Una sana abitudine a Campofranco


La santa messa feriale della sera è quasi al termine. Prima di impartire la benedizione, don Ivan, il viceparroco, dà qualche avviso, nel modo che gli è congeniale: con la battuta di spirito che, subito, suscita l’ilarità dei fedeli. Ottiene quello che spera, il nostro giovane sacerdote, il quale, simpaticamente, ci rimprovera di essere troppo seri e cupi, che i lineamenti del nostro viso non testimoniano la gioia del Signore incontrato nella celebrazione eucaristica. Tra l’altro, comunica che, subito dopo, reciterà i vespri e invita chi vuole ad unirsi a lui.
Incuriosita, mi fermo. Già, i vespri e le lodi mattutine…una sana abitudine che negli ultimi anni ho perduto!
Siamo in tutto meno di una decina, ci raccogliamo nella cappella laterale davanti al Santissimo, nella penombra e nel silenzio: lo sgradevole brusio che riempie la chiesa alla fine di ogni funzione si è esaurito, ora che la gente si è avviata, finalmente, alla porta. “Quelle che ci apprestiamo a dire, non sono giaculatorie qualsiasi, ma stiamo per celebrare una vera e propria liturgia; in tantissimi, in questo momento, in ogni parte del mondo, stanno pregando con gli stessi salmi.” Dopo queste parole di don Ivan, iniziamo la lettura, a bassa voce, lentamente, intercalando qualche canto di adorazione, sommesso, accompagnato dalla chitarra.
Un senso di pace ci invade, le parole si riempiono di significato, l’ambiente circostante scompare, veramente …parliamo con Dio!
A parecchi chilometri di distanza, nel frattempo, i giovani campofranchesi, ormai da qualche anno impegnati in musical di contenuto religioso, sono in vacanza nel centro Italia e, durante gli spostamenti in autobus, recitano le lodi e i vespri insieme al parroco.
Il penultimo giorno, sono ospiti della comunità “Piccolo paese fuori dal mondo”, in una cittadella nei pressi di Rimini, dove è costume raccogliersi regolarmente, anche con le persone che abitano nel circondario, per pregare coi salmi, al mattino e al vespro. Si uniscono a loro e l’esperienza li conquista!
Entusiasti, decidono di far propria questa abitudine: certo al mattino è difficile, c’è l’autobus che di buon’ora li porta a scuola, ma la sera, no, non ci sono ostacoli; le sensazioni che sperimentano celebrando questa “liturgia” valgono bene un sacrificio. Decidono, dunque, di ritagliarsi mezz’ora di tempo alla sera, per ritrovarsi insieme in chiesa e partecipare attivamente, da protagonisti, alla recita dei vespri, guidati da don Ivan o da don Enzo.
E così fanno quotidianamente da circa un mese. E’ diventato un appuntamento fisso ed atteso: è bello e dà gioia pregare insieme, davanti a Gesù esposto sull’altare, e qualche volto nuovo, giovane d’età o di spirito, va unendosi timidamente al gruppo.
Certo, sarebbe molto triste se questa “sana abitudine”, scoperta o ritrovata, fosse soltanto una meteora!

Concetta Scifo


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