Campofranco, 11 gennaio
Solenni festeggiamenti in onore di San Calogero
Sotto l'ombrello la processione della mattinata
Nonostante cadesse una pioggia incessante la processione di San Calogero dalla sua chiesa alla Madrice è proceduta regolarmente. Una folla orante ha preceduto e seguito il simulacro del Santo anche a passi meno lenti rispetto alle processioni che in passato si sono svolte sotto un cielo più sereno. Le fermate per la benedizioni dei pupi di pane e per la donazione di offerte in denaro sono state effettuate regolarmente e tutto è diventato più caratteristico per la visione inusuale di fedeli, che si riparavano dalla pioggia sotto centinaia e centinaia di ombrelli variopinti. Una scena, che a detta dei più anziani, non si ripeteva circa 50 anni. La pioggia sembrava essere stata annunciata dalla stesso volto di San Calogero, non appena varcata la soglia della chiesa di San Francesco. In molti, radunati nella piazza antistante, abbiamo notato l'espressione triste, malinconica degli occhi e del viso. Ma, forse, è stata soltanto una nostra impressione e nulla più. E' certo, però, che all'uscita dalla chiesa, la maestosità del simulacro del santo, dagli occhi che sembrano scrutare nell'intimo e nel cuore di chi lo guarda, ha suscitato forti emozioni. Ho visto giovani e adulti emozionarsi senza timore o vergogna. Alcuni hanno pianto. Ed è stata tanta la fede e la devozione che coloro i quali avevano promesso di seguire la processione a piedi scalzi non si sono tirati indietro, hanno proseguito nonostante la fitta pioggia lasciasse scorrere l'acqua per le strade.
L'apertura della festa è stata annunciata nel pomeriggio del venerdì, alle 16, con lo sparo di bombe e mortaretti, il rullo di tamburi e la sfilata per le vie cittadine del complesso bandistico Michele Saia. Subito è stata celebrata una messa nella chiesa di San Francesco, dove si conserva per tutto l'anno il simulacro del Santo patrono. E' seguito il concerto sinfonico della stessa banda cittadina.
Sabato, giorno clou delle celebrazioni, la riapertura dei festeggiamenti ha avuto inizio di buon mattino, alle 6.30, con lo sparo di alborate e le celebrazioni eucaristiche ogni ora, in preparazione della processione delle ore 11 per le vie del paese e sino alla chiesa Madre.
La processione di rientro nella chiesa di San Francesco si è snodata nel pomeriggio alle 16.30. E questa volta il tempo è stato più clemente.
Il giorno 11 gennaio è una data rimasta scolpita nella memoria collettiva dei campofranchesi, poiché ricorda il terribile terremoto del gennaio 1693. Secondo la tradizione, per intercessione di San Calogero la cittadina fu risparmiata dalle rovine del terremoto. Ma i campofranchesi, nel tempo, hanno chiesto sempre la sua intercessione per essere preservati anche da epidemie e carestie. Durante le processioni i devoti sciolgono i loro voti e promesse con l'offerta di denaro e di pupi di pane, che vogliono riprodurre parti del corpo umano guarite grazie all'invocazione del Santo. La novità di quest'anno è stata la benedizione dei pupi di pane, impartita dal vice parroco don Salvatore Randazzo, ad ogni "fermata" della processione.
In suo onore i campofranchesi ritornano annualmente a tributare la propria devozione, in una maniera più sfarzosa, nell'ultima domenica di luglio, quando in paese accorrono in migliaia dai paesi vicini.
Quest'anno la celebrazione estiva ricade domenica 27 luglio.
Vincenzo Nicastro
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