscemi, Vincenzo Giovino e Vincenzo Di Carlo che hanno avuto il ruolo dei giovani, dei membri della confraternita, delle suore e dei passanti. Tutti sono stati bravissimi, le battute esilaranti si sono succedute senza sosta, il pubblico numeroso ha partecipato con sonore risate ed applausi scroscianti; anche i sacerdoti presenti sono stati catturati dai ragazzi e si sono divertiti molto ed il Vescovo, che è rimasto fino alla fine, ha persino espresso il suo rammarico per non essere stato imitato.
Dopo le risate, i saluti: la folla ha sfilato, a tratti anche accalcandosi, per accomiatarsi da padre Enzo, il quale con una espressione che lasciava trasparire l'accavallarsi dei pensieri nella sua mente e che era mista di stupore, di tensione, di ferma convinzione nel voler obbedire alla volontà del Vescovo e, nello stesso tempo, velata di tristezza per ciò che lasciava e un po' turbata dall'idea di un totale cambiamento di ritmi, di compiti, di relazioni, in una parola di vita, ha abbracciato ciascuno con trasporto, quasi a voler portare con sé una prova tangibile, "fisica" dell'amore della comunità. E le persone non hanno lesinato parole e gesti di affetto, qualcuno aveva gli occhi velati di lacrime, qualcun altro si è lasciato andare ad un pianto dirotto.
Certo… il cambiamento che siamo chiamati a vivere costituisce una bella sfida per tutti: per lei, padre Enzo, per lei, padre Alessandro e per noi, popolo di Dio, ma ci aiuti e ci incoraggi la consapevolezza che Lui guida e sostiene ognuno di noi, intervenendo con amore di Padre nel nostro percorso e nella nostra storia: fidiamoci e facciamo ciascuno la nostra parte per realizzare al meglio il suo disegno!

Concetta Scifo



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