Don Enzo Genova nuovo arciprete parroco di Campofranco
E’ stato accolto con una calorosa manifestazione di benvenuto


Dal 14 settembre 2003 don Vicente Genova, detto Enzo, è il nuovo arciprete parroco della Madrice, unica parrocchia di Campofranco. Prende lo stesso incarico lasciato da don Vincenzo Antinoro, dimessosi per limiti di età, dopo 34 anni di ministero pastorale svolto ininterrottamente a Campofranco. Del saluto di commiato a padre Antinoro abbiamo riferito ampiamente nel numero scorso.
Il benvenuto ufficiale della comunità parrocchiale al nuovo arciprete è stato dato nel pomeriggio di domenica 12 ottobre nella Chiesa Madre affollatissima di fedeli. Tra la gente in festa un gruppo abbastanza numeroso di parrocchiani provenienti da Calascibetta (provincia di Enna, ma Diocesi di Caltanissetta), ultima sede di servizio pastorale di don Enzo. Alla concelebrazione eucaristica hanno partecipato
don Vincenzo Antinoro, il vice parroco don Salvatore Randazzo, il diacono Vincenzo Esposito e l’accolito Nino Giambrone.
Significativo è stato il momento della consegna simbolica della "chiave" della parrocchia da parte di don Antinoro al nuovo parroco don Genova. Un momento di forte emozione che ha coinvolto tutti i presenti e soprattutto don Antinoro.
All’omelia don Enzo ha ringraziato tutti i presenti per la calorosa accoglienza e per la pronta disponibilità ad adoperarsi per i bisogni della parrocchia poi ha detto che la sua azione pastorale tenderà a recuperare e a rafforzare "l’unità della chiesa locale per diventare unica vera famiglia".
La concelebrazione eucaristica è stata arricchita dai canti della Corale parrocchiale.
Subito dopo la santa messa i giovani hanno accolto don Enzo nel salone e nel cortile dell’Istituto San Giuseppe delle Suore Domenicane per gioire assieme con canti e brevi rappresentazioni.

Il saluto del nuovo arciprete parroco don Enzo Genova

Carissimi,
approfitto di quest'occasione che mi viene da "La Voce di Campofranco", per far arrivare a tutti e, in modo particolare, a quanti, per motivi di lavoro vi trovate all'estero, il mio più sincero e caloroso saluto nel Signore.
Quando, S. E. mons. Alfredo Maria Garsìa mi chiese di lasciare la Comunità di Calascibetta dopo dodici anni di attività pastorale, per occupare il posto di P. Antinoro nella Comunità di Campofranco non feci alcuna resistenza, poiché sentivo nel profondo dell'anima che era il Signore che in quel momento mi stava chiedendo di iniziare una nuova avventura.
Certo, lasciare una Comunità dopo dodici anni vi confesso che non è stato così semplice. E alla luce di questa mia esperienza provo a immaginare cosa sta vivendo P. Antinoro nel profondo della sua anima dopo 34 anni di permanenza a Campofranco! A lui la mia gratitudine per quanto ha fatto per questa Comunità e per avermi accolto come un figlio e consegnato questa parrocchia come una creatura generata da quell'amore oblativo che l'ha portato a non risparmiarsi in niente ma per la quale, veramente, ha dato tutto di sé, con quello zelo che lo contraddistingue in maniera del tutto particolare..
Carissimi, per me, adesso, si tratta di ricominciare e sulla scia di quanto ha operato P. Antinoro, continuare a costruire il Regno di Dio all'interno di essa e realizzare quanto di più bello stava al cuore di Gesù: "Padre che tutti siano una sola cosa". Fare della Parrocchia una sola grande famiglia dove si vive l'amore scambievole è il mio più grande desiderio, una comunità capace di testimoniare la presenza di Gesù Risorto in mezzo ad essa e irradiarla a tutti.
Una Comunità quindi non ripiegata in se stessa, ma che abbia in sé una grande capacità di aprirsi ai bisogni della collettività, in modo particolare ai poveri e alle famiglie più disagiate senza alcuna pretesa di sostituirsi alle istituzioni competenti, ma attraverso quella preziosa realtà del volontariato poter quantomeno alleviare i disagi di questi nostri fratelli che sono nell'indigenza e nel bisogno.
Una Comunità infine, capace di dialogare con tutti. Oggi è una necessità impellente, in quanto questa società segnata dal pluralismo etnico e religioso costringe tutti al confronto e al rispetto reciproco se si vuole realizzare una convivenza pacifica e solidale. La Chiesa in tutto questo processo di dialogo e di accoglienza reciproca è chiamata ad essere maestra, per il semplice fatto che Gesù stesso è venuto sulla terra per realizzare la fraternità universale, insegnando a tutti che abbiamo un solo Dio che è Padre di tutti e che noi siamo figli suoi e quindi fratelli tra noi.
Mi auguro che questa capacità di dialogo segni la vita della Comunità all'interno di se stessa, affinché da tutti s'impari a rispettare e ad amare ogni altra realtà associativa come la propria.
Sarà più semplice in seguito imparare a dialogare con i fratelli cristiani di altre chiese, con i fratelli di altre religioni, con i fratelli di altre convinzioni e con le varie culture. Voglio infine affidare tutto quanto alle cure materne di Maria. Ella che è Madre sa quali sono i nostri reali bisogni e al momento opportuno se la invochiamo certamente intercederà presso il suo Figlio e ci farà sperimentare la gioia della sua presenza amorosa in mezzo a noi. Assicurandovi che vi porto tutti nel cuore, vi benedico nel Signore.

Don Enzo Genova


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