18 Agosto 2001
I Nomadi a Campofranco

Ciò che sembrava un'utopia è diventata realtà. I Nomadi si sono esibiti in concerto il 18 agosto a Campofranco. Già da gennaio si cominciava a parlare della venuta dello storico gruppo, ma molti credevano che era soltanto uno scherzo. Gli scettici di turno, infatti, non potevano immaginare che nel nostro paese potessero ritornare, dopo tanto tempo, artisti di una certa fama. Ma sono stati "sconfitti" e smentiti grazie alla volontà di persone che hanno sempre creduto nella realizzazione dell'evento. I Nomadi hanno calcato il palco dello stadio comunale grazie all'Associazione Musica Nuova presieduta da Piero Favata e Calogero Favata, fans di vecchia data della band emiliana, e alla collaborazione della C.E.S.A.G. srl materiale edile dei fratelli Adamo, di Carlino lavori in alluminio, della Gelateria Augello, dei bar Royal Pub e Cafè, della Tecnocasa e del giornale La Voce di Campofranco.
Così Campofranco ha avuto l'onore di ospitare il gruppo più longevo della musica italiana, quasi quarant'anni di carriera con ben trentadue album alle spalle. Il gruppo che con le sue canzoni, basta citare Vagabondo, Ho difeso il mio amore, Un giorno insieme, è entrato nella storia e nel cuore di molti.
Ha avuto l'onore, ma non l'ha saputo sfruttare, forse era ancora incredulo e imbarazzato dall'evento! O forse ormai non era più abituato a ricevere degli artisti! Fatto sta che la presenza dei campofranchesi è stata minima. Ha confermato quello che "qualcuno" di buona volontà si ostinava a non credere o a far finta di non credere. Si è voluto dare una nuova prova al nostro paese: dimostrare che anche qui le cose riescono. Ma ahimè, è con enorme dispiacere che il sottoscritto, schieratosi dalla parte dei "qualcuno", ha visto che l'unica dimostrazione che Campofranco ha dato è quella che pochissimo o nulla riesce. Un paese dove si è bravi a parlare, a richiedere, a desiderare, a pretendere, a criticare, a polemizzare.
C'era grande fame e voglia di vedere all'opera artisti famosi, grande attesa, ma alla fine sono stati in pochi a volere gli artisti famosi. Forse è stata "l'estate campofranchese", sempre puntualmente criticata con o senza ragione, che quest'anno era così ricca da soddisfare tutti. In realtà, critica a parte, l'estate campofranchese ai miei occhi non presentava niente di così interessante, tanto da azzardare che è stata una delle meno ricche degli ultimi tempi. Non voglio polemizzare ma i fatti parlano chiaro. Nell'anno del Grande Fratello dobbiamo rassegnarci a considerarci un pubblico da commedie e da sagra del gelato!
Chi ha visto il concerto comunque è rimasto entusiasta, i Nomadi hanno cantato per quasi tre ore alternando ai brani dell'ultimo album "Liberi di volare" le canzoni storiche che hanno reso il gruppo famoso e ricco di successi.
"I sacrifici sono stati appagati", afferma Piero Favata," siamo riusciti a far venire questa band veramente eccezionale senza l'aiuto di nessuno, mi riferisco all'Amministrazione comunale che non ci ha sostenuto ne dato un contributo. Ho provato una grande emozione nel vedere più di 2000 persone cantare e che i fans sono venuti da ogni parte della Sicilia". A Piero fa eco Calogero Favata: "Ho visto gente di Montemaggiore, Gangi, San Teodoro (ME), Palermo, addirittura un gruppo di Pinerolo (in Abruzzo), che li segue ovunque, per non citare i comuni dell'agrigentino e del nisseno. Peccato per i paesani! I Nomadi sono la mia passione, ho visto una decina di concerti e mi hanno regalato sempre grandi emozioni. E' per questo che ci siamo adoperati in tutti i modi perché si esibissero in paese, per dare non solo ai locali, ma a tutti i forestieri la possibilità di apprezzarli".
Tornando al concerto sicuramente un momento particolare è stato quando sul palco sono saliti i trenta bambini del Grest organizzato dalla parrocchia, che insieme ai Nomadi hanno cantato "Crescerai". I piccoli portavano un cappellino blu offerto dal giornale La Voce di Campofranco che quest'anno compie 40 anni.
In complesso possiamo dire con fermezza che è stata veramente una bella serata e che i sacrifici dell'Associazione Musica Nuova sono stati ricambiati da tre ore di buona musica, una musica che si ispira ai valori e agli ideali più belli, che forse nell'era della globalizzazione stanno perdendosi. La musica dei Nomadi è una protesta, usando le parole di una loro famosa canzone, "contro chi fa credere la guerra un dovere, contro chi vuole dominio e potere contro chi ha commesso stragi, pagato ancora non ha per tutta la gente ormai stanca che vuole verità".
Resterà un buon ricordo, il ricordo di un gruppo che nel bene e nel male ha lasciato il segno a Campofranco. Probabilmente il nostro paese ha portato nella realtà il "famoso" quel "qualcuno" che adesso deve ricredersi. Chissà se il prossimo anno quel qualcuno sarà così ostinato e tenace da offrirci una nuova chache, regalandoci un'altra serata memorabile e indimenticabile.
Non mi resta che sperarci.
Flavio Nicastro