La luce e le tenebre
San Giovanni, ci presenta Gesù, rivelatore del Padre, come la "luce" del mondo, in opposizione alle tenebre che sono frutto del peccato e dell'azione del principe di questo mondo, cioè il diavolo. Tutti penso riconosciamo che tra le tenebre e la luce non può esserci alcun compromesso, perché dove entra la luce non c'è posto per le tenebre, di conseguenza se Gesù è la luce, dove entra Lui non possono esserci tenebre. Gesù stesso dice: "Io sono la luce del mondo", ma la luce può essere accolta o rifiutata, come Gesù può essere accolto o rifiutato. Chi opera il male non preferisce la luce perché non vengano svelate le sue opere cattive; mentre chi opera il bene e ben lieto di operare in pieno giorno, perché vedendo le sue opere gli uomini diano gloria a Dio.
Facciamo una riflessione partendo dal brano del vangelo di Giovanni al cap. 9 versetti 1-7.
" Passando (Gesù) vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?". Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo". Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e disse: " Va a lavarti nella piscina di Siloe (che significa inviato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva" (Gv 9, 1-7).
Siamo in presenza di una guarigione fisica operata, non per il miracolo fine a se stesso, ma come dice Gesù per mostrare le opere e la gloria di Dio. Perché la salvezza totale dell'uomo sia manifestata e perché si riconosca che le opere che Gesù compie sono le opere del Padre. La malattia è la morte sono entrate nel mondo a causa del peccato, perciò era opinione comune tra gli israeliti che ogni malattia derivasse da un peccato personale o addirittura da un peccato dei parenti.
Molto eclatante nella Bibbia è il caso di Giobbe, ritenuto dagli amici, peccatore, perché colpito dal male fisico e da tante sventure. Giobbe sa che la sua condotta è stata irreprensibile e, accettando da Dio la prova, gli rimane fedele: "Se da Dio accettiamo il bene perché non dovremmo accettare il male?". Non che Dio abbia alcuna relazione con il male, ma a volte lo permette per ricavarne comunque del bene.
La domanda dei discepoli a Gesù, in presenza di un cieco nato, è scontata, " chi ha peccato, lui o i suoi genitori?". Poiché Dio, secondo la loro mentalità, ad ogni peccato da una punizione. Gesù ci mostra il vero volto del Padre, un'altra immagine di Dio, non la figura del padre burbero che aspetta al varco l'uomo per elargire punizioni, ma la figura del padre misericordioso che ama i figli nonostante le mancanze, e che perdona. Dio è grande per la sua misericordia, Gesù è l'inviato del Padre, dono agli uomini per puro amore e misericordia, con un compito ben preciso, mostrare agli uomini l'amore del Padre attraverso la sua opera. Perciò a differenza di altre volte in cui la richiesta di guarigione parte dagli ammalati, in questo caso l'iniziativa parte direttamente da Gesù: sputa per terra, fa del fango con la saliva, spalma il fango sugli occhi del cieco e gli dice: "Va a lavarti nella piscina di Siloe", il cieco va si lava e, torna con la vista.
La luce che illumina ogni uomo che viene sulla terra ha comunicato la luce al cieco sotto due aspetti uno fisico, e l'altro spirituale, così, egli, adesso è in grado di testimoniare senza paura di fronte ai giudei che Gesù è "un profeta" e che è uno che è venuto da Dio. Esiste un contrasto tra la luce e le tenebre, chiunque accoglie Gesù è nella luce, chi non l'accoglie, come la maggioranza dei giudei, rimane nelle tenebre. Chi ama è nella luce perché l'amore è da Dio, chi odia è omicida e vive nelle tenebre. Anche noi se abbiamo incontrato Gesù nella nostra vita come il Vivente, dobbiamo testimoniare che Egli è il Signore. Senza paura o rispetto umano oggi sono necessari testimoni del Vangelo.
Mettiamo a frutto i talenti che il Signore ci ha dato per essere sale e lievito in un mondo che ha bisogno di senso e verità. Oggi, non domani, Gesù ha bisogno di noi: tu vuoi tirarti indietro?
Diac. Vincenzo Esposito
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