Campofranco festeggia Santa Rita da Cascia


Il mese di maggio ci invita a guardare in modo del tutto particolare, Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, ma è anche il mese che ci riporta al ricordo e alla festa di Santa Rita da Cascia, una Santa molto amata ed invocata dal popolo cristiano. E anche quest'anno, nella nostra comunità si rinnova la devozione e la festa alla Santa di Cascia. Ci si domanda: perché tanta popolarità? Perché una devozione così diffusa ovunque? Perché Rita è Santa?
Non tanto per la fama di prodigi che la devozione popolare attribuisce all'efficacia della sua intercessione presso il Signore, quanto per la sua "normalità" nell'esistenza quotidiana, da lei vissuta prima come figlia, poi come sposa e madre, come vedova e infine come religiosa. Sta proprio in questo la straordinaria popolarità di Santa Rita. In essa ognuno di noi, ma in particolare ogni donna, dalla fanciullezza alla vecchiaia trova una guida e maestra di vita: di quella esistenza normale e quotidiana che la gran parte di esse è chiamata a vivere e realizzare.
Una fanciulla che, accanto ai genitori e da essi illuminata e guidata, vive a Roccaporena nella serenità e nella gioia di una normale vita di campagna, pregando, studiando, lavorando, dietro l'esempio dei genitori, nelle opere di carità e di amore verso i fratelli. Una giovane che nutre nel cuore, dietro l'ispirazione di Dio e alla luce di modelli che incontra nella vita, il sogno di consacrarsi totalmente al Signore, ma che circostanze particolari della vita e il desiderio degli anziani genitori la portano al matrimonio, al quale si prepara con fede e spirito di sacrificio, anche perché colui che le viene proposto come sposo, non fu il suo modello ideale. Una sposa fedele e madre generosa, tutta dedita alla famiglia: il marito, Paolo Mancini, che con incessanti preghiere e molta pazienza riesce a riportare sulla via del bene; i figli Gian Giacomo e Paolo Maria, che educa con amore alla fede in Dio, all'esercizio delle virtù cristiane, all'amore verso il prossimo e al perdono, in modo particolare dopo l'uccisione del padre, quando il loro pensiero era quello dell'odio e della vendetta.
Una vedova che, colpita dall'uccisione del marito e di seguito dalla morte dei figli, si dedica alla riconciliazione tra le famiglie del suo paese. E infine, nella sua consacrazione totale al Signore, nel monastero di Santa Maria Maddalena di Cascia, tra le monache agostiniane, dove in una vita di contemplazione e di preghiera, ma anche di intensa attività caritativa, ha solo un desiderio nel cuore: farsi come Gesù Crocifisso, strumento di salvezza per il mondo intero.
Riceve dal suo sposo Crocifisso un singolare dono: una spina della sua corona che porterà per gli ultimi quindici anni della sua vita fino al 22 maggio 1447, quando da questa terra passò al cielo, dove da allora come oggi intercede come sorella e amica verso coloro che la invocano.
La Chiesa, ci mette dinnanzi i Santi come amici di Dio, come modelli e intercessori che attraverso le varie prove della vita si sono sforzati per conformarsi all'immagine di Cristo Crocifisso e Risorto. Ogni santo vuole comunicare qualcosa, dare un messaggio, dei consigli per la nostra vita. Da Santa Rita troviamo anzitutto l'amore verso la Croce, dove ha trovato forza e conforto. Rita aveva compreso che la Croce non è stato un evento isolato della vita di Cristo, ma il punto centrale della nostra salvezza. Dalla Croce, Rita ha potuto trarre la risposta a tante difficoltà della vita. Oggi li vuole proporre a noi.
Innanzi tutto il messaggio del perdono: espressione più alta della Croce; sulla Croce Gesù pregò per i suoi crocifissori; in ginocchio ai piedi del Crocifisso, Rita pregò per gli uccisori del marito.
Il messaggio della pace, che è il frutto del sacrificio della Croce: con il suo sacrificio Gesù ci insegna ad essere e a sentirci tutti fratelli; Rita predicò la pace nonostante le contraddizioni dei suoi concittadini e dei familiari del marito.
