Saluto di commiato del card. Camillo Ruini, presidente della CEI
Un vero siciliano, frutto di questa gente e di questa terra, che ha amato e conosciuto


Sono qui come Presidente della CEI, per testimoniare l'affetto, la stima e la gratitudine dei Vescovi italiani per questo vostro giovane Arcivescovo, Presidente della Commissione Episcopale della CEI per la cultura e le comunicazioni sociali, Vice Presidente del Comitato preparatorio del Convegno Ecclesiale di Verona e membro del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani: un Vescovo a cui la CEI deve tanto, già da prima che diventasse Vescovo, specialmente - ma non solo - per il progetto culturale della Chiesa italiana.
Sono qui però anche, e oserei dire soprattutto, a titolo personale e per un motivo personale, l'amicizia che mi legava a lui e di cui mi onoravo, il bene che gli ho voluto e che continuo a volergli. Perciò, per essere qui oggi, ho lasciato l'incontro annuale del clero di Roma. Non pensavo di tornare in questa Cattedrale così presto, dopo il 26 aprile di quest'anno, e soprattutto non pensavo di tornare in una circostanza umanamente così triste, anzi così tragica. Ma don Cataldo non vuole che ne parliamo così: è infatti il suo appuntamento con quel Gesù Cristo che egli ha tanto amato e seguito che è stato il centro e lo scopo della sua vita.
Sono qui dunque per pregare con voi per lui e per affidare anche me alla sua preghiera e per portare l'espressione del mio affetto a voi tutti e in particolare ai familiari di Mons. Naro.
Sono qui per dire - se posso aggiungere una sola parola a quelle dette così bene dal Cardinale Salvatore De Giorgi nell'omelia - che don Cataldo, autentico cristiano, sacerdote e vescovo e grande uomo di cultura, è stato un vero siciliano, frutto di questa gente e di questa terra, che ha amato e conosciuto la Sicilia con sguardo di amore e al contempo con la lucidità dell'autentico studioso, storico e uomo di pensiero, oltre che figlio della Chiesa: perciò ne ha penetrato la vera ricchezza e i veri problemi, perciò era una grande speranza per la Sicilia e la Chiesa di Sicilia, oltre che per tutta la Chiesa italiana.
Il Signore lo ha preso - anzitempo secondo le nostre corte misure umane -: accogliamo e adoriamo la sua santa volontà, come il nostro don Cataldo faceva ogni giorno e certamente ha fatto nel momento supremo. Il Signore lo accolga nella sua eterna pienezza di vita.


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