Don Nazareno Falletta a 10 anni dalla morte
la vita e l’azione pastorale

“Non si esaltano più i meriti delle persone, né nelle scuole, né nella società civile… Si deve sapere chi ha agito bene, perché si possa sottolineare il valore morale da additare ai giovani e alla società”. Queste parole, che lo scrittore Orazio Martorana mette in bocca al prof. Nunzio Melluso, personaggio del suo romanzo Là, dove più non scorre il fiume e che hanno introdotto i lavori, ben definiscono le motivazioni che hanno spinto l’Associazione culturale Don Pio Sorce e la Voce di Campofranco nella persona del responsabile, prof. Vincenzo Nicastro, ad organizzare una conferenza per ricordare il sacerdote campofranchese padre Nazareno Falletta (1.4.1910-29.8.1998), scomparso dieci anni fa.
L’incontro dal titolo “Don Salvatore Nazareno Falletta a 10 anni dalla morte: la vita e l’azione pastorale” si è tenuto nel pomeriggio di domenica 12 ottobre 2008. nella sala Giovanni Paolo II, attigua alla Chiesa Madre, ed ha visto la partecipazione di un centinaio di persone, molte delle quali hanno conosciuto personalmente ed hanno apprezzato l’operosità instancabile di p. Nazareno.
La sua figura di sacerdote umile e pieno di zelo apostolico, che ha fortemente inciso nella comunità di Campofranco, è emersa a chiare lettere dai vari interventi che si sono succeduti.

Saluti
La conferenza si è aperta con i saluti dell’arciprete don Vicente Genova e del sindaco dott. Calogero Mazzara.
Il primo ha sottolineato che ha avuto modo di coglierne i meriti e le virtù, oltre che l’affetto da parte dei campofranchesi, in occasione dell’apertura del Centro di Spiritualità del Villaggio Faina, da lui desiderato ed a lui intitolato, come espressione di questo legame affettivo e come riconoscimento per la sua infaticabile azione pastorale; ad ulteriore testimonianza di ciò, anche il sindaco che, contrariamente all’attuale parroco, lo ha conosciuto personalmente, ha manifestato la sua stima ed ha comunicato ai presenti che è espressa volontà della sua giunta comunale erigere un busto che ne ricordi la figura.

