La fede e le opere

Questa volta rifletteremo un poco sul brano della Lettera di s. Giacomo al cap. 2 versetti 14-26. Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? La fede si mostra credendo in qualcosa o in qualcuno, ponendo la fiducia incondizionata in questa cosa o persona. Se noi riponiamo la nostra fiducia nelle cose vane del mondo da queste aspettiamo la salvezza. Se invece noi riponiamo la nostra fiducia nelle cose celesti e in Dio da lui otterremo la salvezza. Le cose del mondo non possono arrecare nessuna salvezza perché sono passeggere e senza valore.
Nella pratica delle opere buone troviamo la salvezza non perché sono queste in sé che salvano, ma perché sono ridondanza di un cuore salvato. Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro
: " andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi ", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Nella vita di tutti i giorni noi possiamo incontrare il bisognoso senza aspettare le grandi occasioni, ma nella semplicità del povero che bussa alla porta con insistenza e forse appare un importuno e si presenta chiedendo non un vestito o un pezzo di pane, ma porge solamente la mano con un santino, quante volte siamo tentati di giudicare, non servono le parole o i giudizi serve soltanto la carità. Sono i nostri fratelli che conoscono solo poche parole della nostra lingua ma ci conoscono bene il cuore, e tendono la mano. Quanti sono i bisognosi delle nostre comunità parrocchiali che hanno meno del necessario e che vivono di stenti, soli e abbandonati senza che nessuno si prenda cura di loro. Che giova al cristiano avere le belle parole e poi, di fatto, disinteressarsi del proprio fratello bisognoso. Così anche la fede: se non ha opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.
Certamente lo scrittore sacro vuole dimostrare che le opere quando sono mosse dalla fede producono quella comunione dei cuori e dei corpi che le sole opere non possono compiere e neanche la sola fede. Le due realtà opere e fede vanno di pari passo, perché si realizzano in contemporanea. Davanti agli occhi dell'autore della lettera c'era sicuramente una comunità che diceva di credere in Gesù Cristo ma poi non compiva le opere di carità che erano espressione di tale fede. Che potremmo dire oggi di tanti cristiani che vivono una separazione tra quello che celebrano all'interno della chiesa e la vita che conducono fuori, immersi nella mentalità di questo mondo con tutte le idolatrie, le superstizioni, l'attaccamento morboso alle cose. Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demoni lo credono e tremano! Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza calore? Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull'altare?
Vi ricordate come Dio ad Abramo ha chiesto il sacrificio del figlio Isacco, il figlio della promessa: "ti darò una discendenza che sarà più numerosa della sabbia del mare e delle stelle del cielo" e poi Dio chiede: " Abramo, Abramo! " ripose: "Eccomi!" Riprese: "Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io t'indicherò" (Gen 22, 1-2). Abramo malgrado questo comando del Signore fosse in discordanza con la promessa si stacca dal figlio ed è pronto ad offrirlo a Dio. Vi ricordate che al posto d'Isacco il Signore ha gradito l'offerta di un ariete. Fu in base alla sola fede che Abramo fu ritenuto giusto o anche in base al fatto che con il sacrificio del figlio egli mostro la sua fede in Dio.
Vedi che la fede cooperava con le opere di lui, e che per le opere quella fede divenne perfetta e si compì la scrittura che dice: e Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia,e fu chiamato amico di Dio. Vedete che l'uomo è giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede. Così anche Raab, la meretrice, non fu forse giustificata in base alle opere per aver dato ospitalità agli esploratori e averli rimandati per altra via? Gli esploratori erano per Raab dei nemici, erano andati per fare un'ispezione dei luoghi per poi prendere Gerico, ella noncurante di quello che poteva venirle di male nascose gli esploratori li fece uscire di nascosto, ingannò coloro che li cercavano e per questo ebbe salva la vita lei e tutta la sua famiglia. Che cosa possiamo dedurre dall'esempio di questi due personaggi Abramo e Raab, la loro non era solo una fede di facciata, alla loro fede hanno fatto seguire le opere e per questo Dio li ha giustificati. Anche noi che professiamo la fede in Gesù Cristo che partecipiamo alla S. Messa domenicale e che professiamo il nostro credo in Dio Padre, facciamo in modo che le nostre opere corrispondano alla fede che professiamo con una coerenza a prova di mentalità del mondo per essere anche noi giustificati da Dio. Perché come il corpo senza lo spirito è morto così anche la fede senza le opere è morta.
Diac. Vincenzo Esposito

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