Questa è la vita ...

San Paolo scrive alla comunità di Efeso e fa alcune raccomandazioni che io voglio riprendere e attualizzare per le nostre comunità di oggi, quindi Efeso è ogni posto dove arriva questo mio scritto.
Il brano è il seguente: <<...Bando alla menzogna "dite ciascuno la verità al proprio prossimo"; perché siamo membra gli uni degli altri. Nell'ira non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità. Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. [...] Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo>> (Ef 4, 25-29. 31-32).
Se uno ha veramente incontrato Gesù nella sua vita tutto quanto è scritto in questo brano non è strano perché chi ha incontrato il Cristo vive già secondo queste norme.
Noi abbiamo incontrato Gesù, però abbiamo ancora bisogno di perfezionarci nella perfetta adesione a lui, qualche cosa che non va al giusto posto potrebbe esserci, e bisogna fare un poco d'ordine nella nostra vita.
Abbiamo bisogno di una conversione continua che serve a perfezionare in nostro essere in Cristo. Non è necessario che uno sia mancante in tutte queste cose per essere bisognoso di buttarsi nelle braccia di Gesù, chiedere perdono e ottenere da lui il perdono e la grazia.Certamente non saranno le nostre opere a salvarci ma è la fede in Gesù che ci salva. La fede ci fa appropriare della salvezza operata da Gesù che diventa attuale ed efficace per noi, la conseguenza dell'essere salvati è che compiamo azioni non più da peccatori, ma opere di giustizia. Se viviamo secondo giustizia non c'è posto in noi per la menzogna, a volte siamo menzogneri con noi stessi perché ci sopravvalutiamo o crediamo d'essere diversi di quello che in realtà siamo. Dopo che abbiamo fatto chiarezza in noi stessi saremo anche in grado d'essere veritieri anche con gli altri.
Anche l'ira è occasione d'accecamento dello spirito dell'uomo e un peccato contro il prossimo, l'apostolo dice che se dovesse capitarci di adirarci contro qualcuno "non tramonti il sole sopra la vostra ira", non bisogna stare lì sempre a rimuginare sui torti ricevuti, ma bisogna perdonare non perché siamo capaci di farlo ma perché Dio in Gesù ha perdonato già a noi, tutto per non dare occasione al diavolo che sfrutterà la nostra ira per indurci ad una serie di peccati a catena l'odio, il rancore, l'astio, la gelosia, la vendetta.
Certamente anche ai tempi di Paolo c'era chi rubava se egli raccomanda di non rubare ma di lavorare onestamente con le proprie mani, e in più fare anche del bene ali altri con quello che onestamente abbiamo guadagnato. Quante volte anche sulla bocca dei bimbi esiste il parlare sconcio, giustificato dai grandi che hanno dato l'esempio negativo come "spirtizza", la volgarità scambiata come intelligenza precoce e come segno di maturità.
Ma san Paolo forse vuole parlare a noi grandi quando scrive "nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca", quanti giudizi escono dal nostro cuore esternati con facilità e forse senza l'opportuno discernimento, quante parole cattive sugli altri solo per il gusto di parlare; ricordo un mio compagno di lavoro che aveva il vizio di sparlare di tutto e di tutti, a volte quando finiva la sua lista di parlamenti lo faceva anche contro la sua famiglia, o addirittura se stesso. Alla fine di tutto l'apostolo c'indica la via da seguire e dice: siate invece benevoli gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi, senza riserve, senza condizioni, senza ripensamenti, di buon animo, per essere figli del Padre che cosi ha già perdonato a noi.
Dio ha già dimenticato il nostro peccato, lo ha gettato nel fondo del mare, il Padre ci ha gia donato tutto quanto poteva donarci in e con Gesù spetta a noi adesso vivere da salvati e non come le persone che non hanno conosciuto il Signore.

Diac. Vincenzo Esposito