Campofranco, festa di S. Rita 2007


Non sono mancati, come ormai da tradizione, i momenti di preghiera dei quindici giovedì, iniziati nel mese di febbraio, a ricordo dei quindici anni in cui la Santa portò sulla fronte la “stigmata” della spina. Il 22 maggio, giorno della festa, è stato invece preceduto da un triduo di preghiera, che ha avuto inizio sabato 19 maggio.
20 maggio, come ormai da alcuni anni, nella mattinata si è svolta la sfilata di “macchine d’epoca” organizzata dal “Club Auto e Moto d’epoca” di Campofranco con il presidente Vincenzo Favata a cui va il nostro ringraziamento per la curata e partecipata manifestazione conclusa intorno a mezzogiorno in Piazza Santa Rita. Nel pomeriggio, invece, con la collaborazione della Compagnia Giubbe Verdi “Fontana delle Rose” di Campofranco si è tenuta per le vie del paese una sfilata di cavalli partecipata anche da tante persone dei paesi vicini.
21 maggio, vigilia della festa, nella Messa vespertina sono stati celebrati anche i Vespri solenni, mentre, in tarda serata, si è svolta la tradizionale fiaccolata che ha portato per le vie del quartiere Santa Rita il Reliquiario della Santa.
22 maggio, giorno della festa, sin dalla mattinata, dopo lo sparo di mortaretti e il suono festoso dei tamburi per le vie cittadine, nell’omonima chiesa sono state celebrate diverse Sante Messe seguite dalla benedizione delle rose, celebrate dal parroco Don Enzo Genova e dal vicario parrocchiale Don Ignazio Carruba che hanno visto la partecipazione di tanti fedeli e quest’anno molti anche dai paesi vicini. A mezzogiorno, invece, dopo la Santa Messa solenne e la Supplica nel sagrato della chiesa, sono state benedette e distribuite le “rose di pane”. Nel pomeriggio, invece con grande partecipazione di fedeli, si è svolta la processione dell’artistico simulacro ligneo di Santa Rita per le vie del paese e con proseguimento per il Villaggio Faina allietata dal Complesso Bandistico “Michele Saia” di Campofranco, diretto dal maestro Giovan Battista Favata. Giunti al Villaggio, è stata celebrata una Santa Messa all’aperto, in quanto la chiesa Sacra Famiglia è ancora in fase di restauro. Terminata la Santa Messa, il simulacro di Santa Rita accompagnato da tanti fedeli in macchina, ha proseguito per l’annuale visita e benedizione delle fabbriche e luoghi di lavoro sorti nelle vicinanze del Villaggio, quest’anno impartita dal vicario parrocchiale Don Ignazio Carruba.
Concluse le benedizioni delle fabbriche, il simulacro a fatto ritorno al Villaggio per la processione e i giochi pirotecnici per così ritornare in paese con la tradizionale sfilata e benedizione delle macchine, concludendo così la festa che quest’anno ha subito una piccola variazione, in quanto, come dicevo prima, per lavori di restauro, il simulacro della Santa non ha sostato per alcuni giorni nella chiesa Sacra Famiglia. Cresce quindi sempre più nella nostra comunità la devozione a Santa Rita, una donna vissuta quasi alla fine del 1300 in un piccolo villaggio dell’Umbria. Nasce a Roccaporena, a pochi chilometri da Cascia, figlia unica di Antonio Lotti e Amata Ferri fu battezzata a Cascia con il nome di Margherita. I genitori erano chiamati dal popolo i “pacieri di Cristo” nelle lotte politiche e familiari fra guelfi e ghibellini; impartirono alla figlia un’educazione profondamente cristiana. Verso i sedici anni Rita sposò Paolo di Ferdinando Mancini, giovane ben disposto, ma “risentito”; ben presto ebbe due figli: Gian Giacomo e Paolo Maria. Con una vita semplice, ricca di preghiera e di virtù, tutta dedita alla famiglia, ella aiutò il marito a convertirsi e a condurre una vita onesta e laboriosa. La sua esistenza di sposa e di madre fu sconvolta presto dall'uccisione del marito, vittima dell'odio tra le fazioni. Rita riuscì ad essere coerente con il Vangelo, perdonando pienamente, come Gesù, chi le stava procurando tanto dolore. I figli, invece, influenzati dall'ambiente e dai parenti erano tentati dalla vendetta. Rita, per evitare che si rovinassero umanamente e spiritualmente, chiese a Dio piuttosto la loro morte che saperli macchiati di sangue; entrambi morirono di grave malattia in giovane età. Vedova e sola, pacificò gli animi e riconciliò le famiglie con la forza della preghiera e dell'amore; quindi poté entrare nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena a Cascia, dove dopo tante sofferenze per il suo ingresso, visse per quarant'anni, servendo Dio ed il prossimo con generosità e attenta ai problemi del suo ambiente e della Chiesa del suo tempo. Negli ultimi quindici anni della sua vita, Rita ricevette sulla fronte la “stigmata” di una delle spine della corona del Crocifisso, come segno di partecipazione ai patimenti della Passione di Gesù. Rita, morì il 22 maggio del 1457.
Rita, quindi, un donna che prima da figlia, poi da sposa, madre, vedova e infine consacrata a Dio, che con la sua vita, le sue virtù e la sua potente intercessione presso il Signore affascina ancora oggi il cuore e l’affetto di tanti, che trovano in lei una sorella e un esempio da imitare. Santa Rita nulla ha lasciato di scritto, e nulla ha lasciato detto; ma è proprio la sua umiltà e il suo silenzio, a testimoniare la sua coerenza al Vangelo. Il suo messaggio è sempre valido e attuale perché è messaggio evangelico. La vita di Rita è un vangelo vivente; è la donna che non solo ha lasciato tutto per il regno di Dio, ma ha lasciato se stessa; ha amato Dio più di suo padre, di sua madre, di suo marito e dei suoi figli. La Chiesa, infatti, ci mette dinnanzi, i Santi non solo come gli amici di Dio e grandi intercessori presso di Lui, ma principalmente come modelli e maestri di vita lungo il cammino non sempre facile di un cristiano. Sia proprio l’ intercessione di Santa Rita, ad ottenere dal suo “Sposo Crocifisso” tutte le grazie e le benedizioni dal cielo per le nostre famiglie, per i giovani, per gli anziani, e per tutti coloro che per diversi motivi sono stati costretti ad emigrare e lasciare la nostra comunità.
In quanto componente del comitato vorrei ricordare quanti hanno collaborato per la buona riuscita e organizzazione dei festeggiamenti: Cannella Gianna, Costanzo Antonino, Di Bona Osvaldo, Di Carlo Rita, Di Carlo Vincenzo, Favata Giuseppe di Vincenzo, Favata Rosetta, Giambrone Massimiliano, Giovino Gina, Lipari Ersilia, Lo Curcio Maria, , Morreale Vincenzo, Palumbo Rosalia, Randazzo Fortunato, Restivo Anna Maria, Restivo Ermelinda, Schifanella Vincenzo, Sciarratta Maria Pia, Valentino Lillina, Vitellaro Mimma e la famiglia Falletta con gli abitanti del Villaggio Faina.

Giuseppe Favata


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