Vocazioni da Campofranco


Sul finire degli anni ’50 tre ragazzi frequentavano le scuole presso la Casa del fanciullo di Campofranco. Gli alunni erano molto numerosi; vi affluivano da vari paesi. Nella Casa del fanciullo operavano i padri vocazionisti accolti da un intraprendente arciprete come mons. Giuseppe Randazzo. I padri della Società delle Divine Vocazioni dirigevano a Campofranco, come in altre località della Sicilia, un vocazionario: cioè, un seminario minore per preparare gli alunni interni alla vita religiosa e ai compiti apostolici della Società. Fra le attività rivolte ai collegianti e agli ospiti esterni, i padri vocazionisti hanno realizzato spettacoli, concorsi canori, balletti, una sala per proiezione di film… Fra gli allievi usciti dalla casa del Fanciullo sono da registrare tre persone che fra loro si sono conosciuti: Luigi Spilla, Faustino Buccoleri e Enzo Lanzàro.
Quest’ultimo proveniva da Napoli, e la sua permanenza a Campofranco si spiega perché era nipote di padre Giorgio Lanzàro direttore della Casa del fanciullo Enzo, nato nel ‘45, è stato a Campofranco fra il ’60 e il ’65; dalla Casa dove aveva trovato alloggio raggiungeva abitualmente Agrigento per frequentare l’Istituto magistrale; in seguito il papà di Enzo, Achille, fratello di padre Giorgio, ha preferito che il figlio abitasse nella città di Pirandello presso una stanza in famiglia; nel ’65 Enzo si è diplomato ed è rientrato a Napoli. (Bisogna notare che padre Giorgio, nato nel 1915, aveva avviato il Vocazionario già nel ’57 a Campofranco e a Guardia di Acireale ed è ritornato a Pianura di Napoli nel ’65, seguito dal nipote) Fausto, chiamato anche Faustino, nato nel ‘47 e originario di Montedoro, era entrato nel vocazionario di Campofranco nel ’57 e vi ha svolto la quarta elementare; ha proseguito fino a concludere la terza media nel ’62. Luigi, nato nel ’49 e originario di Caltanissetta, è venuto per frequentare dalla quarta elementare alla seconda media. Il maestro che ricorda volentieri per le sue capacità e per la sua bontà è il sig. Calogero Mattina.
Ora nel corso del ’62, essendo rimasto l’unico alunno per la terza media, i padri vocazionisti (fra cui padre Giorgio e padre Amato) escogitano e mettono in pratica un escamotage: non nascondendo lo scopo di reclutare una vocazione, sollecitano il ragazzo ad accettare la vestizione religiosa, e così avviene che Luigi a 12 e mezzo indossi la talare nella Chiesa Madre di Campofranco; preparato a superare gli esami per essere ammesso direttamente in quarta ginnasiale, viene inviato ad Altavilla silentina (Sa), non lontano da Èboli, dove di fatti Luigi ha proseguito le scuole e la formazione fino ad emettere i voti religiosi temporanei.
Avanti a tutti per età era dunque Enzo, il quale però si preparava ad intraprendere una professione laica; tant’è che in seguito ha conseguito il diploma specialistico presso l’ISEF e s’è abilitato come insegnante di educazione fisica. Dietro di lui stavano Faustino e Luigi i quali però si preparavano a diventare sacerdoti religiosi nella Congregazione dei Vocazionisti; tant’è che Faustino ha proseguito la sua formazione ad Altavilla silentina (Sa) ed è stato ordinato sacerdote nel ’73; per un certo tempo ha esercitato il ministero nella Società delle Divine Vocazioni e infine da sacerdote secolare si trova incardinato nella diocesi di Caltanissetta. Probabilmente nel ’75 Luigi Spilla sarebbe stato ordinato sacerdote diocesano a Caltanissetta, se non avesse deciso di lasciare il Seminario nisseno dov’era stato ammesso nel ’68. Attualmente Luigi, sposato, vive e lavora a Palermo e prepara un libro di memorie personali in cui si evocano alcune vicende accadute a Campofranco.
Enzo Lanzàro vive a Pianura (Na) dove è di aiuto in una parrocchia; ha compiuto gli studi di teologia per i laici ed ha trascorso già 10 anni impegnato nel Cammino catecumenale.
Pianura – Napoli è una località conosciuta da alcuni campofranchesi che periodicamente hanno compiuto una tappa per visitare luoghi e persone di antica amicizia, altresì a Campofranco nella chiesa dell’Itria sono evidenti i segni del passaggio dei vocazionisti. Il tabernacolo riproduce in una fine composizione geometrica il loro stemma; e fra le parole del motto, tre indicano il campo d’azione: parrocchie, missioni, vocazionari. Si deve anche alla loro opera che vi siano e vi siano state vocazioni nel Seminario di Caltanissetta.

Salvatore Falzone sac.


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