Interventi
Prof. Vincenzo Nicastro: a questo punto è intervenuto il prof. Vincenzo Nicastro che è il continuatore di p. Nazareno nella direzione de La Voce di Campofranco e che gli è stato molto vicino nel corso della vita.
Egli ha esordito leggende una e-mail di saluto e di plauso del prof. Vincenzo Lucchese Salati, di Bologna, noto ai cittadini di Campofranco perché benefattore del Museo di Storia Locale, sorto dopo la morte di p. Nazareno ed a lui dedicato, cui ha fatto dono di una grande quantità di reperti e di oggettistica antica, e che proprio in quell’occasione ha avuto l’opportunità di conoscere la figura e l’impegno apostolico. Successivamente, il prof. Nicastro ha illustrato la vita del sacerdote, con grande dovizia di particolari, ricordandone i genitori, le loro ristrettezze economiche, i cinque fratelli morti in tenerissima età prima della sua nascita, la scelta di votarlo a Gesù Nazareno per invocarne la protezione e quindi affiancare il nome Nazareno a quello di Salvatore, i compagni di scuola, la pagella: notizie che hanno contribuito a fare una sorta di spaccato dell’ambiente e del momento storico in cui egli è vissuto da ragazzo.
E poi ancora gli anni del seminario, l’ordinazione presbiterale e, soprattutto, la vitalità, la tenacia, lo zelo che hanno caratterizzato la sua missione sacerdotale, prima a Sutera, e poi per oltre 60 anni nel suo paese natale, Campofranco appunto.
È stata messa in rilievo la sua attenzione premurosa verso i poveri, cui ha distribuito vettovaglie durante i duri anni del dopoguerra; verso i giovani, che ha coinvolto in attività prettamente formative dal punto di vista cristiano ma anche in quelle ricreative, teatrali, sportive, in gite e pellegrinaggi; senza trascurare gli ammalati, cui distribuiva persino le medicine, attingendo ad una piccola farmacia che lui stesso aveva istituito con l’ausilio delle case farmaceutiche e dei medici locali, le famiglie, gli operai e, non ultimi, gli emigrati, che ha raggiunto con la creazione del periodico La Voce di Campofranco, spinto dal preciso intento di aiutarli a mantenere vivo il legame con il paese natio.
L’intervento si è concluso con la lettura del testamento olografo, con il quale ancora una volta p. Nazareno dava prova della sua grande sollecitudine per la Chiesa e per i bisognosi.
Dott. Salvatore D’Anna: la sua attenzione al mondo dei lavoratori lo ha portato ad essere assistente dei minatori di zolfo, dei chimici della Montecatini e delle A.C.L.I., Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani; su quest’ultimo aspetto è stato incentrato l’intervento del dott. Salvatore D’Anna, già presidente del Patronato provinciale, il quale ha attinto agli scritti del padre, prof. Francesco D’Anna, vissuto e formatosi a fianco di p. Nazareno.
Egli, dopo averne esposto i principi ispiratori, legati ad un preciso contesto storico, ed aver ricordato la definizione che ne ha dato il Papa Pio XII, che le ha riconosciute "cellule dell'apostolato cristiano moderno", ne ha sottolineato il valore in quanto polo di riferimento e di orientamento morale, culturale e sociale a livello nazionale. Esse, ha detto il relatore, sono diventate ben presto il naturale sbocco di quelle aspirazioni all'impegno sociale e culturale che animavano il giovane p. Nazareno, sin da allora ricco di idee e di iniziative, e il gruppo di giovani che, da lui guidato, incominciava ad affrontare le tematiche relative al lavoro, al volontariato, alla politica e che aspiravano a rinnovare la triste realtà locale del tempo. P. Nazareno, quindi, fondò a Campofranco il primo Circolo ACLI della provincia nissena, prodigandosi a dare agli iscritti sia una solida formazione cristiana, sia assistenza materiale e culturale, grazie anche alle Pie Unioni e all’ONARMO (Opera Nazionale Assistenza Religiosa e Morale degli Operai), nuove istituzioni a carattere assistenziale a cui aderì.
Fu così che l'intraprendente giovane sacerdote potè aiutare gli associati che versavano in disagiate condizioni economiche facendo giungere a Campofranco quintali di pasta e farina da distribuire gratuitamente; istituendo cantieri di lavoro per la ricostruzione della vecchia chiesa di S. Rita, corsi di addestramento e formazione per giovani e corsi di potatura e innestatura per braccianti agricoli. Organizzò corsi di scuola popolare per analfabeti e corsi di tipo "C", per l'aggiornamento culturale di coloro che avevano conseguito già la licenza elementare, che hanno dato occupazione ad alcuni insegnanti; creò la prima biblioteca popolare dotata di interessanti volumi, di una radio e, più tardi, di un televisore che richiamava un gran numero di soci e non; promosse la festa del Primo Maggio e la giornata dell'Emigrante.
Don Salvatore Falzone: l'ultimo intervento è stato quello di don Falzone, vice rettore del Seminario diocesano di Caltanissetta, che ha condotto uno studio sugli articoli che p. Nazareno ha pubblicato in circa un quarantennio su La Voce di Campofranco, ricavandone alcuni campi di azione del suo zelante apostolato. In particolare, sotto l'impulso di don Pio Sorce, ha diffuso e incrementato nel corso degli anni la devozione a S. Rita, in quanto modello pedagogico per la donna, i giovani, la famiglia, la vita consacrata: ne ha rievocato la vita, ricordato i prodigi avvenuti per sua intercessione, descritto il culto e narrato le vicende relative alla costruzione della chiesa dedicata alla Santa e alla questua per l'acquisto di una seconda statua dopo il danneggiamento della prima; ha più volte scritto esortando all'imitazione della Madonna, presentata come esempio di ogni virtù morale e teologale e come Mediatrice di grazie nella Chiesa "società visibile...che noi dobbiamo rispettare e seguire". Ha perciò promosso la "peregrinatio Mariae" ed ha allacciato rapporti con il movimento G.A.M. (Gioventù Ardente Mariana), in seguito ai quali ha istituito i cenacoli, cioè incontri di preghiera e di approfondimento biblico per giovani, i quali venivano indirizzati all'apostolato nelle case, nelle parrocchie e nelle scuole di vari comuni della provincia nissena e non. Ha inoltre proposto e realizzato campi scuola per la formazione cristiana dei giovani e pellegrinaggi in vari santuari mariani della Sicilia. A testimonianza di tutto questo, ha detto don Salvatore, ci sono articoli del sacerdote ed anche brevi resoconti degli stessi partecipanti.
I suoi interventi sul giornale, ha commentato il relatore, mettono in luce la mancanza di un vero approfondimento intellettuale o della dottrina della fede e di una esauriente conoscenza delle scienze bibliche dovuta, secondo p. Falzone, all'insegnamento carente che veniva impartito nel Seminario di Caltanissetta negli anni trenta. Ci sono soltanto dei semplici riferimenti ai testi del Magistero della Chiesa e a grandi figure come S. Agostino, Paolo VI, Leone XIII, Chiara Lubich, Carlo Carretto, persino Erich Fromm ma, continua, senza mai approfondirne il pensiero o dandone interpretazioni di rilievo. In realtà, conclude, l'intento di p. Nazareno era quello di coglierne i risvolti per la vita sociale quotidiana e per la santificazione personale che, diceva, si realizza aderendo al disegno di Dio su ciascuno e sforzandosi di attuarlo momento dopo momento.
Da qui il carattere degli scritti che, in perfetta ortodossia con la Chiesa, sia in campo teologico che in campo morale, miravano soltanto "a guidare i fedeli ad una santa condotta di vita" e offrivano "una voce paterna e amica di correzione e consiglio, di dottrina e di disciplina". Testimonianze
Si sono inoltre succedute brevi testimonianze da parte di persone locali e del circondario che hanno contribuito a delinearne la personalità: Carlo Petix, autore del libro "II culto di S. Calogero nella diocesi di Caltanissetta", di Milena; il prof. Calogero Paruzzo, di Montedoro; il diacono Vincenzo Esposito Pellitteri, di Campofranco, che lo ha affiancato nella sua attività ministeriale soprattutto negli ultimi anni della sua vita; il vice sindaco Rino Pitanza.
Ciascuno di loro ha ricordato un aneddoto, una battuta, un episodio, un incontro che ha lasciato traccia nella loro vita. Inoltre, suor Salvatrice Maria Episcopo, domenicana del Sacro Cuore di Gesù, che ha vissuto presso l'Istituto S. Giuseppe dove p. Nazareno andava a consumare i pasti, ha fatto pervenire da Palermo uno scritto che mette in luce la sua umiltà, la sua disponibilità verso bambini ed adulti, le sue virtù di confessore e guida spirituale capace di dare preziosi consigli in ogni situazione, il suo essere "tutto di Dio" ma, nello stesso tempo, "in azione, animato da grande spirito di carità verso il prossimo".
Ed ancora Giovannella Di Francesco, di Sutera, ha esposto quanto è emerso dalla ricerca da lei fatta tra i registri della parrocchia e, soprattutto, dalle testimonianze delle persone che lo hanno conosciuto: cioè, che l'unico anno di permanenza del giovane p. Nazareno a Sutera, all'inizio del suo ministero, è bastato per farne un sacerdote non solo perfettamente integrato, ma, anche, amato dalla gente, perché attento alle esigenze dei fedeli, socievole, preoccupato di curare la formazione delle catechiste, di dare una mano agli scolari che avevano difficoltà, ospitandoli a casa sua per aiutarli a fare i compiti, di promuovere e seguire i vari settori dell'Azione Cattolica.

