Vincenzo Giovino ordinato diacono dal vescovo Russotto
Tutta la comunità di Campofranco ha gioito attorno al futuro sacerdote architetto
Il nuovo diacono Vincenzo Giovino


Circa mille persone hanno partecipato gioiosamente alla ordinazione diaconale di Vincenzo Giovino di Campofranco avvenuta nel pomeriggio del sabato 4 luglio scorso. Molti degli intervenuti provenivano dalle varie parrocchie della diocesi, che in questi ultimi anni sono stati luoghi di esperienza pastorale per il futuro sacerdote. Il vescovo mons. Mario Russotto ha presieduto il solenne rito e la celebrazione eucaristica, all’aperto, nella caratteristica Piazza Crispi, assistito da 34 sacerdoti, 5 diaconi e i seminaristi della diocesi. In prima fila i genitori, Francesco e Vincenza Guarino, emozionatissimi e felicissimi, e i rappresentanti del Consiglio e della Giunta comunale di Campofranco con il sindaco Calogero Mazzara. Presenti autorità civili e militari. Un pomeriggio di sole ha accompagnato tutte le fasi della cerimonia religiosa che ha avuto con sfondo una bellissima coreografia realizzata dalla Compagnia teatrale Capuana.
Quella del nostro Vincenzo Giovino, 46 anni compiuti, è stata una vocazione adulta che è maturata nel corso di alcuni anni, dopo aver conseguito la laurea in architettura all’università di Palermo e dopo avere iniziato a svolgere la professione di architetto. In seminario è stato accolto nel 2003, a quarant’anni.
Durante la cerimonia, il rettore del seminario don Massimo Naro ha presentato al Vescovo e alla comunità il percorso spirituale e vocazionale di Vincenzo Giovino, soffermandosi sui momenti e le tappe più significative. Vincenzo, poi, ha ricordato come è nata la sua vocazione ringraziando quanti lo avevano aiutato “durante il cammino” e particolarmente il vescovo Russotto, che “mi ha aiutato a vincere momenti di difficoltà e a superare ostacoli che sembravano insuperabili” e l’arcivescovo di Monreale mons. Cataldo Naro “ che mi ha incoraggiato a intraprendere gli studi teologici, rivelandomi con chiarezza e determinazione la strada che il Signore mi indicava”.
Vincenzo ha espresso la sua gratitudine al Signore per i genitori, i famigliari e per i sacerdoti che ha incontrato lungo il suo cammino a cominciare da don Nazareno Falletta, quando da ragazzo frequentava la chiesa di Santa Rita, i parroci don Vincenzo Antinoro e don Vicente Genova, le suore domenicane e i padri Vocazionisti, “per i quali ho svolto per tanti anni il ruolo di educatore per i minori a rischio”.
A conclusione della cerimonia tutto il clero e la comunità si sono stretti attorno al novello diacono per esprimergli tutta la gioia e gli auguri per una felice conclusione della sua vocazione.
La prossima metà è l’ordinazione sacerdotale che potrebbe arrivare entro l’anno. Intanto il diacono Vincenzo Giovino potrà svolgere la sua azione pastorale nelle parrocchie e svolgere i compiti del sacerdote, ad eccezione della celebrazione eucaristica e della confessione.

Vincenzo Nicastro Il nuovo diacono Vincenzo Giovino

Un nome, mille sfaccettature, proprio come ogni creatura pensata da Dio. Noi giovani abbiamo forse conosciuto ben poco di questo uomo, la parte più dolce, più creativa e anche più umana che lo caratterizzano e lo fanno semplicemente una persona amabile e divertente. Abbiamo avuto modo di approfondire il nostro rapporto soprattutto in questi ultimi mesi, durante la preparazione del musical da lui creato, musical che racconta la vita straordinaria e umile di S. Rita da Cascia.
Cosa dire… è difficile dire su una persona, specialmente quando sai che saranno in tanti a leggere ciò. Cerco di raccontare sinceramente quello che sento nel cuore quando lo vedo tra noi . Vedo una persona semplice e complicata allo stesso tempo. I suoi gesti, la sua postura, la delicatezza nel comportarsi dimostrano la semplicità e il carattere umile di Vincenzo, carattere plasmato da Dio Padre e impartitogli dalla famiglia.
Invece le parole nascoste in una smorfia, i pensieri non raccontati e celati in un silenzio assordante, raccontano quella che si può intuire è la sua parte più nascosta, la parte più debole dove l’intimo prezioso è disturbato dalle paure umane ma anche la parte più forte quella che ci fa consapevoli della nostra figliolanza con Dio creatore. E’ una creatura che si adatta ad ogni situazione, che cerca il bene, il bene che fa stare bene, il bene che allieva e conforta. E’ piacevole parlare con Lui, come ad un amico e come ad un amico ci si scherza, ci si discute, si fanno tante di quelle risate! Sa parlarti nel rispetto delle circostanze, ride nei momenti buffi, piange con te e conforta nei momenti più bui. Vuole il bene del suo prossimo e vuole prepararsi come meglio può al compito affidatogli.
Adesso Vincenzo è don Vincenzo. Per noi è una grazia e noi siamo una grazia per Lui, tramite noi tutti potrà vivere la sua vocazione e amare l’Amore. Ognuno ha bisogno dell’altro per imparare a vedere con gli occhi Celesti. Noi giovani auguriamo a Vincenzo di praticare la carità con umiltà, di aver sempre presente la sua fragilità umana e di custodirla come un gioiello prezioso, non nascondendola, mostrandosi fiero di essere uomo, uomo che migliora nel confronto con i fratelli e nella preghiera incessante a Gesù, unico modello di vita, unica pace. Preghiamo per Lui, affinché possa dare nell’amore e desiderare sempre di essere strumento nelle mani di Dio per chi è stanco e cerca il sorriso di Dio nei suoi ministri. Che tu possa essere Vincenzo una boccata di aria fresca per quei giovani che avranno la possibilità di incontrarti, ed un amico che si fa uno, che è disposto a perdere il suo per essere testimone di fede vera e profonda. Tutti dovremmo lanciare un messaggio di speranza: per Dio non esiste una gerarchia, ogni uomo è figlio di Dio, con i suoi doni, con le sue capacità, con le sue debolezze, col suo progetto d’amore e nella sua unicità è parte insieme agli altri del disegno che Dio ha creato dall’eternità. Ogni uomo quindi è rispettabile, ogni uomo ha una dignità, ogni uomo merita un’opportunità di miglioramento nel perdono e comprensione del fratello. Dio ci ama tutti allo stesso modo e noi dobbiamo amare tutti allo stesso modo. L’augurio più grande che noi giovani vogliamo farti e che tu possa essere espressione della gioia del vivere libero, senza paura del mondo, e con gli occhi protesi verso il cielo. Ti vogliamo bene.

Sandra Modica
(Le foto di questo servizio sono di Vincenzo Castellana)


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