Esperienze ed apprezzamenti indimenticabili
Il Gruppo teatrale “Madre Teresa” si esibisce a Roma, a Rimini, … e a Campofranco


Il gruppo teatrale “Madre Teresa” di Campofranco ha vissuto un’esperienza indimenticabile e profonda. Tutto ha avuto inizio questo inverno, quando tra noi giovani si è manifestato il desiderio di assistere al nuovo spettacolo di Riccardo Cocciante “Romeo e Giulietta” in tour in tutta Italia. Sicuri di ciò abbiamo preso le dovute informazioni e, a tempo debito, prenotato i biglietti: avremmo assistito allo spettacolo giorno 24 ottobre al Gran Teatro di Roma. Eravamo elettrizzati al solo pensiero! Ma non finisce qui. Non potevamo sostenere un viaggio di 12 ore in autobus solo per trascorrere “una” serata a Roma! E allora, grazie al nostro regista (non solo sulla scena!) Pino Giambrone, siamo riusciti a prenotare la partecipazione all’udienza con Papa Benedetto XVI giorno 24 mattina e a farci concedere, nella stessa, alcuni secondi per dedicargli uno dei brani del musical “Madre Teresa”. In quella occasione abbiamo fatto di tutto per attirare l’attenzione del Papa di cui desideravamo un particolare saluto e ci siamo riusciti grazie ad una tifoseria da stadio. In pochi secondi, a causa delle nostre urla gioiose, avevamo gli occhi puntati di tutta Piazza San Pietro, gremita di fedeli. E anche il Papa ci ha fatto dono di un suo paterno sorriso. Per quanto riguarda le guardie svizzere, penso che se non avessimo finito in fretta ci avrebbero prelevato con la papamobile e portati via!
L’udienza con il Papa ed il musical sono stati solo la prima tappa del nostro viaggio. Infatti avevamo deciso di dedicare un altro giorno per la visita di Roma per poi andare ad Assisi ed, infine, al “Piccolo Paese fuori dal mondo”(non si tratta di un pianeta ma… ve lo racconto fra un po’!). Ad Assisi abbiamo vissuto dei momenti forti, proprio lì dove Santa Chiara e San Francesco hanno coltivato e vissuto la loro fede. Il più emozionante ed intenso a San Damiano, la chiesa dove Francesco aveva ascoltato una voce che veniva dal crocifisso bizantino (“Và Francesco e ripara la mia casa che, come vedi, va in rovina”) e successiva abitazione delle sorelle povere. Lì abbiamo partecipato alla santa messa in comunione a un piccolo gruppo di giovani del bresciano. Ha celebrato Don Enzo che, ancora non vi ho detto, ma ci ha accompagnato in questo viaggio più spirituale di quanto pensassimo. E’ stato un momento di forte commozione per noi giovani, ci sentivamo come sospesi, per un attimo penso che la gran parte di noi stesse sentendo la mano di Dio. Con la confessione ci siamo preparati a vivere la messa con lo spirito giusto, anche se l’ambiente, già di suo, sa di santità e questa santità la senti nell’aria, ne senti il profumo. Solo chi è duro di cuore non sente nelle mura di Assisi questo richiamo alla santità e alla povertà. Diciamo che non ci sono parole che possono spiegare la dolcezza che ci ha reso una cosa sola in Lui in quel momento.
L’ultima tappa: “Il Piccolo Paese fuori dal mondo” ed è qui che siamo giunti grazie ad Anna Maria Bianchini. Quest’ultima è una collaboratrice di Carlo Tedeschi, autore di musical, che abbiamo contattato circa un anno fa con la speranza di poter ricevere del materiale per la realizzazione di uno dei suoi spettacoli. Speranza non vana, perché in poco tempo abbiamo ricevuto tutto l’occorrente per la realizzazione del musical “Dedicato a te, Signore” da noi rappresentato quest’anno in occasione della festa di San Calogero. Anna Maria, con nostra grande sorpresa, è venuta appositamente in Sicilia, da Rimini, per assistere al nostro spettacolo. Lei ci ha parlato di questo posto: un piccolo podere di 20 ettari a Monte Colombo tra le colline di Rimini, con al centro un laghetto a forma di cuore, voluto e progettato da Leo Amici nel 1982, un uomo di fede che fa della sua vita una missione dando testimonianza dei valori della pace, della fratellanza e dell’amore da vivere in un piccolo paese, appunto, tutto da costruire. Porta pace e gioia di vivere alle tante persone che vogliono conoscerlo, recupera centinaia di ragazzi tossicodipendenti. Questo paese è stato costruito grazie all’aiuto di chi, come lui, credeva e crede in quei valori. Erano in tanti e contribuivano con i loro risparmi, con il loro lavoro di volontari. Nel 1983, per fornire il necessario strumento giuridico ai volontari che con lui vogliono realizzare l’opera, istituisce l’Associazione Dare che persegue, senza fine di lucro, scopi umanitari. Oggi il paesino, nonostante la sua morte, è tenuto in vita da giovani volontari, dai suoi collaboratori (tra cui Carlo Tedeschi ed Anna Maria che fanno del musical uno strumento di evangelizzazione) e comprende una clinica, una casa famiglia, una casa per bambini abbandonati, una casa per anziani, strutture per la socializzazione dei giovani.
Noi siamo stati accolti da questi stessi giovani che ci hanno amati gratuitamente e nei piccoli gesti in una maniera così pura e inconcepibile tra persone sconosciute. Ecco alcune delle nostre testimonianze. Camilla: “La sensazione che ho provato è stata come quella di essere in un altro mondo, con delle persone che amano, gentili, affettuose, spinti in tutto questo dalla fede profonda che hanno nel Signore. Ciò mi ha fatto capire che questa esperienza la si può ripetere ogni giorno della vita, in ogni luogo, in ogni angolo di questo mondo, per poter dare il nostro amore a tutti quelli che ne hanno bisogno”; Elisabetta: “Ero un po’ seccata dall’idea che avrei dovuto passare gli ultimi due giorni della “gita” in una comunità, ma appena siamo arrivati ho trovato un’atmosfera magnifica, meravigliosa e si respirava un’aria diversa, pura. Sono rimasta molto sorpresa del modo in cui ci hanno accolti, come se facessimo già parte di questa magnifica famiglia”; Valentina: “E’ questa la lezione di vita che mi ha dato la comunità del Piccolo paese fuori dal mondo: amare come Dio ama noi”; Silvana: “Inizialmente mi sono sentita fuori posto, così piccola e in imbarazzo di fronte a tutto l’amore che avevano dimostrato a noi che eravamo per loro degli sconosciuti e penso che viceversa io non sarei stata capace di fare lo stesso”; Giovanni: “E’ difficile scrivere con carta e penna le miriade di sensazioni che ho provato in quelle poche ore. Sicuramente mi sono più avvicinato nel capire, a mio modo, cosa sia questo benedetto “amore” di cui ci parla continuamente Don Enzo”; Giuseppe: “La cosa straordinaria è l’aria che si respira in questo posto, dove ognuno sente dentro di sé qualcosa di diverso, qualcosa di strano che non è altro che l’amore di Dio”.
Vi abbiamo voluto raccontare tutto questo per testimoniare come la felicità la si trovi quando meno te lo aspetti e dove non puoi immaginare: nell’amare e nel farti amare!
Cos’altro dire se non ringraziare Dio per le meraviglie che compie, per le esperienze vissute. Grazie perché noi giovani abbiamo potuto sperimentare, ancora una volta, la forza del Tuo amore!

Sandra Modica


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