Altri locali per il Museo di Storia Locale di Campofranco


Sei anni fa, il 29 giugno 2002, il vescovo della diocesi mons. Alfredo Maria Garsìa inaugurava, il Museo di Storia Locale Arti e Tradizioni popolari dedicato al dinamico e zelante sacerdote don Nazareno Falletta. La cerimonia è stata inserita a conclusione dei festeggiamenti per il 50° anniversario di sacerdozio dell’arciprete parroco di Campofranco don Vincenzo Antinoro, che aveva incoraggiato e condiviso, spinto da buon senso, saggezza e lungimiranza, la nascita del museo, ideato, promosso, attuato e diretto, sino ad oggi, da chi scrive.
Grazie ancora, padre Antinoro!
Il museo sorto nel salone comunicante con la Chiesa dell’Itria (1573), dove nei suoi primi anni di sacerdozio padre Nazareno riuniva la gioventù del paese per formarla cristianamente, non poteva avere posto migliore: accanto alla prima storica chiesa del paese e in prossimità della centralissima Piazza Crispi. Il Museo di Campofranco, unico in provincia e in tutta l’Isola perché non è l’inflazionato museo entroantropologico o della civiltà contadina., si è arricchito in questi sei anni di oltre 600 oggetti, grazie alle donazioni volontarie e gratuite degli Eredi del dott. Francesco Paolo Lucchese Provenzano, Alcamo 1914-Bologna 2000, (figli Vincenzo e Daniele Lucchese Salati) e dei numerosi cittadini campofranchesi. Molti altri oggetti non trovando spazio nel salone sono gelosamente custoditi, in attesa di essere esposti, dall’attuale arciprete parroco don Vicente Genova, che segue con attenzione l’attività del Museo come aveva fatto il suo predecessore. Le vetrine, perciò, sono divenute insufficienti e il salone molto piccolo.
Intanto, la Provvidenza ha fatto la sua parte.
Proprio nelle ultime settimane si è avuta notizia che il Museo potrà avere ampi locali, grazie ad un primo finanziamento da parte dell’Ass.to Regionale BB.CC.AA. che prevede la sistemazione e l’adattamento dei saloni accanto, piano terra dell’ex Palazzo baronale di Piazza Crispi (progetto redatto dai tecnici: ing. Isidoro Mazzara e arch. Fabrizio Di Dio).
Il bilancio consuntivo di questi primi sei anni di vita è senz’altro positivo in termini di arricchimento della dotazione, di diffusione oltre gli orizzonti comunali e provinciali, di fruizione da parte di studiosi, amanti dell’arte e della storia, studenti, semplici cittadini. Un importante risultato è stato raggiunto allorquando la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta ha riconosciuto di particolare valore culturale, storico ed etnografico, ben 91 oggetti esposti nel museo.
Si può ben affermare, con una punta d orgoglio, che i due principali risultati, catalogazione di una prima serie di oggetti da parte della Soprintendenza e primo finanziamento per l’ampliamento dei locali siano stati conseguiti dalla direzione del Museo, grazie anche alle iniziative di pubblicizzazione patrocinate dall’Ass.to Regionale BB.CC.AA. e P.I., dall’omologo Ass.to provinciale e dal Comune di Campofranco (conferenza, depliant, materiale pubblicitario vario, sito internet, ecc).
E’ il caso di dire, con il tema di questa rubrica, che il seme di senape, iniziato a coltivare sei anni fa, oggi è un arbusto destinato a crescere per divenire pianta perenne e sempre verde!

Vincenzo Nicastro

P.S.:
Una rondine, una soltanto che certamente non fa primavera, non ha gradito la nascita del museo e la scelta dei locali del museo, manifestando in varie occasioni una certa insofferenza, forse per non essere arrivata la prima o perché esclusivamente motivata da interessi personali. Dispiace constatare che c’è sempre attorno a noi qualcuno, che operando ad usum Delphini e/o spinto da invidia e/o gelosia, grida allo scandalo quando altri raggiungono degli obiettivi in modo originale, con umiltà e semplicità, senza particolari scopi venali. Non potevo rimanere in silenzio assoluto per troppo tempo, dopo le battute sibilline e le insinuazioni meschine, le opinioni gratuite e i giudizi interessati, letti anche in certi articoli partigiani, di tanto in tanto e come un ritornello, sin dalla vigilia dell’inaugurazione del Museo.
V.N.


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