Evento culturale a Campofranco
Conferimento della Cittadinanza Onoraria al prof. Vincenzo Lucchese Salati, presentazione del primo catalogo sul Museo di Storia Locale e visita ai nuovi locali che ospiteranno la nuova sede del Museo

Un'occasione per riflettere e riscoprire le nostre radici è stato l'incontro culturale che il prof. Vincenzo Nicastro, Direttore del Museo di Storia Locale, ha organizzato con la collaborazione dell'Amministrazione comunale e della Parrocchia, a Campofranco il 27 ottobre 2009 nella sala Giovanni Paolo II, ancora una volta stracolma di uditori attenti ed interessati.
La manifestazione è stata caratterizzata da tre momenti intervallati piacevolmente dal canto dei giovani della parrocchia che, accompagnati dalla pianola e dalla chitarra, si sono esibiti con alcune arie tratte dai musical del loro repertorio.
Innanzitutto è stato presentato il volume del prof. Vincenzo Nicastro "Storia ed Arte nel Museo di Campofranco", che riporta 91 delle oltre 600 opere esposte, quelle che sono state già catalogate dagli esperti della Soprintendenza di Caltanissetta e che sono appartenute, quasi tutte, alla Collezione del dott. Francesco Paolo Lucchese Provenzano.
L'occasione ha fatto da spunto per sottolineare quanto sia importante un museo per riappropriarsi della memoria storica e di conseguenza dell'identità della popolazione locale e quanto può significare per una piccola realtà come Campofranco, in termini di incremento culturale, turistico ed economico.
Nel saluto iniziale l'arciprete don Vicente Genova (che, veniamo a sapere da lì a qualche giorno, lascerà la comunità perché trasferito ad altro incarico), con un'immagine efficace, ha considerato la nuova sede del museo un primo "seme" che ci fa ben sperare nella rinascita dell'intera struttura che lo contiene. Esso infatti fa parte di un grosso edificio, la cosiddetta "Casa del Fanciullo", che ha avuto un passato glorioso in quanto palazzo del Principe Lucchesi Palli.
Il nucleo centrale, il punto catalizzatore attorno al quale nacque e si sviluppò tutta la realtà di Campofranco, oggi, purtroppo, versa in condizioni di degrado; la Curia nissena, che ne è la proprietaria, attraverso il parroco e gli amministratori locali hanno in cantiere grandi progetti per rivalorizzarlo e la ristrutturazione di questa piccola porzione che sarà sede del museo costituisce appunto un primo passo in questo senso.
Sono seguiti gli interventi dei due delegati del Vescovo Mons. Russotto, impossibilitato a partecipare di persona: il Diacono arch. Vincenzo Giovino, componente dell'Ufficio dei Beni Culturali della Diocesi, ha sottolineato che gli eventi culturali devono essere per noi credenti motivo di riscoperta delle nostre radici cristiane; ha ricordato con affetto don Nazzareno Falletta cui il museo è intitolato e ha riportato le parole del Vescovo il quale afferma che l'amore per il proprio passato deve essere "germe" che si deve alimentare per giungere alla "civiltà dell'amore"; l'arch. Giuseppe Di Vita, direttore dello stesso ufficio, ha espresso il suo compiacimento per il fatto che finalmente la Sicilia sta incominciando a custodire, esporre e valorizzare il proprio ricchissimo patrimonio e Campofranco col suo museo si pone su questa scia, consentendo così alle nuove generazioni di riconoscersi nella loro radice e nella loro storia.
Successivamente il dott. Andrea Parlato, esperto della famiglia Lucchese, ha mostrato una serie di diapositive del Palazzo Lucchesi Palli di Campofranco, sito in piazza Croci dei Vespri a Palermo, illustrando brevemente la storia di coloro che negli anni ne sono stati i proprietari, le opere di manutenzione e restauro, nonché le opere d'arte in esso contenute.
Poi è intervenuto il dott. Eugenio Busmanti, storico dell'Arte, di Bologna, il quale, con tono accattivante e simpatico e dovizia di particolari, ha illustrato come per motivi culturali e letterari si sia messo alla ricerca della "sicilitudine" nei paesi dell'entroterra dell'isola, lontano dai circuiti turistici di massa, e come, per una serie di fortunate circostanze, si sia ritrovato a Campofranco. La possibilità di visitare il palazzo baronale e la chiesa e la piacevole sorpresa di trovarvi anche un museo, continua il Busmanti, lo ha indotto a pensare che ci fosse una consapevolezza e una civiltà superiori a quella dei paesi circonvicini e gli ha comunicato un grande entusiasmo per il paese. Esso col suo museo e la diocesi che ne ha preso la tutela e la vigilanza costituiscono un esempio da seguire: il raccogliere e custodire in luogo accessibile, fruibile e sicuro i beni che appartengono all'intera collettività significa ricercare la propria identità, la propria storia, la propria fierezza culturale, ma anche promuovere e innescare un processo di sviluppo professionale e sociale. Infine la dott.sa Rosalba Panvini, soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta, ha sottolineato che nel territorio di Campofranco ci sono tantissime potenzialità legate alla Riserva Naturale di Monte Conca ma, soprattutto, alla grande area archeologica che lo ingloba, la quale conserva testimonianze di epoca neolitica, greca, araba e romana che presto potranno venire alla luce grazie ad un progetto finanziato dalla Comunità Europea e che consentiranno di ampliare e impreziosire ulteriormente il museo locale, tangibile testimonianza del desiderio dei campofranchesi di recuperare la propria memoria. La dott.sa si propone di inserire il museo di Campofranco in un circuito che riunisce diverse realtà del territorio circostante così da offrire al turista un itinerario culturale interessante e ricco, alla stregua di altre zone della nostra isola attualmente più conosciute.
Il secondo momento è stato caratterizzato dal conferimento della "Cittadinanza Onoraria" al prof. Vincenzo Lucchese Salati da parte di tutta l'amministrazione comunale di Campofranco che dalle mani del sindaco dott. Calogero Mazzara gli ha consegnato un bel piatto-targa d'argento. Il riconoscimento scaturisce, come recita la motivazione, dalla generosa opera di mecenatismo nei confronti del museo locale da parte del prof. Salati, il quale ha donato più di 250 opere di pregio e di alto valore storico, animato soltanto dal desiderio di ricordare ai posteri la nobiltà d'animo del padre, prof. Francesco, cui apparteneva l'intera collezione.
Il prof. Salati, molto emozionato e riconoscente per l'onorificenza, ha promesso che continuerà a far pervenire altre donazioni, come segno di simpatia verso la cittadinanza. Ha sottolineato che il suo operato è il frutto di tre principi che ispiravano l'agire del padre e che gli sono stati inculcati da sempre: Rettitudine, quindi etica, Cultura, intesa non soltanto come miglioramento della società ma anche come conservazione del patrimonio, e Giustizia sociale; ed ha infine ribadito che il titolo di cittadino onorario non potrà che rafforzare i legami che già esistono tra Bologna, dove risiede, e la Sicilia, terra che ama e a cui si sente di appartenere.
Il momento conclusivo della manifestazione è stata la visita della nuova sede che ospiterà il museo, la quale avrà una superficie espositiva di circa 200 mq a fronte degli attuali 40. I nuovi locali, come ha detto il direttore, necessitano di ulteriori finanziamenti per l'acquisto delle vetrine e per la messa in sicurezza, ma l'augurio di tutti è che il lavoro sinergico delle diverse componenti che hanno a cuore Campofranco possa far sì che il museo cresca e l'intero palazzo baronale che lo contiene possa rinascere a nuova vita.

Concetta Scifo



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