“Vita di sagrestia”, una commedia per ricordare padre Nazareno Falletta


In prossimità del 95° anniversario della sua nascita, Padre Nazareno Falletta (1.4.1910 – 29.8.1998) è stato ricordato con una commedia dal titolo “Vita di sagrestia”. Da tempo Don Salvatore Falzone aveva espresso il desiderio di cogliere alcune linee dell’attività di questo grande sacerdote, svoltasi quasi interamente a Campofranco nella rettoria di S. Rita e al Villaggio Faina. Per questa ragione ha raccolto testimonianze orali e scritte e grazie all’aiuto di Pino Giambrone, che ha curato la regia, e di alcuni giovani , ha dato vita a una recita che evoca tratti della sua vita e che ne coglie il profilo pastorale e spirituale.
“Vita di sagrestia” è stata realizzata in parrocchia il 19 aprile 2005, nel giorno di S. Giuseppe, riscuotendo un grandissimo successo. Si rivedevano modi di fare, gesti che lo caratterizzavano, si risentivano frasi, esclamazioni che lo distinguevano. Tutto in un contesto divertente che riportava indietro nel tempo, a vivere emozioni e situazioni che non sono state mai dimenticate.
Hanno partecipato Massimo Guarino (Padre Nazareno), Giuseppe Giuliano (padre Salvatore Pignatone), Mimma Falletta (Mummina), don Salvatore Falzone (Totò), Marta Termini (Cicca), Giovanni Stornaiuolo (Cicco), Serena Palumbo (Lillina), Roselisa Scannella (Nina), Gesuele Di Giovanni (Jachinu), Vincenzo Schifano (Paolino).
L’intento è stato quello di comunicare, attraverso l’arte del teatro, la fede e la storia che hanno caratterizzato un sacerdote e la sua comunità, ricordare alcune delle sue numerose opere: l’avvio della pubblicazione del periodico “La Voce di Campofranco” per tenersi in contatto con i suoi fedeli costretti per necessità di lavoro ad emigrare, l’introduzione di un gruppo musicale come strumento per annunciare la liturgia, le attività dell’oratorio a favore dei giovani e delle famiglie. Vi sono altri episodi e aspetti della sua vita che nella rappresentazione non sono stati proposti espressamente; ad. es. il suo impegno, tramite le Acli, per attivare scuole popolari e cantieri di lavoro, corsi di taglio, cucito e ricamo (negli anni ’50 e ’60); le numerose iniziative per lo sport e il tempo libero a favore dei suoi concittadini, la cura pastorale a favore dei minatori della Cozzo Disi e dei lavoratori della fabbrica Montecatini, grazie ai quali ottenne di realizzare una nuova statua di s. Rita; la cura della devozione all’Eucaristia e alla Madonna, dopo la proclamazione del dogma di Maria Assunta (1954).
Allestire questo lavoro ha comportato impegno e volontà da parte di adulti, giovani e ragazzi, ed è per questo che si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato offrendo testimonianze orali, documenti audiovisivi, tempo, talento e pazienza.
Ciò che rimane di questa bellissima esperienza è la dimostrazione di un affetto particolare verso colui che è stato una personalità incisiva e indimenticabile.

Sandra Modica


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