Uno sguardo sulla Campofranco d'oggi - 1

Chiese, ricorrenze e tradizioni, monumenti, scuole, escursioni, negozi, associazioni ed altro Pubblichiamo da questo numero la prima parte del libro pubblicato dagli alunni delle quinte elementari del plesso Don Bosco di Campofranco dal titolo Uno sguardo sulla nostra città. Sul libro hanno scritto i quotidiani Giornale di Sicilia, La Sicilia e La Voce di Campofranco nel numero di Luglio scorso.
Riteniamo di soddisfare così, almeno in parte, le numerose richieste pervenuteci dai lettori nelle settimane scorse, anche per posta elettronica tramite il nostro sito Internet.
Il libro è stato pubblicato in 100 copie ed è disponibile per la consultazione nella Biblioteca comunale di Piazza Vittorio Veneto e nella Biblioteca scolastica, aperta anche al pubblico, dell'Istituto Comprensivo di Scuola Materna, Elementare e Media (plesso Don Bosco) di via Santa Croce, 85.
Per ragioni di spazio tralasciamo qualche illustrazione.

Indice
· Premessa
· Cartine geografiche e topografiche
· Campofranco e la sua storia
· Le chiese
· Ricorrenze e tradizioni
· I monumenti e le lapidi
· Circoli e associazioni
· Le scuole
· Industria ed artigianato
· Impianti sportivi
· Escursioni
· Bar
· Ristoranti e Pizzerie
· Tabacchi
· Negozi
· Gruppi di lavoro degli alunni
· Docenti delle classi
· Fonti

Premessa
A conclusione del corso di studi della scuola elementare è sembrato opportuno proporre agli alunni delle due classi del modulo un'attività che sintetizzasse e comprendesse in modo interdisciplinare quanto studiato e utilizzando nozioni elementari di videoscrittura.
Il tema scelto è stato proprio l'ambiente in cui gli alunni vivono ed al quale sono legati affettivamente e sentimentalmente: Campofranco. Qui sono nati, vivono con la famiglia, frequentano la scuola e la chiesa, giocano con i coetanei vicini di casa.
Uno sguardo su Campofranco è l'obiettivo dell'attività didattica svolta per un mese sul finire dell'anno scolastico. Per alcuni degli alunni è stata vissuta come una curiosa scoperta di luoghi e cose mai notate o notate distrattamente, per altri invece è stata una riscoperta che ha sollecitato riflessioni e considerazioni personali, alle quali sono seguite interessanti discussioni in classe, che hanno aiutato tutti a crescere culturalmente.
Le attività di ricerca sono state condotte per gruppi di alunni. Sono stati formati sette gruppi di lavoro. In ogni gruppo è stata assicurata la presenza di almeno un alunno che avesse a casa propria la disponibilità di un computer. Ad ogni gruppo è stato affidato un compito preciso riconducibile ad uno o due argomenti della ricerca.
Il lavoro di ogni gruppo è stato verificato in itinere nella sala computer della scuola alla presenza dei componenti degli altri gruppi, in modo che tutti seguissero le varie fasi delle attività sul video del computer.
Gli alunni durante le attività, quasi tutte svolte fuori dei locali scolastici e della famiglia, si sono trasformati in ricercatori, storici, intervistatori, giornalisti, fotografi, impaginatori e tipografi. In ogni momento sono stati animati da grande entusiasmo, continuo impegno, decisa volontà e da curiosità sempre viva.
Significative sono state le consultazioni delle fonti di documentazione scritta e materiale, ma anche dei siti Internet. Hanno saputo come e dove attingere le notizie.
Alla fine il "prodotto" è ben riuscito. Non c'è la presunzione di aver fatto qualcosa di completo e definitivo. E' certo, però, che il risultato ottenuto presenta uno"spaccato"attualissimo della cittadina di Campofranco con un'attenzione particolare alla sua storia, al suo patrimonio religioso, artistico e culturale; alla sua potenzialità economica con le industrie, il commercio e l'artigianato.