Il messaggio della sofferenza. Gesù sulla Croce fece del dolore la dimostrazione del suo amore; Rita per seguirlo da vicino, chiese ed ottenne una partecipazione più intima ai dolori della passione di Gesù, accettando per suo amore tutti i dolori della vita. Ed infine, il messaggio della gioia, quella vera che Gesù Risorto lasciò come dono ai suoi discepoli; Rita la sentì nel cuore nonostante l'aspra sofferenza della vita e adesso la continua a comunicare a tutti i suoi devoti, intercedendo per loro presso il Signore.
Ma adesso, ritorniamo a parlare dei festeggiamenti che nella nostra comunità parrocchiale sono stati celebrati in suo onore.
La festa come ormai da tradizione è stata preceduta dalla pia pratica dei quindici giovedì, iniziati a febbraio, in ricordo dei quindici anni che la Santa portò sulla fronte il dono della spina.
Molto intenso e partecipato è stato il triduo in preparazione alla festa, iniziato venerdì 19 maggio, meditando sulla Parola di Dio rispecchiata nella vita della Santa. Domenica 21 maggio, vigilia della festa, a rallegrare la mattinata è stata la sfilata di macchine d'epoca del vallone, organizzato dal Club Auto e Moto d'epoca di Campofranco con il dinamico presidente Vincenzo Favata, cui va il nostro grazie per la suggestiva iniziativa e la numerosa partecipazione, ben 53 appassionati provenienti da diverse parti. Dopo la Santa Messa vespertina e il canto dei Vespri, una lunga fila di fedeli con le fiaccole ha accompagnato il Reliquiario della Santa per le vie del quartiere Santa Rita.
Lunedì 22 maggio, giorno della festa, sin dalla mattinata, dopo lo sparo dei mortaretti, sono state celebrate diverse Sante Messe con benedizione delle rose, officiate dal parroco Don Enzo Genova e dal vicario parrocchiale Don Ignazio Carrubba. Dopo la Santa Messa solenne delle 10.30 nella Piazza antistante la chiesa sono state benedette e distribuite le "rosette" di pane.
Nel pomeriggio, sfidando anche il forte caldo, si è svolta la processione dell'artistico simulacro verso il Villaggio Faina, accompagnata dal Complesso Bandistico "Michele Saia" di Campofranco, diretto dal M° Battista Favata.
Giunti al Villaggio è stata celebrata un'altra Santa Messa nella chiesa Sacra Famiglia, seguita dall'annuale visita alle fabbriche e sedi di lavoro circostanti al Villaggio.
Il simulacro di Santa Rita ha sostato nella chiesa del Villaggio fino a domenica 28 maggio, dove ogni sera si è tenuto un momento di preghiera guidato dal diacono Vincenzo Esposito Pellitteri. Domenica sera, infine dopo la Santa Messa e i giochi pirotecnici al Villaggio, la Santa è rientrata festosamente in paese accompagnata da una lunga coda di macchine che sono state benedette all'arrivo davanti il sagrato della chiesa di Santa Rita.
In quanto componente del comitato dei festeggiamenti, vorrei elencare quanti hanno collaborato per la buona riuscita della festa: Cannella Gianna, Costanzo Antonino, Di Carlo Vincenzo, Favata Giuseppe di Vincenzo, Favata Rosetta, Giambrone Massimiliano, Lipari Ersilia, Mulè Sandro, Palumbo Rosalia, Randazzo Fortunato, Restivo Anna Maria, Restivo Ermelinda, Sanfilippo Carmelina, Scannella Roselisa, Sciarratta Maria Pia, Sciortino Giusy, Schifanella Vincenzo, Vicari Lisa e la famiglia Falletta con gli abitanti del Villaggio Faina.
Inoltre, il comitato ringrazia il prof. Vincenzo Nicastro, direttore di questo mensile affidato alla protezione di Santa Rita, per la realizzazione delle nuove bellissime immagini (santini) del simulacro della Santa, custodito nell'omonima chiesa di Campofranco, allegati nella pubblicazione di questo mese.
Che il Signore, per intercessione della sua Santa Madre e di Santa Rita, benedica le nostre famiglie, i giovani, gli anziani, e gli emigrati e tutti coloro che per diversi motivi non sono stati presenti fisicamente alla festa, ma spiritualmente uniti nell'unico affetto e devozione a Santa Rita.

Giuseppe Favata


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