Addio a Giovanni Rosone, artista solitario fuori dai clamori
Nel 1955 realizzò la Fontana della Rinascita di Campofranco

Riportiamo, dal Giornale di Sicilia del 10 dicembre 2001, quanto scritto dal giornalista Giuseppe Quatriglio a ricordo dello scultore prof. Giovanni Rosone deceduto nella notte tra l'8 e il 9 dicembre.
L'Artista è stato a Campofranco nei giorni 3 e 4 ottobre del 1992 per ammirare la sua opera, la Fontana della Rinascita, appena restaurata dall'ing. Stefano Diprima, ed abbellita delle raffigurazioni su piastrelle di ceramica create dal prof. Gaetano Angelico di Caltagirone. Se n'è andato mentre dormiva, nella notte tra sabato e domenica, Giovanni Rosone
, uno degli ultimi grandi protagonisti dell'avventura artistica del Novecento siciliano. Nato il 2 novembre del 1910 a Palermo, aveva attraversato gran parte del suo secolo e poco più di un mese fa aveva festeggiato il suo novantesimo anno.
Scultore solitario per vocazione e per scelta di vita, già negli anni Trenta - quindi giovanissimo - resistendo alle tentazioni dell'arte di regime, scolpiva seguendo gli insegnamenti dei suoi maestri, ponendosi pertanto come un continuatore di una tradizione artistica siciliana segnata dai nomi illustri di Villareale, Civiletti, Ximenes, Rutelli. Parlare con lui, un uomo dalla lucida memoria anche a tarda età, significava rievocare episodi lontanissimi nel tempo al centro dei quali c'era l'Accademia di Belle Arti di Palermo nella quale aveva insegnato a lungo. E significava anche ricordare nomi importanti di artisti da lui conosciuti, Federico Castrati e Pippo Rizzato, Adolfo Wildt e Gino Morici, Antonio Ugo e Michele Dixit.
Non usciva più di casa negli ultimi tempi, ma gli amici di tante stagioni lo ricordavano dalle parti di piazza Leoni, dove abitava, con il suo fido cane.
Tra i suoi amori c'era la musica, soprattutto quella di Wagner, tanto intenso da dare all'unica figlia il nome di Brunilde. Un artista solitario che rifiutava di esibirsi, ma autore di opere monumentali di scultura, e non solo in Sicilia.
E' di Rosone il busto di Giacinto Carini sul Granicolo ed è suo l'altare di vaste proporzioni realizzato per i padri cappuccini in Colombia. Per la stazione marittima di Palermo egli realizzò, nel clima di ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, cinque giganteschi pannelli (tre metri e trentasei per due metri e cinquantuno) per illustrare la storia del porto e, tra questi pannelli, l'ultimo rievoca le distruzioni del periodo bellico con l'asciutto simbolismo di un Cavaliere dell'Apocalisse. E' di Rosone una statua bronzea alta tre metri che raffigura il lavoratore italiano in Africa, oggi a Siracusa ed è sua la decorazione scultorea che adorna la sede di Catania della Cassa di Risparmio. Modellò anche i due mostri che si trovano nella fontana di piazza Duomo, a Caltanissetta, e realizzò, assieme all'architetto Vittorio Ziino, la Fontana della Rinascita di Campofranco adorna di un suo grande altorilievo anulare in bronzo. Busti, ritratti, stele commemorative, sculture ritmano un'attività dispiegata lungo l'arco di almeno settant'anni, sottolineata da opere custodite in musei, tra cui quello di Palazzo Pitti, a Firenze.
La Provincia regionale di Palermo prepara da tempo una monografia per ricordare la vita artistica di Rosone, ma lo scultore non è riuscito a vedere l'opera pubblicata.
Giuseppe Quatriglio


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