Campofranco e la sua storia
Il nostro paese è un piccolo centro della provincia di Caltanissetta situato su una collina e distante circa 2 Km. dalla scorrimento veloce AG-PA.
La sua storia comincia nel 1549 quando la Famiglia del Campo rimane in possesso solo di quattro feudi: Lo Zubbio, Castelmauro, San Biagio e Fontana di rose.
Il primo documento ufficiale della nascita del Comune di Campofranco è il Regio privilegio da Madrid del 10/02/1573 con il quale Giovanni, il più giovane della Famiglia del Campo ottenne il privilegio di popolare uno dei suoi feudi fondandovi un villaggio.
I Del Campo dominarono sino al 1622 quando l'ultima discendente, Eleonora, sposò un esponente della famiglia Lucchesi Palli che elevò la piccola terra baronale in principato. La prima chiesa costruita come cappella del castello signorile fu quella della "Madonna di Odigitria". Seguirono le chiese di San Francesco con annesso un convento di cappuccini e quella della Madrice (intitolata a San. Giovanni Evangelista).
Le carestie, le bande armate, il colera, i terremoti lasciarono nel paese un segno che col tempo attraversò un triste periodo di decadenza.
Nel 1800 il paese conobbe le terribili imprese di un bandito prepotente, assassino che si diede la fama di togliere ai ricchi per dare ai poveri; il suo nome era Giuseppe Termini. Durante gli anni della prima guerra mondiale gli abitanti di Campofranco erano per la maggior parte analfabeti e trovavano lavoro o nell'agricoltura o nelle miniere di zolfo della vicina "Cozzo Disi" dove erano impiegati 80% dei lavoratori campofranchesi.
A causa delle scarse risorse economiche l'aspetto del paese era tutt'altro che ridente .Le strade erano lastricate di pietre e la maggior parte delle abitazioni erano tetre e malsane, prive di acqua e di servizi igienici: famiglie numerose vivevano in un'unica stanza. Spesso l'unico mezzo di riscaldamento era il fuoco della brace.
Alla fine della seconda guerra mondiale l'America decise di mandare degli aiuti economici per potenziare l'estrazione dello zolfo nelle miniere siciliane.
Anche a Campofranco fu potenziato lo stabilimento di estrazione e nelle vicinanze del paese fu creato lo stabilimento della Montecatini dove trovarono lavoro molte persone di Campofranco. Di conseguenza le condizioni del nostro paese cominciarono a migliorare . Vennero costruite nuove case più confortevoli.
Nel 1960 la popolazione era di 4768 abitanti. Il 40% circa lavoravano nell'industria che era la maggiore risorsa economica del paese.
Negli anni Settanta il nostro paese conobbe un momento di splendore. Ma purtroppo, a cominciare dagli anni Ottanta, con la crisi del settore industriale, incominciò la decadenza del paese. La fabbrica venne chiusa e di conseguenza, a Campofranco, cominciò ad aumentare la disoccupazione. In quegli anni la popolazione contava 4587 abitanti. Negli anni Novanta era di 4231. Oggi la popolazione è di 3650 abitanti. Infatti negli ultimi venti anni, circa 1.000 persone sono andate via da Campofranco in cerca di un lavoro in posti (soprattutto Nord-Italia) che offrono loro la prospettiva di una vita migliore.
Malgrado questo oggi Campofranco si presenta come un piccolo ma grazioso paese nel centro della Sicilia. Ci sono belle costruzioni .
Alle chiese prima accennate si è aggiunta la chiesa di Santa Rita fatta costruire dal defunto padre Nazareno Falletta. Oltre alla principale piazza Crispi ci sono numerose altre piazzette; su una di queste sorge la "Fontana della Rinascita".
Negli ultimi decenni sono stati costruiti edifici scolastici moderni, una piscina, il palazzetto dello sport (sebbene non funzionante), una villetta comunale. Inoltre ci sono numerosi bar, qualche ristorante e alcuni negozi.
Il territorio comunale confina con quello dei comuni di Sutera, Milena, Grotte, Aragona e Casteltermini. Il territorio ad Ovest è lambito dal fiume Platani che riceve da sinistra le acque del Gallo d'Oro.

