Personaggi di Storia Locale
Le avventure di un cappuccino
Padre Marcello Saia


L’occasione provvidenziale di aver notizie di padre Marcello Saia, originario di Campofranco, è in relazione alla presenza temporanea dei frati cappuccini nel Seminario vescovile di Caltanissetta; i frati ricordano di lui l’ascetico timore di Dio per il quale invocava frequentemente che s’allontanassero i demòni.
A Caltanissetta padre Marcello ha insegnato latino per un anno, nel dopoguerra, agli alunni del Seminario serafico. In questa sede era giunto già nel ’30, quando aveva 11 anni, per diventare frate cappuccino.
In seguito ha completato la sua formazione religiosa a Salemi; qui ha trascorso tre anni, compiendo gli anni di liceo, sotto la guida del padre Rosario d’Aliminusa, che è stato anche superiore di padre Pio da Pietrelcina.
Nel ‘38 è stato trasferito a Palermo per compiere gli anni di teologia; nel quarto anno di teologia trova rifugio a Monreale, perché a Palermo si temeva per i bombardamenti. Questo spiega che l’ordinazione sacra è avvenuta per le mani di mons. Eugenio Filippi, il 21 marzo del ’42. Nell’estate di quell’anno padre Marcello, sacerdote cappuccino (aveva compiuto la professione dei voti già nel ’39) è inviato nell’isola di Ustica, dove si trovavano personalità confinate dal regime fascista.
A parte due interruzioni, si può dire che Padre Marcello è stato assegnato all’isola minore, fino al ‘58. Dopodiché è andato in missione in Colombia; ora nel Sudamerica si trovava pure il fratello, padre Gabriele, il quale per ben 42 anni è stato in servizio nel Perù; è stato sepolto ad Huancabamba (Piura), non lontano dal confine con l’Ecuador. E così nel settembre del ’58 padre Marcello è partito da Napoli per la Colombia insieme al cappuccino padre Pablo Misao ed altri. L’ultima destinazione, dopo una sosta a Cali, è stata Pasto, sede della Custodia cappuccina, a 2400 metri sul mare. Qui ha lavorato come missionario in una scuola di arti e mestieri per l’istruzione e la formazione di fanciulle e in un ambulatorio per la cura dei denti. Da Pasto è stato poi trasferito a Buga, dove è divenuto Superiore del convento. Buga pur essendo sui mille metri registra un clima sempre caldo; la chiesa del convento è dedicata alla Madonna della mercede. A Buga si trovava pure un frate cappuccino, padre Valeriano da Bivona. Nel ’58 è rientrato di nuovo in Sicilia ed è stato inviato per la quarta volta nell’isola di Ustica.
Dopo il ‘64 i trasferimenti si sono avvicendati in fretta: nel settembre del ’64 si trova a Castelvetrano, passati due mesi è trasferito a Sciacca; soggiorna pure a Canicattì, nel convento di padre Gioacchino, e infine dal ’92 ad oggi ancora a Sciacca, dove ancora vive all’età di ben 87 anni!

Sac. Salvatore Falzone


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