Sutera, senso d’oppio storia di un successo televisivo
Protagonisti sono tre giovanotti ventottenni, uno dei quali è Fabrizio, suterese residente a Torino con la passione del teatro che viene da lontano, fin dalla scuola media. Tanto che, qualche anno dopo, un ex compagno lo contatta per formare una compagnia teatrale (‘O Cupetiello) chiedendogli anche di portare qualche amico: Francesco Lattarulo e Pietro Casella. Nasce così il terzetto che quando non recita nella compagnia, che ha un debole per il teatro dell’assurdo, si dedica al cabaret, con incursioni nel cortometraggio. Nel frattempo Fabrizio e Francesco si laureano al DAMS di Torino, con indirizzo cinema. E di films ne hanno fatti due: uno col regista Daniele Gaglianone ((Nemmeno Il Destino) ed uno con Stefano Landini ((7/8). Video, foto, notizie ed altro materiale sul trio sono reperibili in www.myspace.com/sensodoppio3.
Le serate di cabaret si susseguono dal 1998 nei teatri o locali vari, di associazioni, anche a scopo di beneficienza, con qualche passaggio televisivo su Rete 7.
La svolta avviene nel maggio di quest’anno, quando in seconda serata Zelig Off manda in onda un loro pezzo di tre minuti rivolto ad un target giovanile tra i 16 e i 20 anni appassionato di video giochi, dei quali viene mimata una scatenata parodia di gesti (giovanili) e suoni (elettronici): il Super Mario Bros. Il gradimento è stato forte e quindi vengono registrate altre quattro puntate.
In realtà il loro spettacolo dura molto di più e richiede un grosso dispendio di energie fisiche, coordinamento scenico con i compagni e la musica. Questa estate si sono esibiti due volte in Puglia ed una sera, appunto, da noi. La loro ambizione, e speranza fondata, è di passare in prima serata a Zelig Circus.
Zelig alimenta i suoi spettacoli attraverso dei laboratori in varie città italiane, quattro o cinque in tutto, uno dei quali a Torino. La frequenza è gratuita ed i nostri tre amici l’hanno frequentato per 4 anni, sia pure in modo non continuativo. Zelig recluta così e forma i futuri cabarettisti dello spettacolo, dando preziosi consigli ed indicando gli standard dei pezzi che servono sl “suo” spettacolo. A Pietro, Francesco e Fabrizio è stata chiesta la parodia di un fenomeno di massa giovanile, condensata nei tempi televisivi (tre minuti) che servono al contenitore.
E’ andata bene. Ma non sono ancora arrivati; sono, semplicemente, partiti.
Mario Tona
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