Le chiese
Santa Maria dell'Itria, 1573
(Via Itria)
La più antica del paese. Sorta per opera del Barone Giovanni del Campo come cappella del palazzo signorile. Fu aperta ai fedeli è funzionò nel 1677 anche come parrocchia e matrice. Nostra Signora dell'Itria era compatrona del paese.
La facciata è stata rifatta in diverse epoche. Ultimo restauro nel 2000-2001 a cura della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta. Oltre al prospetto è stato rifatto in piastrelle il pavimento e il blasone del Principe Antonio Lucchesi Palli, collocato nel 1836 Aveva accanto inizialmente un modesto campanile. (vedi foto)

San Giovanni Evangelista, Madrice, 1575
(Piazza Crispi)
Venne costruita nel 1575, dopo due anni che era sorto il paese, dal Barone Don Giovanni Del Campo su licenza del vescovo Monsignore Morello di Girgenti, alla cui diocesi appartenne sino al 1844. Fu dedicata al San Giovanni Evangelista in onore del suo fondatore. E' costruita ad una navata a "croce latina".
All'interno, si conserva una lapide della famiglia del Campo del 1584 e, sino a qualche anno fa, si poteva osservare un'acquasantiera del 1574 con la raffigurazione dello stemma della famiglia Del Campo.
Le opere più notevoli, che si trovano all'interno della chiesa, sono: diverse statue in legno dello scultore Michele Caltagirone da Casteltermini, detto Quarantino; una tela raffigurante la Decollazione del Battista, attribuita sino ad alcuni anni addietro a Pietro D'Asaro, ma che oggi si ritiene più verosimilmente di autore di scuola fiamminga; la Vergine del Rosario con San Domenico dello scultore Vito Cardella.
Fu completata nel 1584. Dal 1580 ospitò i Consigli Civici, come era uso del tempo. Nel 1611 fu istituita l'arcipretura. Nel 1848 vi si riunì il Comitato rivoluzionario. E' stata ampliamente ristrutturata nel corso dei secoli. I lavori più notevoli furono eseguiti dal 1917 al 1936, nel 1991 e nel 2001. (vedi foto)

San Francesco d'Assisi, 1573
(Detta di "San Calogero", Via Mussomeli)
Il frate Don Pietro De Michele, proveniente da Sutera, pose la prima pietra della chiesa, che fu completata nel 1590. Nel 1595 i frati francescani ritornarono nel convento annesso. In un luogo ancora sconosciuto del coro vi fu sepolto il Barone Ercole del Campo. Fu sede di Consigli Civili nel 1700 e nel 1800. Nel 1866 furono requisiti dallo Stato Chiesa e Convento. Vi si venera il simulacro di San Calogero Eremita opera del Bagnasco. (vedi foto)

Santa Rita, 1911
(Piazza S. Rita)
Nel 1911 Don Pio Sorce costruì un grande vano, che adibì a chiesa ed asilo infantile. Nel 1929 cadde il soffitto e fu ricostruito, ma alla fine della 2° guerra mondiale, per iniziativa del suo dinamico rettore sac. Don Salvatore Nazzareno Falletta, furono eseguiti importanti lavori. La chiesa fu benedetta nel Novembre 1953. Successivamente è stata ampliata di ampi locali pastorali ed è stata arricchita di varie opere. Nel dicembre 2000 sono stati rifatti il prospetto ed il rosone. (vedi foto)

Ricorrenze e tradizioni

GENNAIO
Giorno 6, Epifania. Nel pomeriggio, alle ore sedici, la piccola statua di Gesù bambino è portata dai ragazzini e dai giovani. La processione percorre il perimetro della Piazza Crispi e, al termine, fa rientro nella Chiesa Madre. La statua durante l'anno è conservata in una nicchia che ospita pure il simulacro di San Giuseppe.
Giorno 11, San Calogero povero. Si festeggia San Calogero "poviru" (povero) per distinguere la festa che nell'ultima domenica di luglio si celebra con grande sfarzo. Nella chiesa di San Francesco si celebra, nella mattinata, la messa di ringraziamento in onore del santo che, secondo la tradizione, protesse la popolazione dai danni del terremoto del 1683. Subito dopo, processione per le vie fino alla Chiesa Madre. Nel pomeriggio: rientro del simulacro nella sua Chiesa."). Giorno, 17, Sant'Antonio abate. Dopo una pausa di circa vent'anni, la festa in onore di S. Antonio abate dal 1998 è stata recuperata grazie all'associazione Cabiria. La manifestazione trova il momento più spettacolare nella sfilata degli animali domestici e nella loro benedizione che avviene intorno alle 12.30, subito dopo la Messa, nello spazio adiacente il portone principale della Chiesa Madre. Il luogo del raduno delle decine e decine di animali è nel Largo di via Lo Re dove sorge un edicola dedicata al Santo.

Marzo Sfilate di maschere e di carri allegorici allestiti da gruppi spontanei ed associazioni.
(Continua nel prossimo numero)