Saluto di commiato del dott. Toti Gullo, sindaco di Monreale
Concretamente impegnato per la diffusione della cultura della legalità nella vita quotidiana dei fedeli della Diocesi


Il nostro amato Arcivescovo Cataldo Naro era solito cominciare le sue omelie, i suoi puntuali e pungenti interventi, premettendo di voler dire “tre cose”. Ed oggi nel giorno in cui porgiamo il nostro ultimo saluto anche io mi appresto a dire tre cose, cose che tante volte gli avrei voluto dire nei nostri incontri ,ma che purtroppo, per i tanti impegni di entrambi non ho avuto più il tempo per poter fare.
Tre cose che voglio dire alcune come Sindaco, in rappresentanza delle istituzioni, tutte qui presenti con i propri gonfaloni per rendere omaggio a Cataldo Naro, altre come uomo, come membro della comunità di Monreale, convinto di rappresentare il comune sentire delle tante donne e dei tanti uomini che oggi pomeriggio sono qua raccolti per trasformare il dolore della perdita nella gioia della nuova vita cui è stato chiamato il nostro Arcivescovo.
La prima cosa. All’amato Cataldo Naro non ho avuto il tempo di dire quanto ne abbia sempre apprezzato l’impegno e il coraggio di portare avanti idee e iniziative per la diffusione dei valori culturali e per la diffusione della multiculturalità. Voglio ricordare a tutti che è grazie alla Sua convinzione che avremo a Poggio San Francesco il Centro Polifunzionale del Mediterraneo per il dialogo interreligioso e culturale. I progetti per la realizzazione della importante Sala Conferenze sono oramai all’ultimo passaggio propedeutico per la realizzazione. Voglio ricordare come insieme tante volte abbiamo immaginato e cominciato a porre le basi di un progetto che vede Monreale, il nostro straordinario Complesso Monumentale del Guglielmo II che Lui amava tanto, quale sede per la realizzazione di iniziative permanenti di incontro culturale fra i popoli del Mediterraneo fondate, anche, sulla pacifica collaborazione per lo sviluppo economico dei Paesi coinvolti.
Oggi ho un motivo in più per portare avanti questo progetto, insieme a tutti coloro che, rappresentanti delle istituzioni e cittadini, alla perpetua memoria di Cataldo Naro, vorranno concretamente realizzare le iniziative a Lui più care.
E voglio ricordare il Suo concreto impegno per la diffusione della cultura della legalità nella quotidiana vita di tutti i fedeli della Diocesi, convinto come è sempre stato che la lotta alla mafia la si dovesse fare a partire dalle piccole cose, a partire dal dare ai fedeli, ai cittadini tutti, la certezza del diritto e la certezza di poter trovare accoglienza e sostegno nei momenti di sconforto e di bisogno nella guida certa e priva di compromessi della Fede e della Chiesa, quella Chiesa per come Lui l’ha sempre immaginata e ha concretamente cercato di porre in essere.
La seconda cosa. Al caro Cataldo Naro non ho avuto il tempo di dire quanto ne apprezzavo quel modo insolito di confrontarsi durante gli incontri, durante le celebrazioni religiose, durante le omelie, con gli interlocutori e con i fedeli, ponendo all’improvviso domande dirette, “interrogando” chiunque incrociasse il Suo sguardo, indagatore dei moti dell’animo e dell’intelletto. Ed era chiaro l’intento con cui poneva le sue domande, da una parte sollecitare l’attenzione dei fedeli e degli interlocutori, dall’altra parte farli sentire partecipi e coinvolti, offrendo a tutti importanti spunti per una riflessione intima e silenziosa, sempre sui temi centrali delle nostre esistenze. Ho cercato, fin dal primo momento che 1’ ho conosciuto, di fare tesoro di questa sua capacità di confronto, fino al punto di desiderare le sue improvvise domande e le sue a volte temute interrogazioni.
E da medico quale sono, non lo si smette mai di essere neanche quando ci si dedica alla propria comunità in un’attività diversa, come quella di Sindaco, avevo intuito che quando non intercalava con le sue famose domande purtroppo fisicamente non stava bene, come Lui stesso, rispondendo ad una mia domanda diretta, ha una volta ammesso. La sua sofferenza fisica non poteva sfuggire, la sua preoccupazione di non avere abbastanza tempo per poter realizzare le tante iniziative fondamentali per la comunità si intuitiva, ma il coraggio con cui ha affrontato il dolore, la lucidità e la razionalità con cui ha saputo mettere a frutto il tempo che ha avuto a disposizione, non può che essere per tutti noi uno straordinario monito e un percorso da seguire.
La terza cosa, l’ultima, al caro Cataldo Naro, quella per quale mi resterà per sempre il rammarico di non avere avuto il tempo di parlargli. Non ho avuto il tempo, e a volte penso neanche il coraggio, troppo presi, spesso, dal ruolo istituzionale che rivestiamo, di dirgli che in Lui ho trovato, non solo un amico sincero, diretto e privo di ogni ipocrisia, ma anche e soprattutto, il pastore, la guida spirituale di cui ognuno di noi, giovane o vecchio, sente il bisogno. E sono felice di averlo sentito come tale, pastore esperto e guida straordinaria, perché in Lui ho colto la rara sintesi tra l’uomo di profonda cultura e il religioso di profonda compassione, capace di solleticare l’intelletto e capace di muovere la coscienza in un cammino di continuo rinnovamento spirituale e sociale al quale ci ha fortemente richiamato e sono certo continuerà a richiamarci attraverso il Suo ricordo. Grazie, all’amato Cataldo Naro, grazie per averci sostenuto nel cammino che insieme abbiamo percorso, grazie a nome di tutta la comunità di Monreale, grazie a nome di tutte le istituzioni che sono qui per salutarlo al di fuori di ogni formalità.
La Sua memoria richiamerà ognuno di noi al concreto impegno quotidiano per la diffusione dei valori della cultura, della pace e della legalità. Senza compromessi.
La comunità della Diocesi di Monreale commossa e addolorata saluta l’amato Arcivescovo Cataldo Naro nella certezza che non verrà mai meno la Sua guida e il Suo conforto.


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