Per finire...
La conferenza si è conclusa dopo un paio d'ore che sorprendentemente sono volate; quanto detto è stato interessante e piacevole, coloro che hanno preso la parola sono riusciti ad attrarre l'attenzione degli uditori senza mai annoiarli. Ne è emersa una figura di sacerdote d'altri tempi, contemplativo ma, nello stesso tempo, intraprendente e dinamico, che amava stare con la gente e che per la gente si spendeva senza sosta. D'altri tempi ma, per certi aspetti, anche un precorritore: si pensi ai campi scuola formativi, agli incontri misti di Azione Cattolica, alla sua creatività nell'inventarsi occasioni per avvicinare giovani e persone bisognose di aiuto o, più semplicemente, all'introduzione della chitarra ad accompagnare i canti nella S. Messa. Certo i tempi in cui egli ha operato erano diversi: i giovani di allora erano meno fragili e non avevano le stesse opportunità di oggi, ma è anche vero che non si risparmiava e anteponeva il suo apostolato a qualsiasi altra cosa, persino la cura della sua stessa persona. E1 lecito pensare che, come tutti, avesse anche dei difetti, ma è questo prendere a cuore i problemi di tutti, soprattutto di coloro che, a vario titolo, erano i più deboli, senza clamore e senza vanagloria, che ne ha fatto un sacerdote amato da tanti.
E' forse per questo che, in un epoca in cui i titoli avevano la loro importanza, lui era chiamato col solo nome di battesimo, e così è, semplicemente ed affettuosamente, ricordato ancora oggi.
Anch'io, a distanza di anni, ho ancora vivo il ricordo, tenero, di lui anziano, con la talare lisa, che ha bisogno di guida durante la celebrazione della S. Messa e che nelle omelie insiste ancora ed ancora sulla necessità di presentarci a Dio "con le mani piene di opere buone".
Padre Nazareno, continua dal Cielo a vegliare su Campofranco!

Concetta Scifo


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