Campofranco
Festeggiamenti a S. Calogero invocato ad ogni minaccia di terremoto

Si dice che l'Epifania tutte le feste porta via, ma per i campofranchesi non è proprio così. L'11 gennaio si celebrata un'altra festa, quella in onore del compatrono San Calogero che secondo la tradizione preservò il paese dai terribili danni del terremoto dell'11 gennaio del 1693, del 28 dicembre 1908 e del 14 gennaio 1968. In queste occasioni il paese non ha mai subito gravi danni né alle persone né alle cose.
La fede nel Santo dal volto nero in tutti questi anni si è accresciuta sempre di più, tanto che la sua protezione è stata fortemente invocata ad ogni minaccia di terremoto. La riconoscenza al San Calogero viene manifestata anche nell'ultima domenica di luglio con più sfarzo e per tale motivo quella estiva è definita "festa di San Caloiaru riccu".
Fa festa dell'11 gennaio ha inizio con lo sparo di mortaretti alle prime luci dell'alba. Alle ore 11.30 dopo la celebrazione della messa nella chiesa di S. Francesco, dove per tutto l'anno si conserva il simulacro, si snoda la processione che attraversa le principali vie del paese per fermarsi nella chiesa Madre. Nel pomeriggio, alle ore 17, si svolge la processione di ritorno. Durante le "fermate" viene distribuito il pane benedetto a forma di parti del corpo umano.
Flavio Nicastro


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