Campofranco festeggia San Calogero e Sant’Antonio abate


Sant’Antonio, la benedizione degli animali domestici e della “pruvenna”.
Non è proprio vero che “l’Epifania tutte le feste porta via” perché a Campofranco c’è una coda con due feste: una per il compatrono S. Calogero, sempre il giorno 11, e l’altra per Sant’Antonio abate, il cui appuntamento quest’anno è stato domenica 18 gennaio. I protagonisti sono gli animali, di cui il Santo è protettore. Una presenza tradizionale che gli organizzatori, Parrocchia e il gruppo composto da Salvatore D’Anna, Luigi Mazzara, Massimo Quarta e Calogero Termini, hanno bene armonizzato con i momenti religiosi.
La festa ha avuto un prologo con un triduo di preghiere da giovedì a sabato. Ma l’apertura della festa è stata il pomeriggio di sabato 17 gennaio con lo sparo di bombe e il rullo di tamburo per le vie del paese. Sono seguiti i vespri solenni con la celebrazione eucaristica, l’esposizione dello stendardo votivo, la fiaccolata e l’accensione della “vampa”, nel Largo di Via Lo Re, dove sorge un’edicola (figuredda) intitolata al Santo. Il clou della festa è stato domenica con al benedizione degli animali domestici e del loro cibo, “pruvenna”, alle ore 12.30, e con la solenne processione del simulacro di Sant’Antonio, alle 17.00, accompagnata dalla banda musicale cittadina “Michele Saia”.
Le messe sono state celebrate dall’arciprete don Enzo Genova e da don Salvatore Falzone. Da sabato e per tutta la giornata di domenica, nel salone delle Suore domenicane si è svolta una mostra-mercato di prodotti locali.

Festa di ringraziamento a San Calogero Sono stati rinnovati i solenni festeggiamenti in onore di San Calogero, compatrono del paese. La ricorrenza è legata al terribile terremoto del 1693, quando l’intera popolazione del paese implorò il Santo per essere risparmiata dalle gravi conseguenze del sisma. In paese non si registrarono gravi danni materiali né vi furono morti, come in altre parti della Sicilia. Da allora l’11 gennaio è un giorno di ringraziamento e di preghiera per tutti i devoti campofranchesi. Processioni e funzioni religiose sono state accompagnate dalla banda musicale cittadina “Michele Saia”. Durante le processioni la tradizionale benedizione dei “pupi” di pane un’espressione sincera della devozione popolare per ringraziare il santo eremita delle grazie ricevute.


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